Canzoni del Novecento in chiave Jazz. Roberto Olzer suona l’organo Serassi nella parrocchia di Sant’Anna

Un’unione insolita, ma perfetta, quella tra il mondo dell’organistica e della musica novecentesca nel concerto che si terrà questo venerdì 21 luglio a partire dalle ore 20.45 nella Parrocchia di Sant’Anna a Bergamo. 

Il musicista Roberto Olzer metterà in pratica la sua pluriennale esperienza nel mondo dell’organo, riadattando in chiave jazz, con una buona componente di improvvisazione, le canzoni più celebri del Novecento con un repertorio piuttosto variegato, che andrà a toccare differenti generi. Il tutto attraverso le sonorità dello storico organo Serassi a due tastiere. 

“Si tratta di uno strumento impressionante – osserva Olzer – per la ricchezza di registri che ha, raramente mi era capitato di trovare di quel periodo storico una tavolozza timbrica di quello spessore. È uno strumento impegnativo perché ha tanti registri e tanta scelta, ma tanta scelta implica anche una difficoltà nella selezione. È un capolavoro dei Serassi: ne sono rimasto molto colpito”.

“Un programma unico nel suo genere”

Così il musicista e compositore descrive il maestoso organo protagonista del suo prossimo concerto. Continua poi affermando che “il programma è unico nel suo genere, e di questo devo ringraziare Alessandro Bottelli [ideatore e direttore della rassegna «Box Organi. Suoni e parole d’autore» entro cui si colloca questo spettacolo] perché sarà un concerto interamente di canzoni novecentesche eseguite su uno strumento dell’Ottocento. Questo è un elemento veramente innovativo: è stata una bella intuizione la sua”.

Olzer, in seguito al diploma conseguito al Conservatorio di Milano sotto la guida del maestro Giancarlo Parodi, ha sviluppato la passione per l’improvvisazione con il pianista Ramberto Ciammarughi.

Queste competenze le ha, poi, riportate nella sua formazione organistica. Frequenti sono, infatti, collaborazioni o concerti che più che seguire un repertorio tradizionale si rivolgono ad esperienze diverse, che possono essere l’organo unito a un dj o alla musica elettronica. 

“Generalmente chi ha una formazione organistica resta dentro determinati canoni perché segue un certo repertorio che è appunto quello classico, barocco, bachiano, fino ad arrivare alla musica dell’Ottocento organistico italiano che è molto adatta agli organi che abbiamo noi in queste zone, come quello che suonerò alla chiesa di Sant’Anna”. 

L’improvvisazione al centro del concerto

Ed è proprio questa improvvisazione che costituirà una componente fondamentale del concerto. Vi è la volontà di utilizzare uno strumento storico con una modalità inconsueta, per far vedere come anche l’organo, che siamo abituati ad ascoltare con un determinato tipo di repertorio e in uno specifico contesto liturgico e sacro, in realtà è capace di esprimere musicalmente effetti diversi rispetto alla tradizione. 

Come detto, il programma è assai dinamico e spazierà molto; saranno nove in tutto le suites tematiche su cui sarà strutturato il concerto: Old America Suite, Neapolitan Suite, Pop Suite, Musical Suite, South America Suite, Pink Floyd Suite, Old Italy Suite, Suite in technicolor, Rock Suite.

Il concertista muoverà, dunque, dalla musica del primo jazz del Novecento, con componenti legate allo swing, per giungere, poi, a musiche decisamente più recenti come quelle dei Queen e degli Abba, passando per i Pink Floyd che sono da sempre la sua più grande passione. Non mancheranno, però, canzoni pop tratte dal Festival di Sanremo e colonne sonore dei film di autori storici, come Morricone e Rota. 

“Primo libro di canzoni per sognare”

Significativo è anche il titolo del concerto Primo Libro di Canzoni per sognare. Si tratta di un gioco di parole che vuole richiamare gli antichi testi musicali del Cinque-Seicento strutturalmente e formalmente simili al ricercare, composizione musicale e strumentale del tardo rinascimento e del primo barocco.

Si vuole alludere al fatto che già all’epoca esisteva la forma di canzona o canzone, che aveva un significato, però, più ristretto rispetto al nostro; si trattava di una forma compositiva con determinate caratteristiche con l’intenzione di raccontare, di mettere in musica anche una forma narrativa. L’idea è quindi quella di usare un riferimento antico per vedere come si possa applicare a quello che sono per noi, oggi, le canzoni. Un legarsi al passato per esplorare il presente attraverso questo strumento.

L’esibizione musicale ha come obbiettivo quello di mostrare come l’organo, sebbene collocato in determinati contesti sacri e pur non godendo di attrattiva presso il grande pubblico, sia però uno strumento molto più duttile di quanto si possa pensare e per questo possa essere utilizzato in ambiti musicali che non sono quelli consueti.

Informazioni utili

Per chi fosse interessato a partecipare l’ingresso è libero. Le offerte raccolte nel corso della serata saranno interamente devolute a sostegno delle attività della Conferenza San Vincenzo.

Per info ci si può rivolgere al seguente numero 388 58 63 106

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