Migranti, boom di arrivi a Lampedusa. “Cerchiamo di umanizzare la frontiera”

Un gommone sovraffollato Ë stato avvistato dall'equipaggio di Louise Michel, che ha messo in sicurezza la barca e fornito giubbotti di salvataggio alle 103 persone a bordo. Poche ore dopo, la Humanity Ë arrivata sul posto per assistere ai soccorsi, 5 dicembre 2022. L'Osservatorio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha fatto sapere che quest'anno pi˘ di milleottocento persone sono morte o sono scomparse durante la traversata del Mar Mediterraneo. ANSA/SOS HUMANITY +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++ NPK +++

“Da ieri si è alzato il vento e sono diminuiti gli arrivi. Nei giorni precedenti, però, sono arrivate a Lampedusa oltre 4mila persone: 65 approdi venerdì e 50 sabato. Invece di parlare di numeri da record e di hotspot al collasso, dovremmo capire che queste persone non ricevono un’accoglienza degna, arrivando provate da un viaggio che sono costrette a intraprendere per mancanza di vie sicure di migrazioni”.

Lo dice al Sir Emma Conti, operatrice di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, presente a Lampedusa e, in vari momenti, al porto dell’isola delle Pelagie dove vengono sbarcati i migranti salvati nel Mediterraneo.

“Le persone, con questo sistema di accoglienza, rimangono in condizioni inadeguate. Non ci si può prendere cura di loro come si dovrebbe. I flussi sono mal gestiti perché considerati un problema – osserva -. Non si vede che in queste persone ci sono desideri e progetti. Osserviamo che spesso le domande che si pongono sono le stesse che ci porremo noi quando arriviamo in un altro posto. Domande legittime cui il sistema non riesce a rispondere”.

Soffermandosi sugli arrivi degli ultimi giorni, l’operatrice spiega che “gli arrivi sono stati continui giorno e notte”. “Tante persone sono arrivate dalla Libia e dalla Tunisia. Noi siamo stati al porto in vari momenti della giornata con un piccolo gruppo di persone. È stato frustrante vedere persone in attesa senza acqua e bagno per tante ore. Persone che rimangono scalze”.

“Non è l’hotspot al collasso ma sono le persone a esserlo. E questa struttura non assicura condizioni buone di vivibilità”. Sono circa 400 i posti disponibili e, al momento, gli ospiti sembrano essere 4mila. “A Lampedusa mancano servizi e infrastrutture. Bisogna capire dove queste persone vengono trasferite, dopo l’hotspot. Noi al porto siamo presenti in rappresentanza della società civile e offriamo acqua, cibo e coperte termiche. Proviamo a umanizzare la frontiera e dare un benvenuto a persone provate da un viaggio dove alcuni di loro hanno perso amici e familiari”.

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