Cimitero civico di Bergamo, una storia da scoprire 

Il cimitero civico di Bergamo compie quasi 120 anni di vita, essendo stato inaugurato il 26 maggio 1904.

I CIMITERI PRECEDENTI

Fino agli inizi dell’Ottocento i defunti venivano sepolti nei pavimenti delle chiese o al loro esterno in piccoli camposanti. Questo retroterra cessò con le severe direttive dell’Editto di Saint-Cloud (1804), emanato da Napoleone: per ragioni sanitarie, la sepoltura dei defunti doveva avvenire in apposite aree e lontano dai centri abitati. Questa legislazione venne estesa anche ai territori italiani soggetti alla dominazione di Parigi, fra cui la Bergamasca. Una Commissione del Dipartimento del Serio emanò una legge speciale, entrata in vigore il 1° maggio 1810, in cui veniva prescritta l’erezione in ogni Comune di un cimitero lontano dal centro abitato. Queste innovazioni furono confermate anche durante il dominio austriaco e dal Regno d’Italia.

Nella nostra città furono aperti quattro cimiteri. Nel 1808 quello di San Maurizio, che in linea di massima corrisponde all’attuale cimitero civico. Nel 1810 quello di Santa Lucia Vecchia, nei pressi di Porta Broseta. Nello stesso periodo, quello di Valtesse, chiuso nel 1920, che sorgeva sull’area dell’attuale Campo Utili. Nel 1833 quello di San Giorgio, nei pressi della chiesa omonima, chiuso nel 1904. Nel gennaio del 1892 il prefetto scrisse alla Giunta comunale sottolineando lo stato deplorevole in cui versavano i cimiteri, troppo vicini ai centri abitati e insufficienti di fronte all’espansione della città. Nello stesso anno, venne formata una commissione di studio con la decisione di costruire il cimitero civico sull’area di quello di San Maurizio. L’8 luglio 1896 la Giunta indisse il bando del progetto per il nuovo cimitero, che avrebbe dovuto essere maestoso e artistico. L’8 agosto 1898 la Giunta comunicò che esta stato scelto quello dell’architetto milanese Ernesto Pirovano. I lavori iniziarono pressoché subito. Il 26 maggio 1904 il cimitero civico venne benedetto dal vescovo Gaetano Camillo Guindani, alla presenza, fra gli altri, del sindaco conte Giuseppe Malliani e dei padri cappuccini, incaricati dalla Giunta dell’ufficio di cappellani. E il 21 ottobre dello stesso anno il vescovo Guindani, per sua volontà, venne sepolto nel famedio.

Dall’anno della sua apertura è stato sottoposto a continui ampliamenti e ristrutturazioni e abbellimenti. 

LA CHIESA

Fino agli anni Cinquanta, la Messa si celebrava in una cappella del famedio, ma era insufficiente. Il vescovo Giuseppe Piazzi parlò con il cappellano padre Giovanni Crisostomo Casnici della necessità di una chiesa. Il 1° novembre 1962 il vescovo Piazzi benedì la prima pietra della chiesa di Ognissanti (di proprietà del Comune), che venne consacrata il 1° maggio 1965 dall’arcivescovo Clemente Gaddi. Alla sua costruzione contribuirono le offerte di tutti i bergamaschi. Nel 2021 sono stati inaugurati i restauri alla chiesa, fra cui i mosaici di Trento Longaretti e la Via Crucis di Piero Brolis.

  1. Quello di Redona non è annoverato. Dipende dal fatto che il quartiere precedentemente era un comune ?

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