Meeting Rimini: Mattarella, “il crescere dell’amicizia fra le persone ha caratterizzato il progresso dell’umanità”

“Vorrei che ci interrogassimo. Su cosa si fonda, la società umana; la realtà nella quale ciascuno di noi è inserito: è il carattere dello scontro? È inseguire soltanto il proprio accesso ai beni essenziali e di consumo? È l’ostilità verso il – proprio vicino, il proprio lontano? È la contrapposizione tra diversi? O è, addirittura, sul sentimento dell’odio, che si basa la convivenza tra le persone? Se avessimo risposto affermativamente, anche, soltanto, a una di queste domande, con ogni probabilità, il destino dell’umanità si sarebbe condannato da solo”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha aperto il suo intervento, oggi al Meeting di Rimini.
Partendo dal tema della kermesse di CL che si chiude oggi nella città romagnola, “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile” e riallacciandosi ai suoi discorsi alle edizioni del Meeting del 2016 e del 2012, il presidente ha parlato di “amicizia” come “vocazione – incomprimibile – dell’uomo” e ha ricordato che “ogni volta che l’umanità, si è trovata di fronte al baratro – è accaduto con le due guerre mondiali novecentesche – ha trovato, dentro di sé, le risorse morali per ripartire, per costruire un mondo diverso, in cui, il conflitto, lasciasse posto all’incontro. Per immaginare, e progettare, il futuro insieme”. Per Mattarella, dunque, “il crescere dell’amicizia fra le persone, è quel che ha caratterizzato il progresso dell’umanità”. Una prospettiva “naufragata nel decennio, iniziato quasi alla metà degli anni venti, proprio per difetto di sentimenti di solidarietà e di reciproca disponibilità tra i popoli” ma che “ha avuto successo, negli anni Quaranta e Cinquanta, per la comunità internazionale, con il dar vita alle Nazioni Unite, e con l’avvio della integrazione d’Europa”. Il presidente ha poi ricordato che la Costituzione italiana è nata “per superare le barriere”.
Nell’assemblea costituente “opinioni diverse, si sono incontrate in spirito di condivisione, per affermare i valori della dignità, ed eguaglianza, delle persone, della pace, della libertà. La nostra Costituzione nasce con l’amicizia come risorsa a cui attingere, per superare insieme le barriere e gli ostacoli, per espellere, l’odio come misura dei rapporti umani, per esprimere la nostra stessa umanità”. Ma, ha avvertito, “l’aspirazione, non può essere, quella, di immaginare che l’amicizia unisca soltanto coloro che si riconoscono come simili. Al contrario. Se così fosse, saremmo sulla strada della spinta alla omologazione, all’appiattimento. L’opposto del rispetto delle diversità e delle specificità proprie a ciascuna, persona. Non a caso, la pretesa della massificazione, è quel che ha caratterizzato, ideologie e culture, del Novecento, che hanno portato alla oppressione dell’uomo sull’uomo”. Da qui un altro monito a “non resuscitare anacronistici nazionalismi”: “Non mancano mai i pretesti, per alimentare i contrasti. Siano la invocazione di contrapposizioni ideologiche, di caratteri etnici, di ingannevoli, lotte di classe, o la pretesa di resuscitare anacronistici nazionalismi. Quanto avviene ai confini della nostra Europa dopo l’invasione dell’Ucraina, da parte della Federazione Russa, ne offre drammatica testimonianza”. “Non vogliamo rinunciare, oggi, – ha aggiunto il presidente Mattarella – alla speranza della pace in Europa. L’Europa, che conosciamo, è nata da un reciproco impegno di pace che, i popoli e gli Stati, si sono scambiati dopo l’abisso della Seconda Guerra Mondiale. Su quella pace, sono stati edificati i nostri ordinamenti di libertà e democrazia. Su quella pace, è cresciuta la civiltà degli europei. Non ci stancheremo di lavorare per fermare la guerra. È contro lo strumento della guerra, che siamo impegnati nell’impedire una deriva di aggressioni del più forte contro il più debole. Per costruire, una pace giusta”.

(Foto Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)