Il rispetto e alla cura dell’ambiente a misura di bambino. Padre Enzo Fortunato: i più piccoli possono “rieducare” gli adulti

Un particolare della copertina de "L'enciclica dei bambini" (San Paolo)

Il tema dell’ecologia e dell’importanza che riveste la cura del pianeta e del Creato dedicato ai piccoli, è stato affrontato nel volume “L’Enciclica dei bambini. Rieducare il mondo degli adulti” (Edizioni San Paolo 2023, Prefazione di Papa Francesco, 141 pp., 12 euro) scritto a quattro mani da Padre Enzo Fortunato e da Aldo Cagnoli. 

La copertina del volume

La prima parte parla agli adulti (le parole per i grandi), attraverso quattro parole chiave: ereditare, connettere, condividere e donare, la seconda parte, (le parole per i piccoli) si rivolge direttamente ai bambini attraverso un racconto illustrato diviso in quattro capitoli.

Abbiamo dialogato con Padre Enzo Fortunato, giornalista e saggista, frate minore conventuale, che dal 1997 al 2021 ha diretto la Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi. Collabora con diverse testate giornalistiche, tra cui “Avvenire”, “Corriere della Sera”, “La Stampa”, “Il Sole 24 Ore”, “Huffington Post”. Ogni sabato mattina tiene su Rai1 la rubrica “Tg1 Dialogo” e su Rairadio1 “In viaggio con Francesco”. Sempre per la Rai ha ideato e conduce la trasmissione “In cammino”.

  • Padre Fortunato, mediante questo libro volete sensibilizzare i grandi e spiegare loro quanto sia importante educare i bambini alla cura e al rispetto del Pianeta, definito nell’Enciclica “la nostra casa comune”? 

«Significa tradurre con il linguaggio proprio dei bambini i grandi valori che Papa Francesco ci ha donato attraverso la “Laudato sì”, la “Querida Amazzonia” e l’Esortazione Apostolica “Laudate Deum”. Sono tre grandi appelli di Papa Francesco, che sono confluiti, tradotti anche con linguaggio di disegni, temi ed espressioni, legati al mondo dei bambini, che in questo libro sono i veri protagonisti, perché hanno rivelato e rivelano una grande sintonia con il Pontefice. Sintonia che abbiamo avuto modo di sperimentare pochi giorni fa, il 6 novembre, nell’Aula Nervi, nel grande incontro: “I bambini incontrano il Papa”, che Papa Francesco ha avuto con circa 7500 bambini dei cinque continenti, dove è stata presentata “L’Enciclica dei bambini”».  

  • È necessario un passaggio di consegne simbolico dagli adulti ai bambini con quest’ultimi che insegnano e sensibilizzano gli adulti, che può portare una vera speranza di cambiamento?

«Credo che oggi i bambini rappresentino quel mondo che interroga, che mette profondamente in crisi, se ascoltati, il mondo degli adulti. Infatti, il sottotitolo del libro è: “Rieducare il mondo degli adulti”. Racconto una scena alla quale ho assistito proprio il 6 novembre. Un uomo aveva buttato a terra un foglio di plastica e alcuni bambini che passavano lì accanto, gli hanno detto: “Ma dopo una giornata così, ancora non hai capito che bisogna stare attenti all’ambiente?”. Questo episodio ci dice due cose: la prima, la grande attenzione e la grande sensibilità dei bambini e soprattutto la grande provocazione che i bambini fanno agli adulti. La seconda cosa è che siamo chiamati a essere responsabili, a dare delle risposte che non sono quelle delle parole ma quelle della testimonianza di vita. La testimonianza degli adulti ora è chiamata a giocare un ruolo fondamentale, decisivo, nevralgico. Si tratta, come adulti, di rispondere a quella prima domanda che il Papa ha posto nei primissimi passaggi della “Laudato sì”: “Che futuro vogliamo dare ai nostri figli?”».

  • “Ho sempre pensato che la crisi ecologica sia l’altra faccia della crisi sociale, culturale e spirituale della modernità”, scrive Papa Francesco nella Prefazione, come sostiene nella “Laudato sì”. Che cosa ne pensa? 

«Penso alla frase finale della Prefazione di questo libro scritta dal Santo Padre: “Cari bambini, vi abbraccio, e sappiate che il vostro Papa e nonno farà di tutto perché possiate vivere in un mondo bello e buono“. Ciò spiega la determinazione di Papa Francesco nel farsi interprete del grido dei bambini. Un grido di pace, un grido che desidera dirci e dire che i piccoli hanno bisogno di respirare aria pulita, di bere acqua pulita, hanno bisogno di essere sostenuti in un mondo pulito. Sono interrogativi che sono uno squarcio di luce in un mondo che sembra andare avanti distrattamente, che pensa ad uccidere e non a dar vita». 

  • Ecologia e fratellanza corrono sullo stesso sentiero? 

«Sono lo stesso sentiero perché l’uomo che rispetta l’ambiente significa che ama il fratello, l’altro. Chi ama l’altro, chi ama il fratello, chi ama la persona si comporta in modo diverso. Ricordiamo quello che ha detto Papa Francesco: “Chi uccide l’ambiente, chi spreca, uccide l’uomo e uccide anche se stesso”». 

  • Il racconto illustrato è una storia di conversione che insegna come la natura sia un bene prezioso per tutti e che l’amore e il perdono sono più forti dell’odio e della vendetta? 

«C’è un mondo di bene che è silenzioso e Papa Francesco ci invita a farlo emergere. Sono pochi, purtroppo, che hanno il potere dell’economia, che hanno le leve dell’ambiente. Si tratta di una messa in discussione totale, senza se e senza ma, di chi ha il potere ed è chiamato a esercitarlo come servizio. La stessa “Laudate Deum” ci dice che ormai non c’è più tempo da perdere». 

  • Durante l’incontro nell’Aula Nervi, Papa Francesco ha detto ai bambini: “Siate messaggeri di pace!”, in questo momento così delicato e devastante, con tante guerre in corso.  

«Le guerre in corso hanno posto al centro drammaticamente, e non ci sono parole nel vocabolario per interpretare quello che sta accadendo, cioè bambini protagonisti drammatici della guerra. Addirittura quasi “agnelli sacrificali” della guerra. Sono pagine che non avremmo mai voluto leggere. La cifra dell’incontro dello scorso lunedì ce l’hanno data i bambini, alcuni di loro sono arrivati dalla Palestina, quando ci hanno detto: “Noi siamo amici e vogliamo bene ai bambini israeliani”. Questa è stata una frase che difficilmente dimenticherò». 

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