La Scuola di Teologia del Seminario cambia volto: la bellezza della condivisione

La Costituzione apostolica “Veritatis gaudium” (29 gennaio 2018) di Papa Francesco ha prodotto un movimento che ha condotto, all’inizio di quest’anno, a rivedere il complesso della formazione teologica e ha quindi toccato anche la vita delle Scuole di Teologia, portando ad accorpamenti e collaborazioni tra diocesi. Siccome lo studio della teologia è una parte significativa della vita del Seminario e dell’esperienza di coloro che si preparano al sacerdozio, questa riforma scolastica ha inciso in modo significativo anche sull’orario, sulla forma di residenzialità e sulla proposta educativa dei seminari.

In particolare, il nostro Seminario di Bergamo ospita una Scuola di Teologia in cui convergono i seminaristi di diverse diocesi della Lombardia (per quanto il numero, in senso assoluto, non sia elevato): 28 in tutto. La diocesi di Crema ha deciso di far rimanere i suoi seminaristi dentro l’esperienza bergamasca anche per le esperienze pastorali del sabato e della domenica; Pavia fa la “settimana corta”, resta cioè a Bergamo nei 4 giorni in cui c’è scuola, ma nel fine settimana si ritorna nella propria diocesi; Lodi ha optato per la soluzione “pendolare”, di usufruire cioè della scuola rientrando però ogni pomeriggio nel proprio Seminario. Dentro questa varietà di scelte si intuisce la come stia prendendo forma un cambiamento dentro cui alcuni germogli già si intravedono.

Un punto di forza di questa esperienza che io avverto è la possibilità di provare a respirare concretamente e a costruire nel nostro piccolo quella chiesa una e cattolica che professiamo nel credo. L’altro aspetto è la potenziale ricchezza di un confronto con chi vive esperienze e realtà diverse.

 Alessandro Zaliani, III teologia, diocesi di Pavia

Essendoci pochi seminaristi in ogni diocesi, la possibilità di essere insieme permette di raggiungere un numero sufficiente per dare concretezza a una vita comunitaria reale, in cui si accendono alcune dinamiche che in un gruppo piccolo non potrebbero scattare: sono dinamiche di condivisione, di confronto di stili e di collaborazione. Chi è disponibile per un servizio piuttosto che per un altro, chi riesce a garantire alcune proposte che vanno poi a beneficio dell’intera diocesi… Senza l’aspetto comunitario, l’esperienza del seminario sarebbe un po’ più povera e un po’ meno sensata.

La vita di tutti i giorni diventa velocemente asfissiante quando si è in pochi, meno ricca di stimoli e meno provocante. Obbliga meno al confronto con chi la pensa diversamente e fa quindi crescere in modo più lento.

 “Non sapevo cosa aspettarmi da questo nuovo inizio, entrare in seminario, stare lontano da casa e per di più in una diocesi a me estranea. Provavo un mix di emozioni tra felicità e agitazione, i giorni antecedenti al mio ingresso in teologia. Dopo più di un mese di convivenza sono davvero grato al Signore per aver messo sul mio cammino questa splendida comunità, che ho trovato da subito super accogliente è disponibile ad ascoltare le mie preoccupazioni. Anche con la scuola mi sono trovato bene, perché grande è la voglia di dare ragione della mia Fede. Ringrazierò sempre il Signore per quanto mi permetterà di vivere in questa splendida comunità.

Riccardo Spagnuolo I teologia diocesi di Crema

Inoltre, è interessante la trama invisibile degli immaginari che vanno a fondersi e confrontarsi: fare il prete a Bergamo è diverso che farlo a Lodi, a Pavia, o a Crema. Contaminare le attese e i sogni che abitano l’idea del prete che uno vuole essere domani aiuta a mantenere aperto il respiro, ad arricchirsi di esperienze e di punti di vista, a considerare cose che, dal suo osservatorio, si vedono meno. Forse oggi sta cominciando qualcosa che sarà da tenere in considerazione per il ripensamento delle modalità attraverso cui, in un futuro nemmeno troppo lontano, si diventerà preti nelle nostre diocesi.

La possibilità di vivere la formazione scolastica insieme a seminaristi di più diocesi secondo me è una grande occasione e ricchezza anche per noi studenti di Bergamo. Prima di tutto siamo chiamati ad essere accoglienti, per provare a far sentire a casa tutti. In secondo luogo diventa arricchente perché diventa occasione per condividere non solo la scuola, ma anche racconti sulla vita comunitaria, sulla preghiera, su come “si è seminarista” in altre diocesi. L’incontro con un’esperienza diversa permette di relativizzare e dare il giusto peso anche a quello che viviamo nel nostro seminario diocesano.

Federico Rossi IV teologia seminario di Bergamo

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