Bergamo Festival, alla ricerca del “paradiso” nelle “Cronache” di Serena Dandini

“Ciò che più si desidera non è mai a portata di mano e soprattutto non segue le regole di ciò che conosciamo”. Serena Dandini, autrice e conduttrice di programmi satirici di grande successo come “La TV delle ragazze”, “Avanzi” e “L’ottavo nano”, attivista per i diritti umani, parte da qui per una ricerca singolare dell’Eden così come l’uomo può immaginarlo, un luogo “perfetto” dove tutti i sogni si avverano.

Nella cornice del Bergamo Festival il 2 luglio alle 21 al Monastero di Astino dialogherà su questo tema con la giornalista Alma Grandin a partire dal suo libro “Cronache dal Paradiso” (Einaudi), in cui compie un viaggio personale e collettivo intorno al concetto di Paradiso, intrecciando storie autobiografiche con narrazioni di individui che hanno affrontato viaggi straordinari e sconvolgenti proprio per raggiungere l’Eden.

“Ogni giardino e perfino un minuscolo balcone – scrive Serena Dandini – si trasformano nel sogno di un Eden, il luogo della felicità perduta che continuiamo a rincorrere spinti da una profonda nostalgia e dal bisogno di ricreare un nuovo orizzonte quotidiano, dove lo sguardo possa riposarsi su qualcosa di bello e rasserenante.

Quante immagini si nascondono nella parola “paradiso”

La parola “paradiso” evoca immediatamente visioni, ricordi, profumi e fantasie diverse per ognuno di noi. Può essere associata alla metafisica e alle Scritture per alcuni, mentre per altri ha un significato più personale e laico.

Tuttavia, per Serena Dandini, il “Paradiso” ha inizio in una villa nella campagna viterbese, un luogo carico di ricordi familiari intensi. Questa dimora, avvolta in un’atmosfera nostalgica e idealizzata come qualcosa che non esiste più, conserva episodi che la memoria ha reso quasi mitici.

Pomeriggi soleggiati con scarabei cangianti, aerei di balsa, la coltivazione delle ortensie con la nonna, incursioni indesiderate nel pollaio sono solo alcuni dei momenti che animano il Paradiso personale dell’autrice, in cui l’ironia si fa più dolce grazie a un velo di nostalgia per l’infanzia.

La storia di letterati, artisti e scienziati a caccia dell’Eden

Serena Dandini non si limita comunque a scrivere un romanzo autobiografico. Al contrario, la sua dimensione personale si intreccia con storie di altri personaggi – letterati, artisti, scienziati, avventurieri – che hanno cercato l’Eden in terra, affrontando viaggi estremamente pericolosi, sfidando la sorte e i pregiudizi, mettendo alla prova se stessi.

I secoli possono cambiare la nostra idea di Paradiso, ma la ricerca incessante di un luogo migliore, che sia in cielo o in terra, rimane immutata. Come afferma l’autrice: “C’è chi cerca il Paradiso nel tempo passato, chi confida speranzoso nell’aldilà o chi, con più tenacia, vuole raggiungerlo a tutti i costi sulla Terra”.

Anche se a volte, per alcuni, la caccia a questo luogo ideale può essere solo un artificio della nostra mente per sopportare l’ostilità del presente, non esiste essere umano che non desideri un “altrove assolato” capace di placare le proprie ansie.

I ricordi come ponte tra dimensione personale e collettiva

I ricordi di Serena Dandini fungono da ponte tra la dimensione personale e quella collettiva, tra l’immaginario e fatti realmente accaduti. Ogni storia è curiosa, unica e talvolta paradossale.

L’autrice ci conduce alla scoperta di esploratori pronti ad affrontare qualsiasi cosa pur di cercare specie particolari di fiori e piante, come la botanica Jeanne Baret, che si è travestita da uomo per vivere su una nave con trecentotrenta marinai e realizzare il suo sogno.

Inoltre, Dandini ci racconta di Margaret Mee, un’infaticabile ricercatrice inglese che ha dedicato la sua vita alla ricerca di un fiore mitologico chiamato “fiore di luna”.

Questi esempi dimostrano che coloro che non riescono a trovare un Paradiso già esistente possono crearsene uno basandosi sulla propria fantasia. “Eden come El Dorado, Atlantide, Avalon e Iperborea, e molti altri luoghi incantati di cui sono state perse le tracce – scrive Dandini -, persistono nella nostra memoria collettiva come un riflesso lontano, alimentando il desiderio di un altrove migliore in cui possiamo essere felici e vivere in armonia”.

Il progetto ambizioso delle ninfee di Monet

Nel campo artistico, emergono figure come Monet, che aveva un ambizioso progetto di creare un Paradiso artistico, o architetti come Gaudì e Niemeyer, che hanno concepito città ideali.

C’è anche chi, con una vena più eccentrica, si fa costruire una grotta paradisiaca investendo tempo, denaro ed energie per creare “un mondo di cartapesta”, un luogo artificiale e mai visto prima.

Persino coloro che progettano i propri giardini, curando piante più o meno esotiche, cercano di piantare un piccolo angolo di Paradiso.

Agatha Christie, famosa scrittrice di gialli e appassionata di giardinaggio, nonché conoscitrice di piante potenzialmente velenose, è un esempio di come il giardinaggio possa diventare una via per creare un proprio Paradiso.

Serena Dandini stessa non rinuncia alle sue piante, nemmeno quando si trova di fronte a un trasloco problematico.

Ricordi personali e storie (molto) stravaganti

Le “Cronache dal Paradiso” di Serena Dandini sono un incrocio tra i suoi ricordi personali e le aperture inaspettate verso storie stravaganti, a volte temerarie. Questo libro ci fa riflettere sul fatto che il Paradiso può diventare persino un’ossessione, un filo conduttore che lega le storie narrate.

Tra le pagine del libro, troviamo anche una sottile critica ambientalista, che trova il suo culmine nella storia di Margaret Mee, la botanica inglese che ha dedicato metà della sua vita alla ricerca del rarissimo fiore di luna.

Per dipingere questo fiore, si è addentrata nella foresta amazzonica e si è appassionata alla causa della deforestazione. Margaret Mee, con la sua ossessione, è diventata un simbolo di riscatto e lotta per gli indigeni dell’Amazzonia.

Attraverso il suo sogno e la sua ricerca, ha scoperto un’altra versione di sé stessa. Come afferma Dandini, “A questo serve il sogno, è un viaggio che rivela chi sei”. Anche l’autrice si riconosce in queste storie di ricerca e scoperta, cercando di capire chi era e chi è diventata.

La ricerca del paradiso e di un’idea di libertà

Forse, in fondo, questa incessante ricerca del Paradiso è guidata dal desiderio di una libertà illimitata, proprio come l’opera stessa di Serena Dandini, che stimola la curiosità dei lettori e li spinge a riflettere sul fatto che la realtà da sola non basta a soddisfarci. Siamo sempre alla ricerca di qualcosa di più e di diverso, che risponda alle nostre “domande di senso”.

In ogni caso, “Cronache dal Paradiso” è un libro che invita a esplorare le diverse sfaccettature del Paradiso, a scoprire le storie di coloro che hanno cercato un posto migliore, a volte attraversando viaggi pericolosi e sfidando la sorte e i pregiudizi. È un invito a esplorare il nostro desiderio innato di trovare un altrove, un luogo in cui siamo felici e in armonia con noi stessi e con il mondo che ci circonda.

Attraverso i ricordi dell’autrice e le storie degli altri, scopriamo che il Paradiso può essere inteso in modi diversi, ma è un concetto che accomuna l’umanità in uno slancio di speranza, nella ricerca della bellezza.

“Cronache dal Paradiso” è un libro che esplora una tensione molto umana a esplorare il potere dei ricordi, la forza della fantasia e la perseveranza nell’affrontare viaggi temerari. È un libro che fa riflettere sulla nostra ricerca incessante di un Paradiso personale – seppure con uno sguardo aperto su orizzonti più ampi – e invita a coltivare un sogno di Paradiso, che sia nella natura, nell’arte o nell’immaginazione. Come sostiene Serena Dandini, “non esiste essere umano che non vagheggi un ‘altrove assolato’ con il magico potere di quietare le proprie ansie”.

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