«Le Vie del Sacro» alla scoperta dell’arte di Gianriccardo Piccoli con la mostra «Quasi Tutto»

Un suggestivo ed evocativo retroscena nell’attività artistica di Gianriccardo Piccoli. All’interno dell’ampio Spazio Cordani, in via Moroni 312, a Bergamo, si è svolto sabato scorso l’incontro «Talk about art», promosso dal progetto «Le Vie del Sacro» di Fondazione Bernareggi in occasione dell’anno di Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.

Un’occasione inedita per i numerosi visitatori presenti, curiosi e accompagnati dalla giovane guida Vanessa Villa de «Le Vie del Sacro», di ammirare da vicino le cinquantanove opere della mostra «Quasi Tutto» e di dialogare in presenza dell’artista Gianriccardo Piccoli.

«Il progetto “Le Vie del Sacro” è promosso dalla Fondazione Bernareggi e ha la volontà di raccontare e di valorizzare attraverso tutta una serie di manifestazione artistiche il territorio di Bergamo, della Provincia e dei suoi dintorni, con un occhio di riguardo per l’arte contemporanea», introduce Vanessa Villa de «Le Vie del Sacro».

«Quest’attenzione – prosegue Villa – si è poi tradotta in una mostra che si chiama “Artisti, Amici, Superstar” che è attualmente negli spazi dell’Ex-oratorio di San Lupo ed è una mostra che raccoglie tutta una serie di opere di artisti legati al territorio bergamasco e tra questi artisti figura Gianriccardo e molti altri». «Per cui – aggiunge Villa – l’idea era di allargare quest’attività espositiva, creando e dando vita a un dialogo che permettesse a chiunque di avvicinarsi a un po’ a quello che è il retroscena dell’attività artistica per conoscere più da vicino le opere e in prima persona gli artisti».

«La mostra nasce per caso, nel senso che io avevo lo studio talmente gremito di opere che non ci stavo più e una sera ho incontrato il proprietario di questo spazio che me l’ha lasciato libero in comodato d’uso per un anno», introduce Gianriccardo Piccoli. «Dopo il trasloco dallo studio,  – continua Piccoli – la mia idea era quella di fumarmi la mia pipa e guardare le mie opere in tranquillità, ma poi alcune realtà culturali quali GAMeC, Fondazione Carrara, Bernareggi mi hanno convinto di aprire al pubblico questo spazio e così è intervenuto anche il Comune di Bergamo, dandomi il patrocinio di Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023».

«Quasi tutto» è una mostra promossa dall’Associazione che prende il nome dell’artista con la collaborazione della Fondazione Accademia Carrara, il Museo Bernareggi, Fondazione Matasci per l’arte e Casa Testori Associazione Culturale. Le cinquantanove opere presenti non hanno un ordine cronologico ma sono in grado di coprire un arco temporale molto ampio che va dal 1965 ai giorni nostri, privilegiando una serie di grandi installazioni.

«All’ingresso c’è un dipinto del 1965, il più vecchio e in fondo a sinistra, appeso al muro, un altro del 2022 e altre due opere di cui una del 1965 e l’altra del 1985; ci sono vent’anni di differenza, di anni difficili con la crisi, la situazione politica particolare per cui era bello poter fare un’antologica per poter rappresentare un’excursus e connettere questi momenti di difficoltà che abbiamo attraversato in quegli anni», descrive Gianriccardo Piccoli  ai visitatori.

Oggetto nel paesaggio, 1965, olio su tela, 150×130 cm

«Si passa dagli esordi più legati a una pittura informale, con un approccio importante con la materia e poi piano piano a un alleggerimento con queste garze che, imbevute di colore, creano un effetto di trasparenze tra quello che si vede e non si vede», sottolinea Vanessa Villa. In particolare in Exodus. Il trionfo della morte è un imponente trittico in cui «ritroviamo una pennellata che è sempre molto densa, un rapporto continuo con la tradizione, ad esempio i frammenti anatomici di Géricault e quelli iconografici del Trionfo della Morte di un artista di Palermo e questo rende interessante quanto lui (Gianriccardo Piccoli ndr) vada a riprendere questi motivi e frammenti del passato e li riporti con grande attenzione nel presente», spiega Vanessa Villa.

Exodus. Il trionfo della morte, 2022, olio su tela, 250×600 cm

Proseguendo nella visita, l’artista Gianriccardo Piccoli si sofferma a una grande tela a cui è molto affezionato: «Adieu e l’ho dipinto quando è morta mia mamma nel 2001; c’è un attaccapanni vuoto, delle trasparenze per le garze e richiama per me una memoria di nostalgia e anche se si rovina a me piace lo stesso perché è come se il dipinto seguisse il percorso della vita».

Adieu, 2001, olio, legno, garza, 200×140 cm.

In queste sue opere, Piccoli fa emergere una continua “messa in discussione” della pratica artistica, passando dall’arte figurativa a quella astratta, ispirandosi ad artisti del passato e al territorio in cui vive.

Un esempio è Moroni Sequel del 2018 che è una sequenza di dipinti su supporti diversi che si ispira alla Crocifissione di Giovan Battista Moroni nella Parrocchiale di Albino dove l’elemento del paesaggio diventa un dramma. «Vedendo questo quadro del Moroni, mi ha suggerito di ripetere quest’immagine in sequel e mi è venuta l’ossessione, con il carbone organico dipinto, di partecipare con le mani e con i pollici e di avere una diversità cromatica anche dai supporti diversi, come le carte da fotocopie».

Accanto a questa sequenza dedicata al Moroni, Piccoli mostra ai visitatori le opere Martiri Sarayevo e Maternità: «Quando ho visto “La Decollazione del Battista” del Caravaggio, mi è venuta voglia di mettere i bersagli, che richiamavano gli spari di tiro a segno alle giostre, ma per me erano un richiamo a Sarajevo e così li ho realizzati con queste carte veline che ho incollato al quadro; poi ci sono paesaggi di mare in bianco e nero e una rete metallica in cui si vede una figura con un bambino».

Martiri Sarayevo, 1999, olio su tela, 270×273 cm

Altre opere ispirate a Caravaggio, sono sei appartenenti al ciclo pittorico Omaggio a Caravaggio che erano state esposte a Roma nel 2010 in occasione dei 500 anni della morte dell’aperti e sono dei grandi cassoni aperti dominati dal forte contrasto chiaroscuro che accentua le riserve di luce in uno spazio tridimensionale.

Successivamente, la visita si è soffermata di fronte alle opere intolate I dannati – La cacciata che sono ispirati all’Adamo ed Eva di Masaccio, come primo grido moderno dell’arte e icona di tutto il Novecento: Piccoli lo rivisita con delle grandi tele con colori dominanti quali il nero, il giallo, il blu e il rosso; quest’ultimo viene usato come confine invalicabile, come una linea orizzontale che costringe le figure dentro a una catastrofe esistenziale.

Alcune opere del ciclo I dannati – La cacciata, 2017-2018, carboni su carta intelata, 240×220 cm.

Un’altra grande serie di tele allestite è L’ultimo studio di Lorenzo Lotto che richiamano l’ultima stagione del grande pittore. «C’è una grandissima profondità in questo ciclo che origina da quello che è essere l’ultimo quadro di Lorenzo Lotto, La presentazione di Gesù al tempio: Piccoli isola la parte superiore come un grande fotogramma sottratto alla pittura e c’è una storia di prospettiva centrale dove il colore perde i livelli di profondità e assorbono il nostro sguardo, ci trattengono, con delle possibili aperture date dalle finestre e dalle porte che diventano i paradigmi del quadro», descrive Vanessa Villa.

A seguire, i visitatori hanno ammirato le opere realizzate da Gianriccardo Piccoli durante la pandemia: Sole malato, Dalla Peste e Croce. Sole malato sono una raccolta di tavolette che Piccoli aveva nello studio a Basilea e che lui ricoprì interamente con la cera: quest’azione ha portato alla luce dei “soli pallidi” che richiamavano la citazione dei migranti del Sud all’arrivo a Milano, “guarda a Milano, il sole è malato”. Dalla Peste si è ispirato a un lavoro dell’88 di Arnold Böcklin: qui Piccoli attraverso una serie di disegni di pittura a olio realizza la metaformosi del cavaliere in pipistrello, in falena, in virus fino a una croce di ossa, che richiama le “santelle” della peste. Invece, Croce è l’opera che chiude il ciclo della pandemia ed è composta dai numeri della tombola che sono appesi ai fragili fili del destino in oscillazioni pulsanti.

Croce, 2021, carbone e timbri su carta, 384×376 cm

La visita guidata è terminata con lo sguardo a Vanitas, la grande installazione con la cenere di San Lupo (2007) di cui si conserva la dominante grigio-cinerea, e alla serie di opere intitolate Ex-voto. «Qui le opere chiamano in causa la dimensione della memoria e del vissuto dove il tempo diventa un confronto storico, biografico e condiviso con la collettività, a volte è perduto tra una dimensione tragica ed esistenziale ma con un’apertura che dà, in quello spazio di soglia nel lavoro di Piccoli, una poesia e possibile speranza; altrettanto sono gli “Ex voto” che sono degli atti di fede, per chi crede, e un momento di ringraziamento, per un tempo di speranza che si apre a una positiva possibilità futura di fronte a questa precarietà drammatica e di lettura esistenziale», conclude Vanessa Villa.

La mostra «Quasi tutto» rimarrà aperta fino al 31 dicembre 2023 presso lo Spazio Cordani. Le visite sono su prenotazione, contattando al 3385321819 o scrivendo una mail ad ass.gianriccardopiccoli@gmail.com.

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