Intelligenza artificiale e sapienza del cuore

“È importante guidare l’intelligenza artificiale e gli algoritmi, perché vi sia in ognuno una consapevolezza, una conoscenza responsabile nell’uso” così recentemente Papa Francesco ha scritto per la 58° giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2024.

“Come tutte le rivoluzioni anche questa basata sull’intelligenza artificiale, pone nuove sfide, affinchè le macchine non contribuiscano a diffondere un sistema di disinformazione” si legge nella nota vaticana.

Dagli anni 60/70 del secolo scorso si è iniziato a parlare in modo sistematico di intelligenza artificiale, ma solo negli ultimi anni, a seguito di una maturità tecnologica raggiunta, il fermento su questi temi è diventato dilagante.

A questo ovviamente hanno contribuito le principali multinazionali (Google, Microsoft, Amazon, Apple) attraverso una “battaglia” per portare al proprio interno strumenti e società specializzate nell’IA, capaci attraverso ricerche ad hoc, di esprimere nuovi strumenti, utili ad esempio, per il riconoscimento dei volti, delle immagini o applicazioni vocali, traduzioni linguistiche o analisi in ambito medico sanitario.

Cosa è l’intelligenza artificiale e cosa sono gli algoritmi

Nei giorni scorsi un’inchiesta di una famosa giornalista italiana ha mostrato come sia sufficiente che due telefonini siano agganciati alla stessa rete wifi e uno dei due abbia visualizzato 10 famosi brand, che anche l’altro senza effettuare alcuna ricerca, appena si aggancia alla stessa rete visualizzerà gli stessi brand.

Tutti inoltre abbiamo sperimentato con il PC che, dopo aver ricercato alcuni beni o oggetti, per giorni il PC ci ripresenta beni simili e gli stessi oggetti pronti per essere acquistati.

Come definire allora l’intelligenza artificiale e cosa sono i famosi “algoritmi” che ormai imperversano (senza che gli utenti spesso ne siano consapevoli) i sistemi sanitari, assicurativi, finanziari, pubblicitari e di vendita.

L’intelligenza artificiale è una “macchina” capace di copiare e simulare ogni aspetto dell’apprendimento e dell’intelligenza umana. Rappresenta un insieme di circuiti elettronici e di istruzioni software capaci di dare l’impressione, a un osservatore umano, di essere alle prese con un altro uomo e non con una macchina.

Tutto questo attraverso lo sviluppo di algoritmi che consentono di mostrare attività intelligente.

Ma che cosa è un algoritmo? Una successione di istruzioni per ottenere un preciso risultato a partire da alcuni dati iniziali ed elaborando una quantità immensa di informazioni in poco tempo.

Oggi l’IA viene utilizzata in molti ambiti e in un futuro prossimo tutte le realtà si confronteranno con l’intelligenza artificiale. 

Facciamo alcuni semplici esempi:

L’utilizzo per attività di marketing e vendita

Ormai tutti i grandi competitor finanziari e assicurativi per predisporre tariffe capaci di produrre redditività, si affidano ad alcuni algoritmi tariffari a tal punto sofisticati che è diventato frequente sentire (a giustificazione) ” è l’algoritmo che ha definito l’aumento della  tua polizza ” .

Non solo ma questi sistemi, attraverso l’analisi di moltissimi dati e variabili sono capaci, di proporre il prodotto ad hoc che ha, in quella situazione, più probabilità di essere venduto.

Così come l’utilizzo di “sistemi esperti” cioè capaci di risolvere problemi complessi per i quali servono normalmente persone con competenze specifiche (trovano la soluzione ad un problema senza l’intervento di un esperto).

Esistono inoltre sistemi capaci di “persuadere” le persone all’acquisto di determinati beni di consumo (Artificial Intelligence Marketing).

Si tratta, in concreto, dell’utilizzo degli algoritmi di intelligenza artificiale e “Machine Learning”con l’obiettivo di persuadere le persone a compiere un’azione, acquistare un prodotto o accedere ad un servizio.

Sistema sanitario: un aiuto potente per analisi e diagnosi

Poco più di 5 secondi impiega una piattaforma di IA per eseguire un audit clinico, rispetto ai diversi giorni necessari ad un operatore umano per giungere agli stessi risultati.

Le potenzialità dell’IA in campo sanitario sono enormi. Ad esempio nell’analisi delle immagini ottenute da TAC e RMN migliorando i percorsi clinico diagnostici.

L’utilizzo dell’IA nel caso di eventi acuti come infarto e ictus, è preziosissima in quanto capace di fornire informazioni diagnostiche e terapeutiche velocemente, in situazioni dove intervenire presto è fondamentale.

Ma pensiamo a tutte le discipline mediche e citiamo ad esempio la dermatologia con la mappatura dei nei; con IA si riesce ad analizzare e mappare tutti i nei presenti sul corpo del paziente in tempi veloci (a volte migliaia di nei) e valutarne le anomalie.

Certo l’intelligenza artificiale non sarà mai infallibile e avrà sempre bisogno di un essere umano capace di interpretare adeguatamente la moltitudine di informazioni e di non considerarle ineludibili.

Ritorniamo all’esempio dei nei: se durante la mappatura dei nei, la macchina dice che un determinato neo è da approfondire e così l’esame visivo del medico, sicuramente lo stesso approfondirà la situazione, ma se un neo all’esame del medico appare problematico e la macchina riferisce che non ci sono problemi, il buon medico deciderà comunque nel dubbio di approfondire per evitare conseguenze negative sulla salute del paziente.

Cybersecurity: analisi per sventare attività fraudolente

La prevenzione delle frodi è una delle applicazioni più mature dove l’intelligenza artificiale  si concretizza con quelli che tecnicamente vengono chiamati “advanced analytics”, analisi molto sofisticate che correlano dati, eventi, comportamenti ed abitudini per capire in anticipo eventuali attività fraudolente (come la clonazione di una carta di credito o l’esecuzione di una transazione non autorizzata); questi sistemi possono in realtà trovare applicazione anche all’interno di altri contesti aziendali, per esempio per la mitigazione dei rischi, la protezione delle informazioni e dei dati, la lotta al cybercrime e la sicurezza di un Paese.

I rischi dell’Intelligenza Artificiale

Quando si parla di intelligenza artificiale non si può non toccare aspetti etici e sociali, sia per quanto riguarda il controllo delle persone, sia per quanto riguarda i processi legati al lavoro e all’occupazione.

Gli economisti si interrogano da tempo su quali strumenti attivare per impedire che l’evoluzione della società verso un’economia a sempre minore intensità di lavoro – la cui evoluzione è oggi accelerata dall’intelligenza artificiale – non si traduca in un impoverimento della popolazione.

Alle tematiche sociali, si affiancano questioni etiche sullo sviluppo e l’evoluzione dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie.

Già Stephen Hawking e altri studiosi hanno messo in guardia, insieme alle stupende opportunità anche i pericoli e i rischi di un controllo di pochi sull’umanità. “Siamo sulla soglia di un mondo completamente nuovo. I benefici possono essere tanti, così come i pericoli” ha detto Hawking, qualche anno fa in un intervento a Lisbona.
 
“Non possiamo prevedere cosa riusciremo a raggiungere quando le nostre menti verranno amplificate dalle IA. Forse, con questi nuovi strumenti, riusciremo a rimediare ai danni che stiamo infliggendo alla natura e forse potremmo essere in grado di sradicare povertà e malattie. Ogni aspetto della nostra vita verrà trasformato. Ma è anche possibile che con la distruzione di milioni di posti di lavoro venga distrutta la nostra economia e la nostra società”. 

Ci si interroga da tempo sul “potere degli algoritmi” e dei big data, domandandosi se questi segneranno la superiorità del cervello delle macchine su quello dell’uomo.

Il tema è molto attuale e lo diverrà ancora di più nei prossimi anni.

Diventeremo schiavi della tecnologia, o l’intelligenza umana rimarrà custode della libertà, del sapere e della creatività tipica d’ogni essere umano? 

Difficile dirlo, di certo per poter scongiurare questo pericolo sarà sempre più necessario “decentralizzare” l’intelligenza artificiale e fare in modo che possa essere progettata, sviluppata e controllata da una grande rete internazionale, riducendo i rischi di monopolio e quindi risolvendo problemi etici e di sicurezza con il contributo di più teste pensanti.