Villaggio degli Sposi, gli adolescenti raccontano in un corto “il quartiere degli innamorati”

Perché a Bergamo esiste un quartiere chiamato “Il villaggio degli sposi”? Tutte le persone che non hanno dimestichezza con la geografia della città rimangono meravigliate quando viene citata la zona compresa tra l’ospedale Papa Giovanni XXIII e la ferrovia e si interrogano sull’origine di questo nome.

La stessa domanda ha fatto accendere la scintilla creativa che ha portato un gruppo di adolescenti nella primavera 2023 alla realizzazione del cortometraggio “Il villaggio degli sposi – Una storia d’amore”. Il breve film, 11 minuti in tutto, è stato prodotto dai videomaker Luca Cusani e Elia Rollier dell’associazione milanese Cinevan insieme a una decina di ragazzi provenienti sia dal quartiere, sia dalla scuola di grafica del Patronato San Vincenzo.

Il gruppo di lavoro si è dato il tempo necessario per una formazione sull’uso delle immagini e sulle modalità di realizzazione delle interviste e poi ha condiviso informazioni e proposte utili per narrare la vita di questo quartiere sorto negli anni ’50 del secolo scorso ai margini della città per volere di don Bepo Vavassori.

L’obiettivo del lavoro, reso possibile dal contributo della Fondazione Cariplo mediante il bando “Sotto casa”, era quello di rispondere alla domanda: “Come si vive in questo luogo?”. Tra case popolari, edilizia convenzionata, aree verdi e villette bi-famigliari realizzate dalla cooperativa San Giuseppe si può essere “innamorati”, si sono detti i giovani registi di un’opera collettiva. 

Il cortometraggio raccoglie le storie di alcuni abitanti del quartiere e le loro risposte alla domanda: “Che cos’è per te l’amore?”. Alcuni di loro conoscono a fondo la vicenda di questo singolare lembo di terra essendoci nati o avendolo abitato praticamente da sempre, altri sono invece dei nuovi residenti provenienti anche da luoghi lontano. C’è perfino una coppia che racconta le attese verso il futuro appoggiata alla rete del cantiere dove sta prendendo forma la casa che abiterà.

Il cortometraggio è stato presentato lo scorso 7 settembre nella piazzetta antistante la chiesa parrocchiale, al centro del Villaggio degli Sposi. La proiezione pubblica è stata patrocinata dal Comune di Bergamo e ha raccolto circa 150 persone curiose di scoprire in che modo un gruppo di giovani leggesse la loro vita di comunità.

Lo schermo, sostenuto dall’iconico furgone Volkswagen anni ’70 che ispira il nome dell’associazione culturale che ha reso possibile il progetto, ha ospitato anche il film Pane e Tulipani di Silvio Soldini – scelto per la continuità tematica con il documentario che ora è rintracciabile sia sul sito di Cinevan https://www.cinevan.it/villaggio-degli-sposi/ che sul canale YouTube della Parrocchia San Giuseppe https://youtu.be/dFyz5nfzSKo?si=oolLqHZ3sZYa7lqO .

Il valore di questo lavoro sta certamente nel documento prodotto, ma è soprattutto nel processo di formazione e di coinvolgimento del territorio e delle persone che si è attivato. I ragazzi hanno avuto il coraggio di bussare alla porta di molte case e ascoltare il vissuto dei loro abitanti, sono entrati in contatto con giovani e anziani sollevando domande di senso, hanno sfogliato archivi fotografici per selezionare gli scatti più rilevanti di una storia importante e bella, nata da gente che ha creduto nel valore dell’amore e della famiglia.

Ora il desiderio di chi ha preso parte a questa sperimentazione è di poter riproporre la stessa esperienza in altri quartieri della città: l’ambizione è quella di poter arrivare un giorno a collezionare una serie di narrazioni realizzate dai più giovani sulla ricchezza e la varietà dei modi di vivere nella “Città dei mille”.

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