Settembre in monastero. Suor Chiara: “Programmare è un modo per aprirsi alla speranza”

Buongiorno suor Chiara,
settembre è un mese di nuovi inizi, per i ragazzi che sono tornati a scuola ma anche per le parrocchie che ricominciano le loro attività. Come state vivendo questo periodo nel monastero? Anche in clausura settembre è un momento di ripresa? Mi scusi per la curiosità, grazie e un caro saluto
Giovanna

La tua curiosità è comprensibile, cara Giovanna! Forse ti sembrerà strano, ma anche qui, in monastero, è tempo di ripresa e di programmazione, proprio come nell’ambito sociale, ecclesiale e scolastico. Dopo il periodo estivo, solitamente caratterizzato, anche nella nostra fraternità, da una pausa in ambito formativo e da momenti fraterni di sereno svago, riprendiamo il nostro cammino, ricco di attività, di iniziative ad “intra e ad extra”. 

Immagino il tuo stupore, ma è proprio così. – In cosa consiste? – ti chiederai!

Riprendere i ritmi delle attività quotidiane

Nel riprendere, innanzitutto, il ritmo consueto della giornata, secondo l’orario ordinario, poi nel discernere insieme quale itinerario formativo percorrere nei mesi che ci stanno dinanzi: approfondimenti di particolari tematiche, brevi seminari di studio, momenti fraterni di ascolto, di condivisioni, di verifiche, confronto, ad esempio, sulla vita liturgia, la cura del canto, la spiritualità francescana, la vita interiore, fraterna, l’organizzazione del lavoro, ecc. La nostra vocazione, infatti, ha sempre bisogno di essere ricompresa, per essere vissuta con nuovo slancio, dentro l’oggi di questo nostro tempo.

La programmazione del nuovo anno segue il cammino dell’anno liturgico che segna il ritmo delle nostre settimane. L’approssimarsi delle importanti solennità chiede a tutte noi una preparazione maggiore, affinché possiamo celebrarle con in modo solenne, con dignità, decoro e un più ampia consapevolezza: la festa, ormai prossima, del nostro Padre san Francesco, preceduta dalla novena e dalla celebrazione del suo Beato Transito da questa vita al Cielo; il mese missionario, i primi vespri di ogni domenica di Avvento, la solennità dell’Immacolata, il Natale, la Quaresima, il Triduo pasquale, la giornata mondiale per le vocazioni, la vigilia di Pentecoste, ecc. 

L’accoglienza in monastero di gruppi

Programmare il nuovo anno pastorale significa inoltre rinnovare o meno la nostra disponibilità ad accogliere gruppi per offrire loro la nostra semplice testimonianza: dai bambini che si preparano alla prima Comunione, ai cresimandi, dagli adolescenti ai giovani, dagli scout alle classi di studenti, dai seminaristi alle consacrate ecc. 

A tutti coloro che lo desiderano offriamo, inoltre, un tempo di ascolto, preghiera e condivisione: 

l’adorazione eucaristica mensile (di solito il terzo lunedì del mese) dalle ore 20,30 alle ore 21,30 per sostenere “le membra deboli e vacillanti del Corpo di Cristo che è la Chiesa” – come dice la nostra madre santa Chiara; 

un itinerario per i giovani con il vangelo di Marco, un sabato pomeriggio ogni mese; 

tre weekend in monastero per le giovani che desiderano conoscere Chiara d’Assisi e vivere un’esperienza di preghiera, di fraternità e di lavoro; 

quattro domeniche nell’anno liturgico (dall’Eucarestia alle 7,15 sino alle 18,30,) per le donne che desiderano vivere una giornata di ascolto, riflessione, preghiera e confronto, accompagnate sulle figure femminili della Bibbia; 

alcuni temi di formativi alla scuola di Francesco d’Assisi.

Programmare è aprirsi al futuro e alla speranza

“Programmare” è aprirsi al futuro e a orizzonti di speranza; è spalancarsi alla vita e imparare a leggere, nello scorrere dei giorni, le sfide che essa ci chiede; è regalarsi spazi di riflessione e di condivisione per discernere obiettivi e ricercarne le vie e le modalità per raggiungerli, nella consapevolezza che molto di ciò che vivremo nel nuovo anno dipenderà anche da noi.

Con nuovo slancio, perciò, iniziamo questo tratto di strada, desiderose di vivere ciò che la vita ci offre e che insieme cerchiamo.

È questo che auguriamo anche a te, cara Giovanna, e a tutti i lettori. 

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