Gmg Lisbona 2023. Don Michele Falabretti: “Camminare insieme per rafforzare il legame tra i giovani e la Chiesa”

Dal 1° al 6 agosto si terrà la XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù in Portogallo, a Lisbona alla presenza di Papa Francesco. 

Lisbona, Città della luce e del vento, situata sulla riva Nord del fiume Tago, che si affaccia sull’Oceano Atlantico, vedrà centinaia di migliaia di giovani radunarsi intorno al Santo Padre per vivere un’esperienza di fede e di festa. 

Il logo della GMG di Lisbona, ispirato al tema “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39) ha come elemento principale la Croce attraversata da un sentiero, dove sorge lo Spirito Santo. I colori (verde, rosso e giallo) evocano la bandiera portoghese, mentre la Croce cristiana, segno dell’infinito amore di Dio per l’umanità, è l’elemento principale, da cui tutto nasce.

Di questo importante avvenimento dialoghiamo con Don Michele Falabretti, che, nato a Bergamo in Borgo Santa Caterina, è responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della CEI (Snpg), e vive a Roma dal 2012 dopo molti anni di servizio alla Chiesa e ai giovani bergamaschi in particolare con l’impegno negli oratori.

  • Ormai ci siamo. Mancano pochi giorni alla GMG di Lisbona. Come si è preparata la Chiesa italiana in vista di questo importante appuntamento, avviato da San Giovanni Paolo II, che la volle per la prima volta nel 1985? 

«È stata una preparazione diversa rispetto al passato, perché l’appuntamento aveva una sua continuità prima dell’emergenza Covid. L’ultima GMG è stata a Panama nel mese di gennaio del 2019, e vi hanno partecipato pochissimi italiani. Quindi la distanza tra le due GMG (NdR – da Cracovia 2016) è diventata di sette anni, ciò vuol dire perdere una generazione o due. Nel mezzo c’è stata la pandemia, per questo siamo partiti con forti preoccupazioni, avevamo il timore che questa volta non saremmo riusciti a coinvolgere i giovani. Invece abbiamo notato un’iscrizione leggermente superiore alla GMG che si è svolta a Cracovia nel 2016. Secondo me questo è un dato molto importante, perché questi ragazzi non vengono da esperienze già fatte. Questo sta a significare che c’è ancora un certo legame tra i giovani e la Chiesa e che la vita pastorale della Chiesa italiana è forse più sana e in salute di quel che pensiamo. Cioè è ancora capace di un coinvolgimento forte». 

  • Dunque la pandemia ha inciso moltissimo sulla GMG, considerato che prevista per lo scorso anno, la GMG in Portogallo è stata rimandata per l’emergenza Covid?

«Questa è stata una delle grandi domande in fase di preparazione sulla quale abbiamo insistito. Abbiamo insistito nel dire agli accompagnatori di tener conto che abbiamo a che fare con una generazione diversa, nuova non perché ha deciso delle trasformazioni. Io sono un bambino degli Anni Settanta cresciuto con l’idea che i giovani erano quelli che contestavano e volevano cambiare il mondo. A me sembra che oggi questi siano giovani che sono stati cambiati dalle circostanze della Storia. E anche da certi comportamenti degli adulti. L’unica categoria di persone obbligata attraverso la tecnologia a far entrare chiunque in casa durante la pandemia, sono stati gli studenti con le lezioni a distanza. Invece molti adulti hanno lavorato in smart working, ma nessuno di loro è stato costretto, obbligato a metterci la faccia. I ragazzi sì, non tutti avevano i dispositivi adatti, ci siamo mai chiesti cosa abbia significato per uno studente adolescente dover mostrare il proprio ambiente familiare, qualche situazione difficile che avrebbe preferito tenere per sé stesso? Abbiamo dato tranquillamente per scontato che uno studente potesse mostrare in classe la sua vita privata. Diamo per scontato che la tecnologia sia un successo e una conquista, magari qualche volta sono una fatica…

Inoltre, spero di no, ma temo che questa volta, invece di dover curare un mal di pancia dei ragazzi, dovremo aspettarci ansia e qualche attacco di panico. Le statistiche rivelano che i ragazzi stanno vivendo disagi e fragilità. La pandemia ha sollevato grandi domande. Che sono ancora lì. Quali sono le risposte? C’è un servizio da offrire, un cammino da fare, ma non è tutto automatico, la GMG è un’occasione bellissima per vivere un’esperienza che in questo momento è preziosa». 

  • Quali saranno i luoghi dove si terranno gli eventi principali della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona? 

«Saranno tre. La Collina dell’incontro (Parque Edoardo VII – Parco Edoardo VII) sarà il luogo della Messa di apertura, della cerimonia di accoglienza del Papa e della Via Crucis, sempre con la presenza di Papa Francesco. Il Campo della Grazia (Parque Tejo – Parco del Tago), sarà il luogo della veglia del sabato sera e della Messa di mandato conclusiva della GMG di Lisbona, tutti appuntamenti presieduti da Bergoglio. Il 2 agosto, per tutti i ragazzi italiani ci sarà la Festa degli italiani che si terrà presso il Passeio Marítimo de Algés (Lisbona), spianata in riva al Tago. Sarà un momento di preghiera e riflessione, presieduto dal Card. Zuppi, presenti i vescovi italiani che saranno a Lisbona». 

  • Come si stanno preparando i ragazzi italiani?

«Questo lo sanno gli educatori, sento che molte iniziative sono in corso, a me interessa capire quali sono le attese dei giovani e come possiamo andare incontro alle loro speranze. C’è movimento, i vescovi si sono messi in gioco, incontrano i gruppi diocesani. Anche l’accompagnamento dei vescovi nei confronti dei ragazzi mi sembra che sia stato capace di raccogliere questi cambiamenti. Ho visto tanti vescovi impegnati a mettersi in viaggio insieme con i ragazzi, questo è molto bello». 

  • Il logo della GMG di Lisbona è un invito rivolto ai giovani, perché non stiano fermi e siano i protagonisti della costruzione di un mondo più giusto e fraterno?

«Sì, più che il logo, è l’icona biblica. È stata scelta l’icona della Visitazione di Maria a Elisabetta che parla del fatto che Maria non sta ferma dopo l’annuncio dell’Angelo, ma si muove con questo senso di condivisione, credo anche con la certezza di poter ricevere qualcosa da Elisabetta. In fondo Maria era una ragazza molto giovane, era ormai al sesto mese di gravidanza, forse Maria va perché sente questo bisogno forte di condividere un annuncio di Grazia. Allora il messaggio per i giovani è sulla Grazia nella vita. Fai viaggiare la Grazia dentro questo mondo solo se condividi la vita con gli altri». 

  • In occasione della prossima Giornata Mondiale della Gioventù, Papa Francesco compirà una visita al Santuario di Fatima il 5 agosto. Ce ne vuole parlare? 

«Tutte le volte che il Santo Padre visita il Paese che ospita la GMG, va anche nei luoghi più significativi. Fatima, ovviamente, è un luogo particolarmente significativo. Una visita molto bella e importante. Del resto, anche questo pontefice, come è accaduto per San Giovanni Paolo II, è molto devoto alla Madonna. Lo testimonia il fatto che prima di qualsiasi viaggio Bergoglio si reca presso la Basilica di Santa Maria Maggiore per pregare la Salus Populi Romani». 

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