Un grido di rabbia a Dio “lontano”. Suor Chiara: “Sentire vicino Gesù sulla croce, mai perdere la speranza”

Perché se Dio sà tutto di noi, e ci ama tutti e non dimentica nessuno…beh, perché nella mia vita esistono solo lutti, malattie e problemi? Da ragazzino ho perso mio padre per una brutta malattia in giovanissima età (46 anni), ho rischiato di perdere mia madre, ho perso zii/e quasi altrettanto giovani, ho sofferto di depressione, di solitudine, ho avuto un tumore, ora persino il mio cane che amo infinitamente, è malato. Questa è solo la punta dell’iceberg…ho solo 36 anni. Ho sempre pregato, ho sempre cercato, nei limiti del possibile e delle mie capacità, di aiutare e sostenere le altre persone in difficoltà. Ora non ce la faccio più. Dove è il senso della mia vita? Ogni giorno solo sofferenza (e non parliamo di ciò che succede nel mondo). Dov’è Dio? Perché mi (ci) ha abbandonato? Non voglio sentirmi dire che un giorno andrà meglio e cose del genere, perché non è mai stato così nella mia vita. Per quanto io abbia lottato e reagito. E ho un lavoro, una casa, una futura moglie. Ma non ne posso più di vivere nella malattia, mia e di chi mi sta vicino. Dio dov’è?
Matteo

Le tue parole trasudano sofferenza, stanchezza, angoscia, smarrimento…, caro Matteo! 

In preda allo sconforto, gridi la tua innocenza e ti chiedi perché? Perché? Perché! Proprio come Giobbe!

Umanamente parlando la sofferenza è una grande sconfitta, uno scandalo che oscura il volto di Dio, Padre buono, come è stata la croce di Gesù, “stoltezza e scandalo” agli occhi di tutti. 

Quando il dolore è intenso il rischio è quello di “venire meno” lungo la strada della vita e di perdere la capacità di sperare, di guardare l’orizzonte, di desiderare: la speranza vacilla e si avverte la sensazione che il Cielo sia chiuso sopra la nostra testa! 

Non ho risposte “a buon mercato” da offrirti e, anche se le avessi, me ne guarderei bene dal farlo! Tuttavia voglio incoraggiarti a non chiuderti nel tuo dolore e a rivolgere il tuo lamento proprio a quel Dio che percepisci molto lontano, a esprimergli i tuoi stati d’animo e persino la tua rabbia: ne hai tutto il diritto!

Se il Cielo non risponde, affidati ugualmente a quel Dio “lontano”! Ti sentirai risollevato e in grado di guardare alla tua vita con occhi nuovi.

Come non ricordare quel Venerdì santo, quando sul Golgota anche il Figlio di Dio appeso ad una croce gridò a Dio una preghiera straziante: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”, spirando fra atroci sofferenze? 

Sentilo vicino! Sentiti in Lui. Vorrei, a questo proposito, proporti un piccolo stralcio tratto dalla lettera che il card. Pizzaballa ha scritto alla sua diocesi in data 24 Ottobre, a causa della tragica guerra che sta scuotendo la Terra santa. Parlando della sofferenza innocente, il patriarca scrive: «Proprio dentro tutta questa malvagità, Gesù ha vinto. Nonostante il male che devasta il mondo, Gesù ha conseguito una vittoria, ha stabilito una nuova realtà, un nuovo ordine, che dopo la risurrezione sarà assunto dai discepoli rinati nello Spirito.

È sulla croce che Gesù ha vinto. Non con le armi, non con il potere politico, non con grandi mezzi, né imponendosi. La pace di cui parla non ha nulla a che fare con la vittoria sull’altro. Ha vinto il mondo, amandolo. È vero che sulla croce inizia una nuova realtà e un nuovo ordine, quello di chi dona la vita per amore. E con la Risurrezione e con il dono dello Spirito, quella realtà e quell’ordine appartengono ai suoi discepoli. A noi. La risposta di Dio alla domanda sul perché della sofferenza del giusto, non è una spiegazione, ma una Presenza. È Cristo sulla croce».

Oggi Gesù continua a patire e a gemere sotto il peso di pesanti e assurde croci e il suo grido oltrepassa le nubi del cielo sino al trono di Dio! Il suo grido al Padre è il tuo, è quello di ogni uomo e dell’umanità intera, vittima, in molte parti del mondo, di morte e di distruzione.

Sentiti sostenuto dalla preghiera di Gesù sulla croce, che dà voce anche ai tuoi stati d’animo e li porta davanti al Padre! 

Credo sia questo il fondamento della speranza e il motivo per il quale puoi provare a guardare nuovamente in avanti. La speranza cristiana non è a “basso costo”, al contrario è costata cara, innanzitutto a Dio, che – ti sembrerà una bestemmia – è morto sotto il peso del dolore, schiacciato dal male dell’intera umanità, e ora costa cara anche a te!

Non scoraggiarti! 

Chiedi a Dio la grazia di alzare lo sguardo e di ricominciare a guardare lontano. 

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