Pellegrinaggio del vescovo in Alta Valle Brembana. Le unità pastorali e la sfida di “camminare insieme”

Trenta parrocchie disseminate in un territorio vasto, di montagna: la composizione della fraternità 1 della Cet 04 dell’Alta Valle Brembana è molto variegata, ecco perché diventa ancora più importante (e a volte faticoso) “servire la vita insieme”, come indica la lettera circolare del vescovo monsignor Francesco Beschi per quest’anno pastorale.

Si è parlato della vita nelle cinque unità pastorali e di nuove prospettive di collaborazione nell’incontro di fraternità che ha riunito i sacerdoti che la compongono con il vescovo in occasione del pellegrinaggio pastorale. Un’occasione per scambiarsi riflessioni che, come dice il vescovo “aiutano a continuare il cammino”.

“Ci stiamo muovendo – spiega don Alberto Bongiorno, moderatore della fraternità e parroco di Branzi, Trabuchello, Carona, Foppolo e Valleve – verso un nuovo modo di portare avanti l’attività pastorale insieme. Certamente potrebbe essere prezioso un maggiore coinvolgimento dei laici, ministri e diaconi permanenti”.

Dal 2018 al 2023 la fraternità è passata da 24 a 16 sacerdoti: “C’è stato un progressivo accorpamento delle parrocchie in unità pastorali – continua don Alberto -. Si è iniziato con più parroci fino ad arrivare a un solo parroco affiancato da collaboratori e sacerdoti più anziani”.

Questo ha portato un’esigenza forte di riorganizzazione, in una realtà molto diversa da quella cittadina: “Sono nato e cresciuto a Zorzone – osserva don Sergio Carrara, parroco di Dossena – un paese di 200 anime, e quando sono entrato in Seminario mi sono accorto di molte differenze. A poco più di un’ora di auto dalla città ci si trova in un altro mondo”.

Le comunità sono piccole, ma con un’identità ben definita: “Ognuna ha le sue caratteristiche – sottolinea don Dario Covelli, dell’unità pastorale di Olmo, Averara e Stabina -. A volte è difficile armonizzare le differenze, considerandole come una ricchezza, e trasmettere il senso di appartenenza all’unità pastorale. Fra una una parrocchia e l’altra ci sono spesso distanze significative, e questo rende più complicato rispondere positivamente alla richiesta dei fedeli di fermarsi di più”.

In Alta Valle Brembana ci sono località turistiche frequentate, soprattutto d’estate: “Valfondra, per esempio – sottolinea don Alberto Bongiorno – accoglie numerosi villeggianti, ce ne sono anche fra i ragazzi che frequentano il Cre. Anche questo influenza la struttura della comunità, improntata al turismo e alla pastorizia. A volte si sente la necessità di ragionare insieme sui temi legati alle famiglie e all’economia, su cosa si lascia ai figli e quali prospettive ci sono sul territorio”.

La natalità si abbassa, i paesi lentamente si spopolano, e le generazioni più giovani non mantengono sempre vivo il legame con la comunità cristiana: “La parrocchia – sottolinea don Andrea Mazzoleni, parroco di San Martino Oltre la Goggia, Moio e Valnegra – non è più l’unico riferimento. In questo clima ci vuole ancora più impegno per far sentire l’importanza della comunità e possiamo riuscirci solo rafforzando la collaborazione fra parrocchie per essere comunque significativi e profetici. Forse anche lo stile della presenza del sacerdote deve cambiare, ed è essenziale dare spazio ai laici, renderli protagonisti. Nella mia comunità ci sono ancora tanti volontari, oltre cento, suddivisi nei diversi compiti. È importante accompagnarli nel passaggio da collaboratori a corresponsabili. Credo nell’importanza di coltivare la fraternità presbiterale, che deve essere costantemente costruita e alimentata. La migliore testimonianza che possiamo dare è andare d’accordo fra di noi”.

Le piccole comunità di montagna sono spesso antenne sensibili ai cambiamenti e luoghi dove si sperimentano innovazioni: don Gianluca Salvi, parroco di San Giovanni Bianco, indica la necessità di riflettere su possibili trasformazioni future nella forma, nell’organizzazione e nella struttura delle comunità. “Nella nostra fraternità – chiarisce infine don Alessandro Nava, parroco di San Pellegrino e Santa Croce – stiamo facendo tanti passi avanti insieme e abbiamo l’occasione di vivere in un tempo in cui abbiamo la possibilità di sperimentare, di fare spazio a nuove proposte. Abbiamo l’occasione di dedicarci a cercare qualcosa di bello, di importante, di opportuno. Sarebbe bello se la fraternità diventasse anche fucina di idee”.

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