Scialletto di lana lavorato a maglia alla moda delle nostre nonne

Sfogliando le fotografie di Eugenio Goglio, sono rimasta colpita dalla bellezza delle donne contadine dell’alta Valle Brembana: sopra i loro abiti semplici non manca mai uno scialletto di lana, uscito certamente dalle loro mani, lavorato a maglia o a uncinetto.

Ho voluto imitarle nella forma e ho realizzato questo lavoro, piccolo, ma elegante, adatto a coprire le spalle, mentre sul davanti è quasi intrecciato.

Ho trovato il modello tra quelli di Emma Fassio, denominato “Spring shawl”, scialle di primavera, nome che ben si addice ai colori freschi e allegri.

Ho utilizzato circa 400 metri di filato tinto a mano, che ha avuto una filiera particolare: la lana proviene dalle pecore del Sud America, viene tinta in Germania e poi venduta a Rødovre, presso Copenaghen, il negozio preferito dagli italiani: un classico prodotto della globalizzazione. 

Materiale occorrente per l’esecuzione: circa 400 grammi di filato, ferri n. 3,5 o 4 a seconda della mano, alcuni marcapunti.

Lavorazione: le spiegazioni si trovano sul sito web “Spring shawl” di Emma Fassio. Prendere nota delle indicazioni fornite con le seguenti abbreviazioni dr = diritto, rov = rovescio, gett = gettato, 2m ins dir = due maglia insieme diritte, ddd = lavorare la stessa maglia a diritto due volte, prima nel filo davanti e poi in quello dietro, ottenendo una maglia aumentata. 

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