Diario della “Gmg Light”: da Urgnano a Lisbona, «Tre giorni di un’esperienza fantastica»

Venerdì 4 agosto sono partita la mattina, alle 10, dall’aeroporto di Orio al Serio, con il mio zaino e il mio sacco a pelo per prendere il volo diretto verso Lisbona. In quel momento, l’entusiasmo e la tensione si mescolavano alla gioia per vari motivi: primo perché era la mia prima GMG, secondo mi stavo recando in una città dove non ero mai stata, ovvero Lisbona, e terzo perché non sarei stata sola, ma con una piccola comitiva composta da tre giovani di Urgnano (Elisabetta Radavelli, Lara Brolis e Roberto Gavazzi) e uno di Azzano San Paolo (Matteo Rota) che avrei ritrovato ad attendermi alla stazione di Oriente, situata a tre fermate con la metro dall’aeroporto di Lisbona.

Arrivata a mezzogiorno in Portogallo, ho preso il mio zaino e il mio sacco a pelo e mi sono incamminata per prendere la metropolitana, raggiungere la fermata Oriente e aspettare i miei compagni di viaggio; finalmente verso le 14:30, arrivano in Flixbus, con trolley e zaini e, dopo baci e abbracci, si parte insieme. L’obiettivo era recuperare i pass del pellegrino della GMG, in modo da poter accedere gratuitamente agli eventi, al trasporto pubblico della città e ai locali convenzionati per poter mangiare e bere. Così, dalla stazione di Oriente, dopo aver contattato Edoardo Belotti, il volontario della GMG che aveva i pass dei bergamaschi per capire dove incontrarsi, prendiamo la metro e arriviamo alla fermata São Sebastião.

Dopo alcuni minuti, arriva Edoardo con i pass e, dopo aver mangiato e bevuto, ci siamo incamminati verso il Parque Eduardo VII, luogo dove si sarebbe svolta la Via Crucis con Papa Francesco.

Il Parque Eduardo VII è una vastissima area verde, nel centro di Lisbona, di circa 25 ettari, con meravigliose viste sul centro storico della città.

Durante il nostro cammino, l’atmosfera che si respirava era gioiosa, grazie alla moltitudine di giovani che cantavano e issavano le loro bandiere per manifestare la loro provenienza. Dopo aver passato i controlli di sicurezza, proviamo ad avanzare verso il settore A9 dove ci saremmo trovati con i diciassette giovani dell’Oratorio di Urgnano, accompagnati da don Davide Milani ma rimaniamo bloccati da tanti giovani, fermi vicino alle transenne perché in quegli istanti sarebbe arrivato il Papa. Infatti, dopo alcuni minuti, a bordo della papa-mobile, è arrivato il Papa e tutti noi giovani lo abbiamo immortalato subito con foto e video.

Papa Francesco sulla papa-mobile e salutare i numerosi giovani presenti al Parque Eduardo VII per la Via Crucis

Dopo aver visto entusiasti il Papa, non potendo avanzare ulteriormente, il gruppo decide di sostare lì vicino a un maxi schermo e stendere sul prato un telo anti-pioggia, ricevuto nel kit dei pellegrini bergamaschi, per assistere, immersi nel verde, alla Via Crucis.

«La Via Crucis mi ha regalato tanta emozione e lacrime di gioia», afferma Elisabetta Radavelli. Anche Matteo Rota è rimasto colpito da quest’evento e dice: «Ho visto delle belle rappresentazioni che sicuramente non ti lasciano indifferente».

In lontananza il palco allestito per la Via Crucis

Effettivamente le parole intense del Papa, il trasporto della Croce dei Giovani sulle terrazze di stazione in stazione, le impressionanti coreografie e le testimonianze dei ragazzi raccontate sul maxischermo che hanno conosciuto Dio, hanno reso la Via Crucis un evento di rito di grande impatto emotivo. Terminata la Via Crucis, con la benedizione del Santo Padre e l’esibizione di Salvador Seixas che ha cantato “This I Believe (The Creed)”, si riparte per arrivare all’alloggio e trascorrere la notte.

«Un tragitto impegnativo che mi ha regalato sensazioni positive soprattutto quando dei giovani spagnoli, in attesa della metro, hanno cantato e ballato inni alla Madonna di Sevilla», ricordo. La destinazione era la palestra scolastica di Salvaterra de Magos, un comune a 50 chilometri da Lisbona, raggiungibile in un’ora e mezza tramite un treno e un bus. Arrivati alla palestra, essa era divisa in due parti da un grande telo, da una parte dormivano le ragazze e dall’altra i ragazzi.

Sabato 5 agosto, siamo nella palestra e alle 7 veniamo svegliati dalla musica ad alto volume. Dopo esserci preparati e aver fatto la colazione, noi cinque decidiamo di unirci ai giovani dell’Oratorio di Nembro, guidati da don Christopher Seminati (nativo di Urgnano e ci conosceva) e a quelli di Dalmine, in compagnia del loro don Gianluca Mandelli, per raggiungere tramite un bus e il treno, l’ultimo luogo della Giornata Mondiale della Gioventù: Parco Tejo-Trancão o, ribattezzato, Campo da Graça.

Il palco allestito nel Campo da Graça per la Veglia e la Messa conclusiva della GMG.

Prima di arrivare al parco, si prende il kit alimentare che avrebbe coperto il pranzo e la cena di sabato e la colazione e il pranzo della domenica, perché appena entrati nel parco, non si sarebbe più potuto uscire. Poi, con gli zaini, i sacchi a pelo e la busta con il cibo, ci siamo incamminati verso il parco per sostare finalmente nel settore A9. Durante il pomeriggio, mettiamo i nostri teli antipioggia e parliamo della GMG. Roberto Gavazzi dice: «per me la GMG è l’incontro tra tanti popoli che parlano lingue diverse ma che condividono la stessa speranza». Invece, Elisabetta Radavelli commenta così: «Non ci ho mai partecipato e questa era l’occasione, essendo anche relativamente vicino casa».

Durante il pomeriggio, in attesa della Veglia, abbiamo camminato nel parco, abbiamo visto tantissimi giovani provenienti da ogni parte del mondo e poi, dal maxischermo, abbiamo assistito a numerose esibizioni musicali cristiane; poi sono arrivati i giovani dell’Oratorio di Urgnano, con don Davide Milani, per trascorrere la Veglia e la Messa insieme.

A un certo punto, io, Roberto Gavazzi, Lara Brolis, Matteo Rota e altri nostri amici di Urgnano decidiamo di camminare per il parco e incrociamo il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, al quale chiediamo di scattare una foto ricordo; era tempo di tornare nel nostro settore per assistere alla Veglia.

La foto con il vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi

La celebrazione è cominciata alle 18 e arrivano, a bordo di una nave mercantile tradizionale portoghese, la Croce dei Giovani e il quadro di Maria Salus Populi Romano.

Dal maxischermo, il trasporto della Croce dei Giovani.

Il Papa giunge verso le 20 e da lì in poi la Veglia si è trasformata in un grande evento di preghiera e di spettacolarità.

La scritta della parola “Alzati” proiettata in cielo durante la Veglia

Ci sono stati momenti di musica accompagnati da ballerini, le proiezioni della scritta “Alzati” in varie lingue e, soprattutto, potenti sono state le parole di Papa Francesco: «Maria si alza e va a vedere sua cugina, è un gesto non richiesto, ma Maria va perché ama, corre ed è felice perché l’allegria è missionaria».

I ragazzi dell’Oratorio di Urgnano con il don seguono insieme la Veglia dal maxischermo

Verso il calare della sera, il gruppo dell’Oratorio di Urgnano, così come la maggior parte dei numerosi pellegrini, decidono di coricarsi nei sacchi a pelo sotto una luna rossa e una vista illuminata dalle luci della città. In quest’occasione, Lara Brolis dice: «La Veglia è stata bellissima e mi ha emozionato quando il Papa ci ha chiesto un momento di silenzio e, con tutta quella gente, non si sentiva proprio nessuno nessuno parlare».

Domenica 6 agosto, i pellegrini si svegliano con una bellissima alba e la musica elettronica dj padre Guilherme Peixot.

Dj padre Guilherme Peixot alla console per scatenarsi sulle note della musica elettronica

A seguire, alle 9, inizia la Messa de Envio, presieduta da Papa Francesco con la partecipazione di 700 vescovi e 10 mila sacerdoti. Durante questo momento mi colpiscono questi tre verbi detti dal Papa: «Resplandecer, Escuchar e No Tener Miedo (tradotto in italiano: Brillare, Ascoltare e Non Aver Paura)».

Papa Francesco durante la Messa de Envio di domenica dal maxischermo

Avendo il mio volo di ritorno in Italia alle 17:05, alle 10:20, dopo la benedizione, saluto i miei compagni di viaggio, i ragazzi dell’Oratorio di Urgnano e di Nembro e mi dirigo all’uscita del Campo de Graça per raggiungere a piedi la stazione dei bus e della metro Oriente e, durante il mio cammino in solitaria, mi aggrego a un gruppo di giovani romani che, accompagnati dal loro parroco, si stavano dirigendo proprio verso Oriente. Dopo aver salutato il gruppo di Roma, prendo la metropolitana e giungo all’aeroporto in pochi minuti. Lì, scopro che il volo sarebbe arrivato con due ore di ritardo, ma nell’attesa ho ricevuto una serie di sorprese inaspettate: la prima è l’incontro con il cardinale Zuppi, al quale ho chiesto una foto ricordo, la seconda è la conoscenza di un gruppo di giovani della GMG, originari della Repubblica Ceca, che mi hanno regalato un braccialetto colorato, creato da loro in segno di amicizia.

Foto con il cardinale Zuppi all’aeroporto di Lisbona

A quasi mezzanotte, sono rientrata a Orio al Serio e mi porto a casa tante emozioni positive con il cuore colmo di estasi e di gioia e penso tra me e me: «spero di andare al Giubileo di giovani a Roma nel 2025 e forse di partecipare alla prossima GMG, nel 2027, in Corea del Sud; questa GMG è stato l’inizio del mio pellegrinare».