A che cosa serve un padre spirituale? Suor Chiara: “Un aiuto per scoprire la propria identità più vera”

Buongiorno suor Chiara

Un amico che abita in un’altra città mi ha detto casualmente, mentre parlavamo di scelte per il futuro, di avere un padre spirituale. Sono uno studente e ogni tanto anche a me capita di sentirmi disorientato e di aver bisogno del consiglio di qualcuno più saggio in materia di fede, al di fuori della mia famiglia e della mia parrocchia, dove tutti mi conoscono. Mi sono chiesto se una figura di questo tipo mi potrebbe aiutare, in quali casi si può richiedere e a chi bisogna rivolgersi. 

Grazie mille

Luigi

Caro Luigi, la presenza di un fratello o di una sorella che hanno già fatto un serio cammino di fede, potrebbe essere un valido aiuto in questo tempo della tua vita: un sacerdote, un religioso o una religiosa, un laico preparato, e soprattutto con una seria esperienza di vita cristiana.

La pratica della direzione spirituale o della paternità e maternità spirituale è sorta sin dall’inizio del cristianesimo. Le persone andavano dagli “Abba” per ascoltare una parola sapiente sulla loro esistenza, per essere istruiti nella fede e saper discernere lo Spirito del Signore dagli altri spiriti.

Lo scopo è quello di aiutare la persona a scoprire dentro di sé la propria identità più vera, quella ricevuta nel Battesimo, quella di figlio di Dio redento, facendo emergere il proprio vissuto umano e spirituale.

La guida spirituale può aiutarti ad ascoltare te stesso, a lasciar emergere gli appelli dello Spirito Santo, a scoprire dove il Signore è già all’opera nella tua vita e quali parti di te, invece, fanno ancora resistenza; ti sostiene nei momenti di fatica, ti esorta nei momenti di aridità, ti incoraggia nei momenti di gioia, ti scuote nei momenti in cui ti allontani dalla strada di Dio. Il padre o la madre spirituale non si sostituiscono a te, non vivono al tuo posto, non prendono decisioni che spettano solo a te e nemmeno hanno la risposta perfetta ad ogni situazione.

L’accompagnatore accompagna, cioè cammina al tuo fianco, su una medesima strada. Non deve precedere e neppure seguire. La sua vita personale sovente non è paragonabile a quella di colui che egli accompagna. Ogni via è strettamente unica. Lui si pone, con te, in ascolto dello Spirito e cerca la via del Signore.

Deve essere una persona di preghiera e docile all’azione dello Spirito, innanzitutto sulla propria vita: può accompagnare nelle vie di Dio perché, per primo, le ha attraversate con l’aiuto di altri. La presenza di una guida nel cammino, può essere necessaria in tempi e modalità differenti: all’inizio del cammino di fede, nel discernimento sulla propria vocazione, in alcuni passaggi difficili dell’esistenza. Nella tua situazione, Luigi, credo possa esserti utile un percorso di accompagnamento spirituale, perché mi sembra esprimi la necessità di un confronto che ti aiuti a trovare risposte alle domande cha hai nel cuore.

Potresti rivolgerti a un monastero o a un sacerdote o religioso che abbia disponibilità e anche una sensibilità verso questo ministero così importante e delicato. Ti potrebbe essere utile anche uno strumento semplice: un diario spirituale che ti prepari all’incontro con la guida. Non è fatto per raccontare passo per passo ogni momento della giornata, ma è uno strumento per poter raccontare la tua storia di salvezza: come la vivi, nel modo in cui ti viene meglio esprimerla.

È semplicemente un modo (fra tanti) per far tesoro delle grazie, per portare alla luce del Signore le esperienze della vita, per discernere, per ringraziare, per ricevere la parola di Dio per te in quel momento. Puoi annotare una frase del Vangelo che ti ha colpito, le tue domande, i desideri, gli incontri significativi, l’incontro con il Signore. È un piccolo strumento che accompagna i tuoi passi nella via del Signore. Buon cammino!

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