Lallio, “Tutto nel mondo è burla”. La Notte Bianca jazz-organistica invita alla leggerezza

“Tutto nel mondo è burla…” Prendendo in prestito il titolo dalla celebre fuga conclusiva del Falstaff di Giuseppe Verdi, questa quarta edizione della Notte bianca jazz-organistica di Lallio (Bg) vuole essere un convinto invito verso la rinuncia ad ogni pesantezza.

Fa da filo conduttore dell’iniziativa musicale il tentativo di addomesticare la mente a quel giusto distacco dalle cose che ce le fa vedere sotto una luce completamente diversa, più in accordo con il nostro naturale passaggio qui, nel mondo.

Ma leggerezza non vuole dire superficialità. E Verdi lo sapeva molto bene. Tanto è vero che per questo estremo saluto all’arte dei suoni, mette in gioco tutta l’abilità tecnica della sua consumata sapienza di compositore. Sembra un ossimoro, una contraddizione in termini, rivestire le parole “Tutto nel mondo è burla” con le note di una seriosissima fuga.

Eppure… Scrive in proposito Francesco Bianchi: «La fuga finale del Falstaff è l’apoteosi di questa felicità del superamento dei valori, dei significati e della pesantezza che tutti questi si portano dietro. È l’affermazione della leggerezza come lo stato che discende dal nichilismo e che prelude ad una gioia autentica, la gioia di chi, non più succube del peso della vita, guarda al mondo con la facilità e il tocco di un bambino. E con questa leggerezza di movimento si è a tal punto immersi in quel mondo che è emerso dopo aver annichilito tutto ciò che ci proiettiamo sopra, che l’unica cosa che occupa il nostro pensiero è questo nulla da cui tutto si genera, che è per noi un vuoto liberatorio, proprio come quel niente, che abbiamo in testa, quando ridiamo». 

Spazio dunque all’ironia, allo Scherzo (che prima era un vero e proprio genere vocale – vedi gli Scherzi musicali di Monteverdi – e poi entra, in sostituzione dell’originario minuetto, addirittura come movimento nella imparruccata sonata classica, per diventare infine, con Chopin, un genere dotato di vita autonoma), al Capriccio (tutta una batteria di Capricci barocchi con lo scherzo del cucù, di autori italiani e stranieri), al Divertimento (genere musicale trattato con abilità, tra gli altri, da Haydn e Mozart). E ad altre Bizzarrie.

Si pensi, ad esempio, a quell’estroso scherzo musicale che è Il Carnevale degli animali, paradossalmente diventato, e suo malgrado, uno dei brani più celebre del barbuto Saint-Saëns, il quale non ha mai voluto dare un numero d’opus a questo irriverente divertissement in cui ha variamente preso in giro musicisti suoi contemporanei, da Berlioz a Offenbach.

O, tanto per dire, a burle messe in atto in opere liriche, come nel Gianni Schicchi di Giacomo Puccini o nel poema sinfonico del tedesco Richard Strauss, dal titolo appunto non equivocabile, I tiri burloni di Till Eulenspiegel

A dare voce a tutto questo – e tanto altro ancora – e a indagare da punti di vista differenti che cosa sia veramente e attraverso quali generi, forme, autori si esprima la leggerezza dell’ironia in musica, ci penserà la quarta Notte bianca jazz-organistica di Lallio (Bg), una iniziativa ideata e diretta da Alessandro Bottelli (scrittore di testi per musica e infaticabile agitatore culturale) in collaborazione con la Parrocchia e l’Associazione Libera Musica, che sabato 2 settembre a partire dalle ore 19 riunirà, nella Chiesa Arcipresbiterale dei Ss. Bartolomeo e Stefano, una ventina di rinomati organisti e jazzisti già applauditi in precedenti edizioni della rassegna concertistica Box Organi. Suoni e parole d’autore, da nove anni appuntamento culturale fisso della cittadina situata nelle immediate vicinanze di Bergamo.

Nata per valorizzare l’organo Bossi Urbani 1889 della Parrocchialein senso antitradizionale – non come oggetto d’antiquariato quindi, ma come strumento vitale capace di reggere lo stimolante confronto con le sfide della modernità –, aumentandone le potenzialità espressive anche in dialogo con situazioni musicali non convenzionali, la kermesse si avvarrà, tra l’altro, della qualificante presenza degli organisti Giancarlo Parodi (interprete e didatta di fama internazionale, titolare dal 1963 dell’organo della basilica di Gallarate), Fausto Caporali (noto per le sue qualità di improvvisatore, insegna al Conservatorio “G. Verdi” di Milano ed è organista della cattedrale di Cremona), Stefano Rattini (allievo di Parodi, è organista titolare dell’Abbazia Benedettina Muri-Gries di Bolzano e insegna improvvisazione a Trento e Brescia), Ivan Ronda (autentico virtuoso, spazia dal barocco alla contemporaneità) e Wladimir Matesic (docente al Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara, ha tenuto concerti in tutta Europa) che si alterneranno alla tastiera del prezioso strumento con un ricco ventaglio di brani anche di ascolto non consueto (come il misterioso Piccolo Labirinto Armonico di Johann Sebastian Bach). Tra un’esibizione e l’altra di questi accreditati maestri, potremo apprezzare l’arte dell’improvvisazione messa a punto da jazzisti di valore appartenenti a generazioni diverse quali Gianluigi Trovesi (clarinetti), Federico Calcagno (clarinetti), Giulio Visibelli (flauto traverso e sassofono), Alberto Bonacina e Mauro Salera (flauti dolci), Tino Tracanna e Massimiliano Milesi (sassofoni), Carlo Magni (pianoforte), Andrea Candeloro (organo Hammond), Eloisa Manera (violino), Daniela Savoldi (violoncello), Sandro Di Pisa, Paolo Manzolini e Francesco Baiguera (chitarra), Enrico Euron (arpa celtica), con una serie di colorate elaborazioni, in assolo o in duo, di pagine tratte da una ricca e variegata letteratura. C’è chi ha scelto di concentrarsi sul cibo come succulenta fonte d’ispirazione, chi sulle varie specie di volatili canterini e no; chi ha messo mano a Monteverdi e chi, invece, si è lasciato sedurre dalle suadenti armonie dei compositori russi, Rachmaninov e Čajkovskij; chi ha trovato in Charles Mingus e in Fats Waller materia viva, attiva, vitale; chi ha basato il suo intervento sul montaggio e rimontaggio di jingle pubblicitari, sigle televisive, caroselli e colonne sonore di cartoni animati o chi ha preferito giocare con l’inno atalantino (di cui peraltro è autore); chi ha attinto da Rossini, Verdi e Puccini e ne ha fatto una specie di Sinfonia in tre movimenti. E poi ancora Haendel, Bühler, Schubert, Dvořák, Fumagalli, Dubois, Widor, Langlais, Yon, Essl, con le loro invenzioni, popoleranno i registri del Bossi Urbani 1889 della Parrocchiale di Lallio.

Insomma, una lunga notte che si prefigura di innegabile interesse, divenuta realtà anche grazie alla perseverante disponibilità del parroco di Lallio, don Fabio Trapletti, e dell’Associazione Libera Musica.

Un particolare ringraziamento, infine, a chi ha reso possibile la realizzazione di questa quarta e impegnativa edizione della manifestazione, che si avvale del contributo della Fondazione Credito Bergamasco, delle ditte Montello, Zanetti, Ambrosini, Co.Me.C., oltre che del patrocinio e del sostegno della Provincia di Bergamo, del Comune di Lallio e della Camera di Commercio di Bergamo, di Eliorobica come sponsor tecnico e della media partner del quotidiano Avvenire, del settimanale Famiglia Cristiana, di BergamoNews e di santalessandro.org, settimanale online della Diocesi di Bergamo.

Ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti. Per info: 388 58 63 106.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *