Cosa fare se l’omelia diventa “propaganda”? Suor Chiara: “Il cuore è sempre il Vangelo”

Buongiorno suor Chiara,
Ogni tanto la domenica a Messa mi sembra che il mio parroco approfitti della predica per propagandare le sue idee politiche, che non si armonizzano con le mie. Non capisco se sono io che sono un po’ troppo suscettibile o è lui che si allontana dal suo compito. Che cosa ne pensa, dovrei parlargliene? Ho timore di offenderlo, ma sto pensando di andare a messa da un’altra parte.
Irma

Cara Irma, l’omelia è un momento importante della celebrazione eucaristica nella quale il celebrante non deve fare una lezione di catechesi o di teologia, oppure una meditazione spirituale, ma proclamare la bellezza della rivelazione e dell’Alleanza che Dio ha voluto compiere per e con l’uomo.

Comprendo che non tutti i sacerdoti hanno il dono di una comunicazione facile o di una sintesi e che qualcuno svolga il servizio della Parola con difficoltà, ma tutti possono esprimere l’amore alla Parola e a Cristo anche con brevi e semplici pensieri.

Ciò che è certo è che l’omelia non deve essere uno spazio di propaganda di qualsiasi genere, ma deve esprimere la sintesi del messaggio evangelico. Papa Francesco, nelle omelie a Santa Marta, ci ha offerto esempi di prediche brevi, ricche anche di immagini che rimangono scolpite nella mente e nei cuori dei fedeli.

Nell’Evangelii Gaudium, il papa, si sofferma sulle modalità e sull’l’importanza che un pastore deve avere nella preparazione dell’omelia dicendo: “Mi soffermerò particolarmente, e persino con una certa meticolosità, sull’omelia e la sua preparazione, perché molti sono i reclami in relazione a questo importante ministero e non possiamo chiudere le orecchie. L’omelia è la pietra di paragone per valutare la vicinanza e la capacità d’incontro di un pastore con il suo popolo. Di fatto, sappiamo che i fedeli le danno molta importanza; ed essi, come gli stessi ministri ordinati, molte volte soffrono, gli uni ad ascoltare e gli altri a predicare. È triste che sia così. L’omelia può essere realmente un’intensa e felice esperienza dello Spirito, un confortante incontro con la Parola, una fonte costante di rinnovamento e di crescita”.

Penso ai numerosi impegni dei sacerdoti che si trovano a preparare l’omelia domenicale frettolosamente, magari come un compito o un obbligo da fare e non come occasione e motivo di approfondimento della propria relazione con il Signore, ma anche ad altri che invece la vivono con dedizione, come dono per la loro formazione personale.

Nell’omelia il pastore esprime la responsabilità verso la propria vocazione e la propria missione e comunica ciò che veramente gli sta a cuore, il tesoro della sua vita. Con la sua parola umana, dando voce alla Parola divina, può infiammare i cuori dei fedeli che ascoltano e sono desiderosi di cercare e incontrare il volto del Signore. Cara Irma, sono solo alcune riflessioni che mi sembrano importanti e che forse ti possono essere utili anche per capire che cosa puoi fare con il tuo parroco.

Credo sia un gesto di fraternità poter avere con lui uno scambio su questo tema, nella condivisione umile della tua esperienza, delle tue attese e dei tuoi desideri, senza esprimere giudizi che potrebbero rivelarsi infondati e senza cercare subito altre chiese per partecipare alla messa. Nella logica della comunione ecclesiale potersi confrontare mi sembra un bel dono da fare e da ricevere per camminare insieme, dentro una Chiesa sempre più fraterna e sinodale. 

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