Sulle tracce di don Milani. Affinati: “Ciò che conta a scuola non è fare ma essere”

Esiste uno scatto fotografico nel quale don Lorenzo Milani, il celebre priore di Barbiana, tiene in braccio un bambino congolese. È un’immagine decisamente improbabile per l’Italia degli anni ’60 del secolo scorso.

L’incontro tra un bambino di origini africane insieme a un prete in una sperduta località del Mugello è cosa davvero curiosa. Eraldo Affinati, insegnante e scrittore di fama, suggerisce questo scatto fotografico come sintesi dell’eredità del prete fiorentino che ancora continua a scuotere le coscienze.

Dentro questa foto c’è tutta la capacità di riconoscere la dignità di ogni persona, la disponibilità a guardare al futuro costruendo percorsi di crescita tagliati su misura, la libertà di chi sa accogliere l’umanità nella sua concretezza per orientarla al bene. 

Affinati è intervenuto giovedì 5 ottobre 2023 nella stupenda cornice dell’abbazia di Sant’Egidio a Fontanella di Sotto il Monte con una relazione dal titolo “Memoria di don Milani. L’uomo del Futuro” su invito delle ACLI di Bergamo per il ciclo culturale Molte Fedi Sotto lo Stesso Cielo.

L’obiettivo della serata, dichiarato in apertura dal Presidente Daniele Rocchetti, era quello di fare una memoria di don Milani non in chiave “reducistica”, ma in grado di restituire l’attualità e la profezia del sacerdote toscano che tanto ha smosso il dibattito culturale in Italia e ha provocato la Chiesa del suo tempo.

La forza dell’insegnamento e della testimonianza di don Milani è intatta e ancora scomoda se non lo si riduce a un “santino” da venerare. A questo servono anche le numerose iniziative ideate nel centenario della nascita (1923-2023) su tutto il territorio nazionale.

“Non c’è ingiustizia più grande che fare parti uguali tra disuguali”

Don Lorenzo Milani, Lettera a una professoressa

Eraldo Affinati è certamente un grande conoscitore del priore di Barbiana e uno studioso dei suoi testi, ma è soprattutto un educatore che ha raccolto l’eredità di messaggi come quelli contenuti in Lettera a una Professoressa e l’ha calata nella realtà delle scuole professionali dove ha insegnato prima e nel progetto della scuola Penny Wirton poi. 

Nel 2008 Affinati insieme alla moglie Anna Luce Lenzi, anch’essa insegnante, ha dato vita infatti ad un progetto di insegnamento della lingua italiana per migranti proprio sullo stile della scuola di Barbiana: “Senza classi. Senza voti. Senza burocrazie”.

Don Milani sosteneva che le disuguaglianze esistono perché alcune classi sociali hanno la possibilità della parola e altre no. Istruire i ragazzi dell’Appennino a governare l’uso delle parole serviva a dare loro la capacità di far valere i propri diritti come cittadini e lavoratori e avere la grammatica dello spirito per accedere alla fede.

Oggi, in un contesto sociale e culturale completamente diverso da quello dell’Italia di metà ‘900, esistono ancora persone che hanno necessità di entrare in possesso degli strumenti culturali per non subire una condizione di sottomissione ingiusta e umiliante. Oggi come allora le istituzioni scolastiche non sembrano sempre all’altezza della sfida di formare “cittadini sovrani” tra loro “eguali”.

La scuola Penny Wirton è uno dei tanti esempi di iniziative che continuano ad incarnare lo spirito della scuola di Barbiana e del suo maestro. 

Affinati definisce don Lorenzo “l’uomo del futuro”: un sacerdote convinto della sua fede, un profeta che ha letto in maniera libera e provocante la vita politica – la chiesa – la scuola, un maestro totalmente dedito alla ricerca del bene comune, uno scrittore di valore che nel suo ricco epistolario ha consegnato una visione originale del mondo.

Nella sua ricerca, fatta anche di incontri in giro per il mondo, lo scrittore romano ha trovato moltissime storie di uomini e donne che scommettono la vita sugli stessi ideali che don Lorenzo sintetizzava nel motto “I CARE”. 

“Ciò che conta a scuola non è cosa fare ma come essere”

Eraldo Affinati

Mentre la politica italiana è impegnata ad allungare il nome del ministero dell’Istruzione con il riferimento al “merito”, suggerendone una concezione competitiva e divisiva, ciò su cui avrebbe senso investire impegno ed energie è la qualità delle relazioni che coinvolgono le persone in un contesto educativo e formativo.

Quantità – retribuzione – premio non possono essere le parole-chiave di un percorso di crescita volto al bene delle persone e della collettività.

Il modello ideato dall’uomo del futuro aveva i suoi punti di forza nella sincera presa in carico dell’altro, nella costruzione di alleanze, nella valorizzazione dello spirito di gruppo e nella collaborazione, nella consapevolezza del valore della libertà di ciascuno e quindi nell’assunzione di responsabilità. Don Lorenzo è stato un maestro esigente ma non escludente: la sua personalità e le sue parole continuano a sollecitare la cultura, la società e la Chiesa perché non perdano la priorità di superare le voragini che separano ingiustamente le persone e i popoli tra loro. È un cammino che guarda al futuro.

  1. Orientamento didattico educativo in controtendenza alle derive odierne della scuola e nella società : …”Ciò che conta a scuola non è cosa fare ma come essere”

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