“La donna che rise di Dio”. La Bibbia riletta da Roberto Mercadini

“Se ti trovi di fronte a un’impresa per cui ti senti impreparato, inadatto, troppo piccolo, non disperare. Perché nessuno, per quanto possa esserne convinto, può davvero conoscere la volontà divina. E magari Dio, dovendo scegliere uno fra tutti, sceglierebbe proprio te”. 

La copertina del volume

Nel volume “La donna che rise di Dio. E altre storie della Bibbia” (Rizzoli 2023, pp. 176, 15,00 euro) il simpatico e originale scrittore e autore Roberto Mercadini trascina il lettore tra le pagine delle Scritture divertendolo e lo guida a riflettere sulla lezione che si nasconde in ciascun versetto.

Ne parliamo con Roberto Mercadini nato a Cesena nel 1978, che porta in giro per l’Italia i suoi monologhi di narrazione sulla Bibbia.

  • L’idea centrale del libro è che nella Bibbia, quando Dio sceglie una persona per affidarle una missione, si tratta quasi sempre della persona più sbagliata che si possa immaginare. Ci fa qualche esempio? 

«Viene chiamato Abramo per fondare un popolo, ma è un anziano, sposato con una donna sterile; viene chiamato per fare il profeta e dare la legge al popolo Mosè che è un balbuziente; viene chiamato a fare il re un bovaro, che si chiama Saul. Viene chiamato a fare il profeta Giona ma scappa via, perché non ha la propensione a fare il profeta e a servire Dio». 

  • Chi è la donna che rise di Dio? 

«È Sara, perché quando Dio dice ad Abramo che dopo un anno lui e sua moglie avrebbero avuto un figlio, Sara che ha 89 anni e Abramo 99, si mette a ridere.  Da loro nascerà un bambino chiamato Isacco, il cui nome in ebraico è traducibile in: “Egli riderà”, perché Sara dice: “Dio mi ha fatto ridere”». 

  • Chi è il profeta che fuggì da Dio? 

«Si tratta, appunto di Giona, quando Dio gli ordina di andare a Ninive, in Mesopotamia, che rispetto ad Israele è ad Oriente, scappa a Tarsis nell’odierna Spagna, quindi in Occidente, nella direzione opposta. Dio lancia una tempesta nel mare, Giona gettato in mare viene inghiottito da un grande pesce che lo vomita sulla spiaggia, in Oriente. Giona comprende, così, che contro il volere di Dio non può andare».

  • Nell’Introduzione scrive che “Dio è doppio”. Desidera chiarire il Suo pensiero? 

«C’è un Dio di devozione che è perfetto, onnipotente, onnisciente, infinitamente amorevole. Poi c’è il Dio della narrazione biblica, che è invece un personaggio pieno di contraddizioni, difetti, limiti, paure, scoppi d’ira, meschinità e di eccessi. Sono due esseri diversi, ma come spiego nel libro, avviene sempre così nelle religioni».

  • La Bibbia mostra l’inestricabile complessità delle cose e, soprattutto, di noi umani. L’ambiguità, la contraddizione, la più complicata tortuosità, sono messe a nudo nelle sue pagine. Il caso più eclatante è la storia del primo re d’Israele: Saul, il bovaro che divenne re. Ce ne vuole parlare? 

«Saul viene eletto re in un periodo nel quale per Israele vi è un capo popolo eletto spontaneamente, un giudice, il quale dal punto di vista legislativo può interpretare la legge, ma non modificarla. Allora il popolo chiede un re a Dio, ma Dio si sente profondamente offeso da questa richiesta. Ma il popolo fa eleggere al profeta Samuele un re che è Saul, che viene scelto con un criterio non molto chiaro. Saul non ha apparentemente nessuna propensione al comando, il popolo in parte lo rifiuta, e lui stesso rimane molto perplesso dalla scelta». 

  • La Bibbia è il libro più venduto e più letto della storia, ma è anche il libro più importante che sia mai stato scritto? 

«È un libro particolare, in realtà è una raccolta di libri, il mondo occidentale ha subito la maggiore influenza, perché legato alla religione cristiana ed ebraica. Di tutte le storie che racconta la Bibbia, preferisco quella di Giona. È un libro brevissimo ma pieno di spazi enormi, tanto che mi sembra sia un libro gigantesco quando lo rileggo. È un gioiello che mi colpisce in modo significativo e al quale sono particolarmente affezionato».

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