Il teatro dei burattini come strumento educativo e creativo. Un libro di Roberta Navoni

Due donne burattinaie madre e figlia, native di Pognano, in un panorama lavorativo dove prevalgono i burattinai di sesso maschile. La madre si chiama Carla Passera, la figlia Roberta Navoni.

Quest’ultima è mamma e pedagogista, con una tesi sulla valenza pedagogica e psicologica dei burattini. Entrambe si occupa della divulgazione scientifica della storia, delle potenzialità educative, formative, didattiche e relazionali che il burattino possiede sia nei bambini, sia negli adulti. 

La burattinaia di Pognano Roberta Navoni firma un libro sul teatro dei burattini come strumento educativo e creativo
La copertina del volume

Roberta gestisce con la madre Carla l’Associazione «I Burattini di Roberta» e realizzano spettacoli, convegni e laboratori creativi anche a livello nazionale. In questa pedagogia burattinaia si colloca il libro «Il teatro dei burattini nell’educazione e nella formazione della persona» (edizioni Marcianum Press di Venezia per conto delle Edizioni Studium di Roma), che sta raccogliendo successo a livello nazionale. Ne è autrice proprio Roberta.

«Nel libro — racconta l’autrice — analizzo il teatro dei burattini scandagliando storia, ruolo psicologico, pedagogico, culturale e sociale, mettendo in mostra le potenzialità e analizzando progetti laboratoriali che, attraverso i burattini, consentono l’acquisizione di competenze e apprendimenti nei bambini e negli adulti». I burattini hanno una grande storia popolare.

«Le loro rappresentazioni — prosegue l’autrice — sono pratiche antiche e indicano modalità attraverso le quali le diverse culture hanno messo in scena i propri sentimenti, emozioni e aspirazioni, intrecciando le dimensioni della vita: corpo e ragione, istinti e intenzionalità, riso e riflessioni. In pratica, i burattini hanno una funzione sociale, pubblica e giocosa».

Oltre all’excursus storico sui burattini regionali e il loro forte legame con il territorio, il libro mette in evidenza la tradizione artistica e popolare locale odierna e la relazione intercorrente nei burattini fra  mano e mente, fra azione e movimento dei burattini. «Il burattino — prosegue l’autrice — è una metodologia con una struttura universale, perché ognuno può riconoscersi, emozionarsi, proiettare paure, desideri e bisogni, identificarsi, divertirsi, socializzare e conoscere meglio se stesso. Dalla stretta relazione fra mano e mente, fra azione e movimento, fra linguaggio e conoscenza, si può favorire l’accrescimento delle competenze pedagogiche e narrative di coloro che operano e vivono relazioni educative». «I Burattini di Roberta» sono presenti anche su Facebook e su Instagram, dove tutti possono condividere con le due burattinaie i propri pensieri, riflessioni e proposte.

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