Pier Giorgio Frassati, patrono della Gmg: “mostra ai giovani che un orizzonte di fede trasforma la vita in qualcosa di bello”

Di Luciana Frassati - Une vie en image, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=40338096

“Una biografia spirituale di Pier Giorgio Frassati”, recita il sottotitolo del volume “Io, ma non più io” (Edizioni San Paolo 2023, pp. 250, 20,00 euro) di don Paolo Asolan, professore di Teologia pastorale presso la Pontificia Università Lateranense di Roma, dedicato allo studente italiano, terziario domenicano, membro della FUCI e di Azione Cattolica, nato a Torino il 6 aprile 1901 e ivi morto il 4 luglio 1925, a soli ventiquattro anni a causa di una poliomielite fulminante e proclamato beato nel 1990 da Papa Giovanni Paolo II.
Di questa figura di santo sociale vissuto nella Torino di inizio Novecento, dialoghiamo con l’autore, tra i fondatori dei Preti Loschi, un gruppo di sacerdoti uniti dalla comune amicizia con Frassati.

Che cosa significa scrivere una “biografia spirituale”?
«Mentre le altre biografie si fermano a descrivere i fatti, io cerco di capirne l’origine. Cerco di andare più a fondo rispetto alla semplice cronaca della vita di Pier Giorgio Frassati che pure è interessante, però è già abbastanza nota. Il mio è stato il tentativo di intrecciare i documenti e il senso di fede che tutto questo ha. Era arrivato il momento di fare un passo in avanti anche in vista della canonizzazione di Frassati che pare dovrebbe avvenire nel 2025».

Qual era l’ambiente dal quale proveniva il giovane Pier Giorgio?
«Era un ambiente dell’alta borghesia di Torino Subalpina, negli anni della prima
industrializzazione. Il papà Alfredo era di tendenze progressiste, però liberale, laureatosi in legge, preferì dedicarsi alla carriera giornalistica, e fu il fondatore del quotidiano “La Stampa”. La mamma di Pier Giorgio, Adelaide Ametis, era originaria di Pollone, in provincia di Vercelli, (paese dove spesso Pier Giorgio soggiornerà), era invece una pittrice apprezzata. L’ambiente dal quale proveniva il giovane Pier Giorgio, per certi versi si avvicina alle condizioni di vita che viviamo noi oggi e che allora erano riservate a pochi eletti. Uno dei motivi per cui la vita di Pier Giorgio è interessante è
perché incarna la fede in un contesto che assomiglia a quello che per noi adesso è la normalità».

L’amore per lo studio, per la montagna, per i poveri. Pier Giorgio, convinto
antifascista e cristiano tutto d’un pezzo, muore troppo presto e all’improvviso, quando aveva tutta la vita davanti. Qual è l’eredità che lascia?

«L’eredità di una fede che si vive attraverso un rapporto con i compiti e le circostanze di ogni giorno e che fa un’unità tra l’economia della creazione e quella della redenzione. Pier Giorgio assume questi compiti, lo studio, la famiglia, gli amici, persino lo sport e il tempo libero, soprattutto il grande impegno a favore dei poveri, la carità, la politica, non come vie che ostacolano la santità, ma come le vie attraverso le quali incontra il mistero di Cristo e il mistero di Dio».

Frassati è stato indicato come modello per le nuove generazioni da Papa Giovanni
Paolo II, scelta confermata da papa Francesco. Qual è la grande attualità del beato?

«Si tratta di un ragazzo che ha vissuto nelle condizioni in cui vivono i ragazzi di oggi, compresa quella difficoltà di rendere accessibile la fede con intensità e di averlo fatto compiendo fino in fondo la sua vita. Questo trovare un significato grande, lieto, allegro, è qualcosa che interessa tutti i giovani che sono sempre stati interessati a fare della loro vita qualcosa di bello, sensato e intenso. In questo senso Pier Giorgio dimostra che è possibile. Non occorrono mezzi straordinari e eccezionali, ma basta vivere la vita quotidiana e i compiti di ogni giorno dentro un orizzonte di fede, dentro la
comunità cristiana partecipando ai sacramenti con una intensissima vita di preghiera e di servizio. Anche con una disponibilità al sacrificio, cioè all’offerta di sé che è la radice ultima dell’amore».

Sono 13 i santi patroni per la Giornata mondiale della Gioventù, che si terrà a Lisbona dal 1° al 6 agosto 2023. Tra questi, il beato Pier Giorgio Frassati. Che cosa ne pensa?
«Giovanni Paolo II nel 1989 quando si recò a Pollone, in provincia di Vercelli, riconobbe che parte del suo percorso di fede aveva preso esempio da Frassati. Wojtyla aveva letto la vita di Pier Giorgio tradotta in polacco quando il futuro pontefice era un giovane universitario. Da subito Giovanni Paolo II si è orientato a far conoscere Frassati, sia promuovendone la causa, sia poi riproponendolo ogni anno in cui era prevista la GMG, come uno dei santi di riferimento dei ragazzi che partecipavano alle giornate. La figura di Pier Giorgio Frassati è molto amata ed è di esempio non
solo in Italia ma anche negli Stati Uniti».

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