Box Organi a Lallio: “Note nate in famiglia”, primo concerto con Matteo Venturini

Spetterà al fiorentino Matteo Venturini inaugurare, sabato 16 settembre alle ore 21, la nona edizione di Box Organi. Suoni e parole d’autore, rassegna di concerti che si muove con disinvoltura tra classica, jazz e letteratura ideata e diretta da Alessandro Bottelli – in collaborazione con la Parrocchia di Lallio e l’Associazione Libera Musica – per valorizzare le molte qualità dell’organo Bossi Urbani 1889 presente nella Chiesa Arcipresbiterale dei SS. Bartolomeo e Stefano, e in cui forme ed espressioni artistiche differenti convivono armonizzandosi in un progetto unitario.

Matteo Venturini

Nato nel 1981, Venturini è professore di Organo al Conservatorio di Musica “A. Pedrollo” di Vicenza, docente ospite presso l’Accademia “Organistas de México” di Città del Messico e organista titolare della Cattedrale di San Miniato a Pisa. Ha studiato al Conservatorio di Musica “L. Cherubini” di Firenze conseguendo i diplomi in Organo e Composizione Organistica con lode e in Composizione rispettivamente sotto la guida di Giovanni Clavorà Braulin e Damiano D’Ambrosio.

Successivamente ha conseguito con il massimo dei voti il diploma di Concertista in Organo (Künstlerische Ausbildung Diplom) presso la Musikhochschule di Friburgo (D) sotto la guida di Klemens Schnorr ed il diploma Post – Gradum “cum laude” in Improvvisazione Organistica presso l’Istituto Pontificio di Musica Sacra di Roma sotto la guida di Theo Flury osb.

Infine ha conseguito, con il massimo dei voti, il diploma accademico di II livello in Organo presso il Conservatorio di Musica “F. Morlacchi” di Perugia sotto la guida di Luca Scandali. Ha frequentato corsi di perfezionamento tenuti da L. F. Tagliavini, S. Innocenti, J. L. G. Uriol, L. Lohmann, J. Boyer, J. C. Zehnder, M. Bouvard e T. Koopmann. È vincitore di otto concorsi nazionali ed internazionali di esecuzione organistica. Ha inciso una ventina di CD per varie case discografiche tra le quali la francese Fugatto e l’olandese Brilliant Classics, ottenendo numerosi apprezzamenti da parte della critica specializzata. Ha inoltre pubblicato revisioni di musica corale ed organistica per conto di diverse case editrici ed ha effettuato registrazioni per Radio3, Radio Vaticana, la Radio Nazionale Croata e la radio tedesca Südwestrundfunk. È direttore artistico dell’associazione Amici dell’Organo della Pace di Sant’Anna di Stazzema – Lucca.

Il concerto, intitolato “Note nate in famiglia”, segue un originale filone, ovvero quello della comparazione delle produzioni organistiche fra padri e figli, con musicisti vissuti fra il XVIII ed il XX secolo, e rientra nella tematica generale che fa da filo conduttore all’edizione 2023 della rassegna di Lallio, ossia “Di padre in figlio”.

Il programma della serata prende le mosse con la Sinfonia in re di Giovanni Morandi, autore molto prolifico di musiche per gli organi moderni, come precisato nelle sue “Raccolte di Sonate”, e di centinaia di pezzi per voci e organo. Secondo alcuni critici le opere del Morandi sarebbero una imitazione, talvolta fin troppo scoperta, dei grandi operisti italiani (Rossini, Bellini, Donizetti e, fra gli stranieri, Mozart).

Secondo altri storici, fu invece lo stesso Morandi a influire decisamente sullo stile di Rossini. Assieme a Vincenzo Petrali e Felice Moretti (Padre Davide da Bergamo), Giovanni Morandi rappresenta il culmine della musica per organo all’italiana del XIX secolo. L’Elevazione, di tutt’altro carattere, sfrutta tutti gli artifici tipici del compositore, con modulazioni improvvise, cromatismi ed effetti sorpresa, il tutto sempre all’interno di temi lirici ben definiti.

Il padre, Pietro Morandi, può essere annoverato fra i principali compositori marchigiani a cavallo tra XVIII e XIX secolo. Si istruì a Bologna con il celebre padre Giovanni Battista Martini. Qui prese gli ordini minori, che poi abbandonò nel 1763, anno in cui entrò nell’Accademia Filarmonica. Sempre nello stesso anno divenne organista e maestro di cappella del Duomo di Pergola, incarico che mantenne fino al 1778, trasferendosi poi al Duomo di Senigallia con lo stesso ruolo che ricoprì fino al 1811 cedendolo quindi al figlio Giovanni.

Della sua cospicua produzione, che comprendeva svariate cantate, oratori e opere liriche, rimangono una sessantina di composizioni, conservate in biblioteche italiane ed estere: musica sacra, sonate, pastorali e concerti per organo ed alcune sinfonie. Il suo stile compositivo appartiene a pieno titolo a quello galante, di cui le due sonate in programma sono un chiaro esempio.

Giuseppe Perosi fu Maestro di Cappella della Cattedrale di Tortona. Il suo stile, come si può constatare dai versetti per organo  in programma, risente ancora di quello operistico cantabile dell’Ottocento italiano. Suo figlio Lorenzo, uno dei più grandi compositori della storia e apprezzato da tutti i musicisti a lui contemporanei, fu Maestro della Cappella Sistina e dedicò gran parte della sua produzione a messe e oratori. Purtroppo scrisse poche composizioni per organo ed il Preludio in Fa rappresenta un piccolo capolavoro, racchiudendo in poche battute tutta l’originalità della sua scrittura. Appartenente a una famosa famiglia di organisti, Marco Enrico Bossi nacque a Salò. Frequentò per due anni (1871-1873) il liceo musicale di Bologna, mentre studiò per i successivi otto al Conservatorio di Milano. Il decennio di studi non valse, però, al conseguimento del diploma in organo a causa dei contrasti con il maestro Polibio Fumagalli.

Bossi dovette quindi terminare all’estero la sua formazione, ma non acquisì mai un titolo di studio musicale italiano. Ben presto conseguì un grande successo, in Europa e nel mondo: già all’età di diciotto anni, infatti, venne applaudito a Londra, e negli Stati Uniti, inoltre fu organista e maestro di cappella nella cattedrale di Como ed insegnò armonia ed organo e composizione organistica al Conservatorio di Napoli, oltre a dirigere i licei musicali di Venezia, Bologna e Roma. Bossi fu sicuramente una personalità di spicco nel panorama musicale italiano ed internazionale. Oltre ai pezzi da concerto, sono notevoli le sue composizioni liturgiche.

Dal punto di vista compositivo, il suo stile si può assimilare al tardoromanticismo che aveva in Brahms il suo autore di spicco. Bossi si è distinto per il coraggioso tentativo di proporre in Italia anche musica strumentale, in un contesto ormai dominato dal melodramma. L’Ave Maria ed il grandioso brano Stunde der Freude sono di opposto carattere: meditativo, contemplativo e cantabile il primo, dirompente e brillante il secondo, capace di sfruttare tutte le potenzialità tecniche dell’organo.

Il figlio Renzo Rinaldo ebbe modo di studiare al Conservatorio di Lipsia, fra cui direzione d’orchestra con Arthur Nikisch. Nel 1913 fu nominato professore di composizione al Conservatorio di Parma e nel 1916 ottenne analogo incarico al Conservatorio di Milano, dove ebbe tra i suoi allievi Laszló Spezzaferri, Alberto Soresina, Bruno Bettinelli e Gino Marinuzzi. All’organo ha dedicato alcune grandi composizioni, ma quelle in programma rappresentano un interessante spaccato della sua produzione, caratterizzate da uno stile introverso ed a tratti lontano dal linguaggio tonale del padre. Il doppio nuovo brano in prima assoluta, Danza ritualistica, Danza catartica – Dittico sonoro su incipit di G. P. da Palestrina, è stato scritto in questi mesi da Luca Tessadrelli (1963), compositore bresciano i cui lavori hanno ottenuto riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali. Diplomato in Composizione al Conservatorio “G. Verdi” di Milano con Azio Corghi, Tessadrelli ha poi conseguito una specializzazione di Analisi e Direzione orchestrale (Nicola Samale) e compositiva (Karlheinz Stockhausen).

È coordinatore del Dipartimento di Composizione e Direzione d’Orchestra e docente di Composizione al Conservatorio di Parma. Nel 2020, riscuote vivo successo con il brano per organo Lotta tra Jacob e l’Angelo, eseguito da Gerardo Chimini. Nel 2023, per il progetto concertistico curato da Alessandro Bottelli “I colori dell’aria”, a Bergamo, nella chiesa di S. Nicolò ai Celestini, viene proposto, in doppia esecuzione, il brano Et, et, et…Rebus per quartetto di saxofoni. Molto apprezzate le sue composizioni di genere sacro tra cui l’opera-oratorio Filippo, uomo di Luce, per soli, coro e orchestra, l’oratorio Ludovico Pavoni, diario di Dio, per tenore, basso, doppio coro, archi, arpa e organo, Officina Dei, per coro misto e pianoforte (2016).

Pubblica per la Casa Musicale Sonzogno. Così scrive l’autore nella presentazione della sua nuova composizione: «La danza, arte temporale assieme a musica e poesia, può avere due prevalenti funzioni espressive: ritualistica (celebrativa) o liberatoria (catartica). Le due tipologie di danza, in questa seconda versione, sono intrecciate in un unico movimento e simboleggiano l’antitesi e contrapposizione tra il rigore della costruzione formale, la consequenzialità dell’eloquio sonoro (prima danza) e il carattere imprevedibile, improvvisativo e liberatorio (seconda danza). L’incipit generatore, il patrimonio genetico tradizionale, è tratto dal Dilectus Meus descendit in hortum suum di Giovanni Pierluigi da Palestrina.

La breve citazione dal Cantico dei Cantici è interpretata qui come la messa in moto di due danzatori simbolici, l’Amata (Gerusalemme), DANZA RITUALE, morbida, femminile e l’Amato (il Creatore), DANZA CATARTICA, possente, maschile, scolpito. Ho ravvisato, nel tracciato melodico di G. P. da Palestrina una sequenza di altezze con funzione di codice poetico, filo invisibile che lo collega al celebre Ballo di Mantova Fuggi, fuggi, fuggi da questo cielo (quest’ultimo richiama nuovamente il Cantico nel verso Fuggi, mio diletto, simile a gazzella o ad un cerbiatto, sopra il monte degli aromi). Il passaggio successivo è l’adozione della melodia nell’Inno d’Israele (HaTikva = La Speranza), uno dei pochi, che io sappia, in tonalità minore. Non da ultimo, ho ritrovato la stessa sequenza nell’Epitaffio di Sicilo, che ho collocato, monodico seppur arricchito di colorature, all’Exordium e poco prima della fine del brano, contrappuntato con se stesso, per moto contrario, alla quinta giusta superiore».

A fare da controcanto alla voce multicolore del Bossi Urbani 1889 a unica tastiera, stavolta toccherà al violoncello. Al duttile strumento a corde, suonato per l’occasione dalla jazzista e performer italo-brasiliana Daniela Savoldi, sarà infatti affidato il compito di elaborare, a sorpresa, un set di improvvisazioni su alcuni temi di brani organistici presenti in scaletta, suscitando reazioni a catena tra suoni nati in periodi e contesti differenti ma temporaneamente investiti da un’onda di vitalità sempre nuova. Dopo il diploma al Conservatorio, Savoldi si avvicina ad altri generi musicali: klezmer, bossanova, musica indiana, rock, pop, musica popolare, musica d’autore, Jazz.

Ama definire pennellate sonore i propri incontri con lo strumento; le sue composizioni sono una sintesi delle sue esperienze musicali, teatrali e di danza. Ha inciso col suo violoncello per: Muse, Le Luci Della Centrale Elettrica, Dente, Paola Turci, Nada Malanima, Lorenzo Monguzzi, Dargen D’Amico, Folco Orselli, Vinicio Capossela, Marco Mengoni e molti altri artisti del panorama italiano. Ha collaborato con Vasco Brondi, Calibro 35, Meg, Gianni Maroccolo, Alessandro Mannarino, Nic Cester dei Jet, I Verdena, Francesca lago, Mauro Ermanno Giovanardi, Vincenzo Fasano, i Corimè, Titti Castrini, Alessandro Sipolo. Collabora con la danza e il teatro componendo musiche originali. Nel 2016 esce il suo primo disco solista “Trasformazioni”, prodotto e registrato con Lorenzo Caperchi.

Nel 2019 esce il secondo lavoro “Ragnatele” sempre in collaborazione con Lorenzo Caperchi. Dal 2019 inizia la collaborazione con jazzisti del panorama italiano: Dudu Kouate, con il quale si è esibita al festival di Assilah in Marocco , e al festival jazz a Villach in Austria; Eloisa Manera con cui ha partecipato al Festival Isole che Parlano a Palau in Sardegna proponendo il loro progetto “Shakti Duo”; Roberto Cecchetto, suonando al Mascagni in Jazz alla Fortezza di Livorno; Sonia Spinello e Roberto Olzer, suonando sul loro ultimo disco “Silence” e partecipando al festival jazz di Lucca; Serena Ferrara partecipando al disco dei Kemana uscito nel 2022.                                                                                  

Uno spazio speciale e ormai tradizionale sarà poi dedicato al racconto “organistico” interpretato dall’attrice Matilde Facheris e firmato da Sandra Petrignani, scrittrice e giornalista italiana nata a Piacenza nel 1952. Laureatasi in Lettere, ha collaborato per dieci anni a Il Messaggero. Dal 1989 è passata a Panorama e come redattrice culturale ha collaborato con diverse testate. Dalla sua esperienza giornalistica sono nate le due raccolte di interviste Le signore della scrittura (1984) e Fantasia&Fantastico (1986). Del 1987 è il suo primo romanzo Navigazioni di Circe (premio Elsa Morante Opera prima) e del 1993 la raccolta di racconti Poche storie, che le è valso il Premio Viareggio dello stesso anno. Tra le numerose altre opere si ricordano: Come fratello e sorella (1998), Care presenze (2004), Dolorose considerazioni del cuore (2009), Addio a Roma (2013), Marguerite (biografia romanzata su Marguerite Duras, 2014), Elsina e il grande segreto (2015), La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg (2018, finalista al Premio Strega), Lessico femminile (2019) e Leggere gli uomini (2021).   

La rassegna di concerti Box Organi. Suoni e parole d’autore è resa possibile anche quest’anno grazie al contributo di Camera di Commercio, Fondazione Credito Bergamasco, delle ditte Montello, Zanetti, Ambrosini, Gama, Co.Me.C., e si avvale del patrocinio e del sostegno della Provincia di Bergamo e del Comune di Lallio, del supporto di Eliorobica come sponsor tecnico e della media partner del quotidiano Avvenire, del settimanale Famiglia Cristiana, di BergamoNews e di santalessandro.org, settimanale online della Diocesi di Bergamo. 

Ingresso libero. Per info: 388 58 63 106

  1. Sono affascinata dal livello dei concerti e dalla fantasia della ricerca delle composizioni che mettono insieme la tradizione con le novità.Vi ringrazio

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