Ispi, estate torrida, “più rischi per tutti”. In Italia pesanti ricadute

“Quest’anno le temperature nel Mediterraneo hanno raggiunto i livelli massimi mai registrati. Il mare, in particolare, si sta scaldando a un ritmo che è oltre doppio nei confronti del riscaldamento globale (+3 °C vs +1,2 °C rispetto alla media delle temperature preindustriali). Questo significa più rischi per tutti, in Europa e in Italia”. Lo si legge in una ricerca pubblicata oggi da Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale).

“Le ondate di calore si fanno sempre più minacciose. L’anno scorso, tra giugno e settembre le morti attribuibili al caldo sono state oltre 60.000 in Europa, di cui ben 18.000 nella sola Italia: il 30% del totale, anche se gli italiani sono solo il 12% della popolazione europea”. Dal 1980 a oggi, in Europa, “gli eventi climatici avversi hanno causato almeno 560 miliardi di euro di danni. In Italia, ciascun cittadino ha perso 1.500 euro a causa di danni collegati ad alluvioni, uragani, frane, ondate di calore o di freddo. Si tratta di un costo che, seppur lentamente, tende a salire nel tempo, e talvolta raggiunge livelli altissimi. Nel 2021, per esempio, i danni registrati ammontarono a 57 miliardi: oltre 4 volte la media degli ultimi quarant’anni”.

Nello studio si legge ancora: “Talvolta è lo stesso cambiamento climatico a complicare la lotta al cambiamento climatico. A causa di uno dei periodi di peggiore siccità della storia recente, dall’anno scorso l’Italia sta attraversando la più grave crisi della generazione idroelettrica di sempre, con un calo del 37% rispetto ai dieci anni precedenti e che, nel 2023, potrebbe attestarsi su un -28%”. Con il crescere delle divisioni internazionali e delle tensioni tra la Cina e l’Occidente, la cooperazione sul clima “è sempre più a rischio. Fortunatamente, gli sforzi dei singoli Paesi e regioni del mondo per diventare leader tecnologici della transizione verde porta a risultati positivi. Prova ne siano sia il moltiplicarsi degli impegni per raggiungere ‘net zero’ entro il 2050 o 2060, sia la conseguente accelerazione senza precedenti nell’installazione di fonti rinnovabili”.
Segue un preoccupato commento: “sempre più vicino, più tangibile, più spaventoso. Nelle ultime settimane, il cambiamento climatico ha fatto sentire i propri effetti più gravi sulle società umane, alternando ondate di calore e siccità a eventi metereologici estremi e allagamenti. E, nonostante la popolazione mondiale fosse stata avvisata da tempo in maniera incontrovertibile, siamo ancora lontani dal comprendere appieno la portata di questo fenomeno. Che, inevitabilmente, avrà conseguenze economiche, politiche e umane devastanti a livello globale”.

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