Aldo torna a Gandino dall’Albania dopo 23 anni per rivedere suor Flaminia, la sua madrina. Storie di semi che germogliano 

Suor Flaminia svolge il servizio di assistenza alle suore anziane e ammalate della casa madre di Gandino dal 2019.

Prima ha vissuto per ben 21 anni presso una casa per minori a Galeata, in provincia di Forlì, la Casa Madonnina del Grappa, prendendosi cura di ragazzi e bambini in situazioni difficili. Nei giorni scorsi ha avuto la gioia di rivedere uno di questi suoi ragazzi.

Fa più rumore un albero che cade di un’intera foresta che cresce. 

Molti sono i “rumori” di questi giorni, spesso notizie di cronaca che oltre a rattristarci possono disorientarci, rubarci la speranza… fino a renderci “distratti” nei confronti di quelle piccole azioni che, pur nascoste, continuano a illuminare le nostre città, come poco lievito che, dice il Vangelo, fa fermentare la massa.

Ed è proprio un piccolo, ma bellissimo gesto, di cui suor Flaminia è stata testimone, che merita di essere raccontato.

Alcune settimane fa, un giorno come tanti altri, nel primo pomeriggio, è chiamata in portineria. “C’è una visita per te” le annuncia la suora portinaia. Raggiunta la sala accoglienza si trova davanti una giovane coppia e l’uomo esclama: “Suor Flaminia, non mi riconosce?” In effetti sono passati ben 23 anni da quando si son visti l’ultima volta e lui era un bambino di 10 anni… Bastano pochi dettagli, come il nome, la provenienza, il contesto in cui era arrivato all’Opera Madonnina del Grappa per riconoscere l’inatteso ospite. “Sei proprio tu? Ma da dove arrivi?”.

Un caloroso abbraccio e la presentazione di sua moglie danno l’avvio ad una carrellata di ricordi che riportano entrambe nel 1998, quando a causa della guerra, Aldo dovette lasciare l’Albania e fu accolto, con altri ragazzi albanesi, all’opera Madonnina del Grappa che in quel periodo aveva sede a Torricella.

Una delle prime cose che suor Flaminia seppe di Aldo, era il problema dell’allergia alle punture delle api. Questa fragilità fu uno dei motivi che spinse suor Flaminia a stare più attenta e vicina a lui, specie quando si usciva in campagna per delle passeggiate. Inoltre, il nuovo ospite era più piccolo di tutti gli altri e inevitabilmente si conquistò la simpatia di tutti.

Dopo un po’ di tempo, vedendo i compagni frequentare il catechismo, chiese di poter ricevere con loro i sacramenti dell’Eucarestia e della Cresima. E così, dopo un adeguato percorso di preparazione fece la prima Comunione e la Cresima. Suor Flaminia, d’accordo con il parroco del paese, fu scelta come “madrina”.

Forse anche questo legame spirituale, avrà spinto Aldo a intraprendere, dopo anni di lontananza, quello che potremmo chiamare “viaggio della riconoscenza”? 

Sicuramente, e il protagonista lo ha esplicitato alla sua cara suora, uno dei motivi è proprio quello, insieme alla volontà di esprimere tanta riconoscenza per chi ha avuto cura di lui in un periodo difficile della sua vita.

Ma torniamo al viaggio: la giovane coppia raggiunge Bergamo con un volo dall’Albania la sera precedente e pernotta in città alta. L’indomani è una “caccia alla suora” telefonando qua e là in vari istituti religiosi per rintracciare suor Flaminia… Forse è proprio il nome, non troppo comune, a restringere il cerchio e a indirizzare alle suore Orsoline di Via Masone. Così Aldo e la moglie si presentano in portineria chiedendo notizie della suora educatrice della Casa Madonnina del Grappa. “Non è qui, ma è nella casa di Gandino. Con i mezzi pubblici ci vorrà forse più di un’ora”.

Poche parole per dire che sono arrivati dall’Albania proprio per vederla e si rimettono in cammino dirigendosi verso la Stazione delle Autolinee. Verrebbe da dire che la durata del viaggio forse è simile a quella del volo dall’Albania a Orio… Prima il trenino per giungere ad Albino, poi l’autobus per Gazzaniga e appena arriva la coincidenza… quello per Gandino! Arrivati, è facile essere indirizzati al convento di Via Castello al quale giungono verso le 14.30. Non c’è molto tempo… In serata dovranno ritornare a Orio per volare a casa…

Un motivo in più per vivere con intensità questo incontro tanto desiderato da una parte… e inaspettato dall’altra! Il dialogo passa dai ricordi del passato al presente. Con gioia Aldo annuncia a suor Flaminia il suo attuale lavoro: “Sai che in Albania ho aperto un ristorante?”. “Davvero? Complimenti!”.

Insieme rievocano l’opportunità offerta dopo la scuola media, quando da Torricella Aldo si trasferì a Firenze, sempre presso l’Opera Madonnina del Grappa, per frequentare la scuola alberghiera. 

Un grande senso di gratitudine traspare sul viso di questo giovane che in Italia, oltre ad una casa accogliente e sicura, ha trovato in quegli anni incerti, la possibilità di prepararsi un futuro. 

Il tempo ormai è terminato e il suo grazie resterà “scritto” in questo viaggio di 24 ore. 

  1. Chi ha conosciuto Suor Flaminia non può dimenticarla! La sua dolcezza, la sua sensibilità e la sua disponibilità arrivano subito al cuore di chi la frequenta anche solo per pochi minuti. Ho insegnato alla scuola primaria di Galeata, intitolata al fondatore dell’opera Madonnina del Grappa, Don Giulio Facibeni. Con Suor Flaminia ci vedevamo ogni giorno, quando accompagnava a scuola i bambini e quando li aspettava all’uscita. Ho mantenuto i contatti con lei e, settimanalmente, ci scambiamo un messaggio. Il racconto di Aldo, che ho conosciuto personalmente quando frequentava la classe 5A ed io insegnava in 5B, mi ha riempita di gioa e di commozione. Ho anche la foto di lui con la classe e le maestre Laila e Paola. Chi dona amore, come Suor Flaminia sa fare, è benedetto dal Signore

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