“Mio padre è in carcere, non riesco a perdonarlo”. Suor Chiara: ”Anche nelle righe storte della vita Dio scrive storie di riscatto”

Buongiorno suor Chiara,
Mio padre è in carcere da diversi anni. Io frequento le scuole superiori e ai miei compagni ho detto che è morto, perché mi vergogno. Da tanto tempo non vado a trovarlo, anche se mia madre vorrebbe che lo incontrassi e che lo perdonassi. Io però non me la sento, penso che abbia rovinato la mia vita e quella di tutta la famiglia. Cosa dovrei fare secondo lei?
Maria

La tua sofferenza è reale e grande, carissima Maria, il tuo dolore e la tua delusione verso chi ti ha generato sono profondi. Comprendo la tua vergogna e il tuo disagio verso i tuoi compagni di classe. E… a ragione! Comprendo, d’altra parte, il desiderio di tua mamma di vedere realizzato l’incontro con tuo padre a cui offrire il tuo perdono. È un gesto che apre alla riconciliazione.

Cara Maria, ti invito a non chiuderti nel tuo dispiacere e a condividerlo con qualche persona a te molto cara, evitando, così, che questa amarezza diventi ancora più pesante e ti rinchiudo in te stessa.

Simili angosce, infatti, si portano anche grazie all’affetto di amici e all’intervento di persone competenti che ti possano aiutare a riprendere in mano la tua pena e ad accoglierla quale via di salvezza per te e per la tua famiglia.

Tale obiettivo non è facile e nemmeno naturale, poiché chiede la disponibilità a percorrere un lungo e faticoso cammino di consapevolezza e di accettazione, al fine di poter scorgere nella tua storia e in quella della tua famiglia, il filo rosso dell’amore, della fiducia, della speranza. 

Tieni bene in mente – come puoi – che la tua storia, quella della tua famiglia e persino quella di tuo padre non sono lasciate “al caso”, ma sono nelle mani del Signore che conosce tutto e che non abbandona nessuno nel momento del bisogno. A lui puoi sempre parlare, dirgli ciò che hai nel cuore e trovare consolazione. Metti nelle sue mani quando è accaduto, grida la tua rabbia! Non averne paura, ma non farlo da sola! Lasciati aiutare! 

Sulle “righe storte della vita” Dio può scrivere storie di riscatto e di liberazione: devi crederci, affidarti a Lui e a quanti possono aiutarti! 

Quando meno te lo aspetti, giungerà il momento in cui nascerà nel tuo cuore il desiderio o la necessità di riprendere i contatti con tuo papà, di scrivergli, di rivederlo, di andare a trovarlo, di chiedergli – perché no – ragione delle sue scelte sbagliate, esternando i tuoi sentimenti; potrebbe anche essere un momento che apre ad un pianto liberatorio.

Anch’egli, credo, ha bisogno della tua vicinanza e persino del tuo perdono; penso che anche lui soffra per voi, per te, e che sia consapevole di avervi fatto soffrire; forse, dal profondo del suo cuore, si aspetta il grande regalo del tuo perdono, che lo può generare nuovamente alla vita. 

Ricordati, Maria, che tuo papà continua ad essere “prezioso e degno di stima” (Isaia 43,4).

Nel frattempo, prega per lui, affidalo alla Vergine Maria, nostra Madre, perché lo possa aiutare e sostenere nei momenti più faticosi.

C’è una bellissima preghiera a Maria che puoi recitare spesso per tuo papà: “A te guardiamo o Maria, dolce Madre di Gesù, apri al cielo le anime nostre e chiudi nel cuore del Padre i nostri cari, perché possano sentire nella tua, la nostra carezza e avvertire di Dio, che porti in grembo, l’immensa e amorevole tenerezza. Amen”.

E anch’io e le mie sorelle ti accompagniamo con la nostra preghiera.

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