Buongiorno suor Chiara,
Domenica scorsa nella nostra comunità è arrivato un nuovo parroco. Abbiamo salutato con un po’ di tristezza il prete che è stato nella nostra comunità prima di lui per 10 anni e ormai era diventato “di famiglia”. Ma questi cambi sono davvero utili per una comunità e per i preti? Non sempre è facile capire. Grazie e un saluto
Maria
Cara Maria, all’inizio di un nuovo anno pastorale alcune comunità parrocchiali si trovano a vivere cambiamenti significativi, quali il trasferimento del parroco o di un coadiutore. Ogni cambiamento comporta sempre un po’ di smarrimento e di attesa per la novità che il nuovo sacerdote potrà portare alla comunità.
Quando poi si è creata una buona relazione con il parroco uscente, fatta di collaborazione pastorale e sintonia, il passaggio diventa impegnativo e carico di sofferenza. Se non erro le nomine dei parroci hanno la durata di nove anni, ma è a discrezione del vescovo prolungarne la permanenza in una parrocchia.
Personalmente penso che per un parroco avere di fronte un tempo lungo e determinato di servizio, in una comunità, sia quasi sempre positivo perché permette di dare il meglio di sé negli anni che ha a disposizione, mettendo a frutto i talenti personali, l’esperienza pastorale fatta nel tempo, per essere a servizio di Cristo e dei fedeli.
Custodire la possibilità di rinnovamento
Prolungare la presenza di un sacerdote per tantissimi anni può impoverire una comunità perché è il ripetere stili e forme pastorali già conosciuti, se non ha, al suo interno, la capacità di un rinnovamento.
L’avvicendamento di un presbitero è sempre occasione di una rinnovata disponibilità alla volontà del Signore, sia per il prete stesso che per le comunità coinvolte chiamate a una rinnovata conversione e a una crescita nella corresponsabilità dei laici.
Infatti, soprattutto per i laici più vicini al parroco e coinvolti nei vari organismi parrocchiali, il cambiamento può essere occasione per verificare il progetto pastorale, la propria esperienza di Chiesa radunata attorno al Cristo risorto nella celebrazione dei divini misteri e della vita di carità.
Un’esperienza di servizio e costruzione della comunità
La comunità dà una vera testimonianza di fede quando, pur nella sofferenza di una partenza significativa, sa continuare la sua sequela e il suo servizio ecclesiale e sa collaborare con la stessa disponibilità e passione vissuta con il parroco precedente.
È vero che non ci può essere la medesima sintonia o collaborazione con tutti i sacerdoti in uguale misura, ma la presenza dei laici nelle comunità rimane un’esperienza di servizio e costruzione della piccola Chiesa a servizio del Regno, una viva testimonianza di vita evangelica e fraternità.
Cara Maria, ti invito a pregare per il tuo parroco in partenza e il nuovo pastore donato alla tua parrocchia, affinché possa dare il meglio di sé e aiutarvi a ravvivare la fede e portare il Vangelo a ogni fratello; apprezzatene le doti e velate con misericordia le eventuali fragilità. Ti auguro di poter collaborare con lui in modo costruttivo, affinché la comunità cresca nella comunione e in un’esperienza viva e vera di fraternità.