Terremoto in Marocco. Suor Chiara: “Aiutare gli altri ha un valore terapeutico anche per noi”

I danni causati dalla forte scossa di terremoto nel quartiere della kasbah, nella Medina di Marrakech, 9 settembre 2023. ANSA/ OLGA PISCITELLI

Buongiorno suor Chiara.
Dopo il terremoto in Marocco sono state trasmesse immagini terribili. Sono rimasta colpita dalla mobilitazione di solidarietà che ne è seguita. Spesso diamo questi gesti per scontati, come se dovessero esserci sempre, in realtà l’altruismo, il desiderio di fare del bene agli altri non sono così diffusi. Ho letto che uno studio rivela che offrire aiuto al prossimo è un vantaggio anche fisico per chi lo compie, cosa ne dice?
Grazie, un saluto da Martina

Cara Martina, molte volte abbiamo sperimentato che i primi beneficiari dell’aiuto che offriamo a chi è nel bisogno siamo proprio noi stessi e che tutto di noi, fisico compreso, ne trae vantaggio. 

Che cosa intendo dire?

Intendo dire che la nostra interiorità, i nostri affetti, le nostre forze, l’intelligenza e ogni nostra sensibilità sono un tutt’uno con la nostra corporeità, tanto che le scelte che compiamo ogni giorno possono essere un aiuto oppure un ostacolo anche alla nostra salute. 

Se scegliamo l’amore, la gratuità, il dono, anche il nostro corpo ne trae giovamento e, come si suol dire, “stiamo meglio anche di salute”; se, al contrario, siamo guidati dall’egoismo e dall’egocentrismo, o peggio, dalla paura, dalla violenza, dal vizio, ecc., allora anche fisicamente ne subiamo i contraccolpi; chiudersi in sé stessi e vivere soltanto pensando a stare bene da soli non giova nemmeno alla salute!

In particolari situazioni poi, prendersi cura dei nostri fratelli e toccare con mano la loro sofferenza ha persino una valenza “terapeutica”: lentamente ci guarisce dalle nostre “malattie”, soprattutto da quelle interiori, dai nostri stati d’animo, dai nostri malanni per non considerali il tutto della nostra esistenza e per orientarli in modo costruttivo; tutto può condurre, paradossalmente alla verità di noi stessi.

Il passaggio non è facile poiché esige un cambiamento di mentalità e un capovolgimento di valori che hanno il sapore della Pasqua, ma è necessario se vogliamo ricominciare a respirare a “pieni polmoni” e a ritrovare il gusto della vita.

“Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà” ci ha detto Gesù! Ogni volta che accettiamo di “perdere” un poco la vita per servire il nostro prossimo possiamo sperimentare nuove possibilità di vita e di guarigione, ulteriori vie di senso, inedite strade per assaporare la gioia, opportunità di conoscere orizzonti nuovi, occasioni preziose per scoprire che i fratelli e le sorelle esistono “anche per me”, che la creazione è bella e che lo spazio nel quale viviamo ha diritto alla nostra attenzione, alla nostra cura e altro ancora.

Così ci ha creato il Buon Dio! Percorrendo questa strada possiamo “ritrovare” la nostra vita e assaporarne un poco la pienezza. 

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