Oratorio Cividino: il falò con gli adolescenti segna un nuovo inizio

All’oratorio di Cividino esiste un giorno dedicato agli adolescenti, una costante di una cura che non ha né un inizio né una fine. Se al lunedì l’oratorio si prende un giorno di “pausa”, è il martedì a dare inizio alla nuova settimana con la presenza degli adolescenti che lo abitano con la loro energia, il loro entusiasmo e il loro desiderio di ritrovarsi in luogo che sa di casa. Anche il martedì della festa del santuario di Cividino non poteva fare eccezione e da qui è nata la tradizione del falò.

La festa del santuario rappresenta una sorta di ponte per la comunità di Cividino. Si passa da un anno pastorale all’altro salutando l’estate e accogliendo l’inizio di un nuovo cammino tra festeggiamenti, momenti di convivialità e occasioni di ritrovo. Tra i tanti incontri, non poteva mancare un appuntamento per gli adolescenti che – rigorosamente di martedì – hanno avuto un momento interamente dedicato a loro.

“Il falò rappresenta un nuovo inizio per il cammino dei nostri adolescenti – spiega don Loris Fumagalli, parroco di Cividino-. È un momento semplice che si arricchisce della bellezza del ritrovarsi attorno al fuoco”.

Dopo aver condiviso la cena alla festa, gli adolescenti si ritrovano fuori dal santuario nella completa oscurità. Il fuoco si accende e da lì inizia il primo incontro in cui vengono presentati gli educatori che li accompagneranno lungo l’anno e gli viene consegnato un breve messaggio che si fa augurio per il nuovo cammino.

Quest’anno le parole scelte per augurare buon cammino agli adolescenti di Cividino sono state estrapolate da un libro di Paolo Cognetti intitolato “Senza mai arrivare in cima”. Nel passaggio scelto, l’autore racconta il suo rapporto con la vetta da scalare elaborando una nuova logica tramite cui misurare i suoi passi.

“Salivamo e scendevamo, guadagnavamo cento o duecento metri e poi li perdevamo di nuovo. Pensai che l’Himalaya, si ribellava alle nostre misurazioni. Mi accorsi che già nel dire guadagnare e perdere c’è un senso economico tutto occidentale dell’andare in montagna”.

Da qui la sua prospettiva cambia: riconosce che la vera ricchezza non sta tanto nella conquista di un nuovo obiettivo a tutti i costi, ma nella fatica condivisa e quotidiana che dà valore al presente. “Cerca la risposta in questo saliscendi: poiché perderai qualsiasi cosa tu abbia creduto di guadagnare, impara che ben più prezioso della vetta è il sentiero. Trova un senso in ogni passo. Dentro questa concentrazione”.

Sostituendo il termine “concentrazione” con la parola “attenzione” si ottiene la perfetta descrizione della cura che comunità di Cividino riserva per i propri adolescenti.

“Con gli adolescenti non esiste un’effettiva ripartenza perché la cura nei loro confronti non si interrompe mai -conclude don Loris-. È un’attenzione senza sosta caratterizzata dal desiderio di donare loro un luogo sempre pronto ad accoglierli. Questo è ciò che vuole essere l’oratorio: uno spazio dedicato a loro in cui possano sentirsi a casa. Ripartire insieme è importante perché evidenzia tutta la passione di questa cura, ma in realtà è come se non ci fossimo mai fermati”.  

È un cammino in cui non contano l’altitudine guadagnata o persa, le vette raggiunte e gli obiettivi conquistati, ma il cui valore risiede nei passi condivisi. Camminando spalla a spalla con gli adolescenti si impara “che ben più prezioso della vetta è il sentiero”.

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