Disuguaglianze. Fare spazio alla crescita dei più piccoli

Parlando di disuguaglianze, una delle più tremende e difficili da accettare sono quelle legate ai minori. Nel mese di ottobre del 2023 Save the Children ha pubblicato un rapporto chiamato “Fare spazio alla crescita” che fa una foto preoccupante per il nostro paese.

Nel rapporto si parla di spazi che aiutano a crescere e di quanti minori in Italia ne sono privati. Questi numeri, questa analisi e riflessione spero possa essere da stimolo anche per tante nostre agenzie educative. Ma non solo, spero possano portare qualche riflessione anche in questo tempo dove sempre meno giovani decidono di avere figli. Le disuguaglianze, le disparità di questo paese credo siano una delle chiavi di lettura attraverso le quali leggere anche questo fenomeno del nostro paese.

Lo spazio della casa: 13 mila minori non ce l’hanno

Non credo di dover spiegare quanto una casa sia importante nella vita di ciascuno. Non credo nemmeno di dover elencare le ragioni per cui per una famiglia diventa importante avere una casa che sia adeguata al numero di persone che ci vivono.

Ma già dalle prime pagine del rapporto emerge un dato allarmante: i minori senza tetto e/o senza fissa dimora sono quasi 13 mila (12.793), circa il 13% del totale delle persone che in Italia si trovano in questa condizione.

Secondo l’Eurostat, nel nostro paese, il 29,1% dei minori vive in abitazioni sovraffollate, ovvero in case dove non ci sono abbastanza stanze rispetto alle dimensioni della famiglia. Tale percentuale cresce all’aumentare dell’età dei minori: 31% per i bambini e le bambine di età inferiore ai 6 anni; 39,2% per quelle/i di età compresa tra i 6-11 anni; 44,5% per i minori tra i 12-17 anni. La presenza di un’elevata densità abitativa riduce notevolmente gli spazi dedicati al gioco, allo studio, alla socializzazione e alla riservatezza dei bambini, con effetti negativi sulla loro crescita e sul loro sviluppo.

Altro aspetto problematico legato allo spazio casa sono le spese che le famiglie affrontano per la casa. Quanto più del reddito familiare viene investito per le spese della casa, tanto meno saranno risorse spese per beni essenziali per la crescita dei figli e tendenzialmente le prime spese “da tagliare” sono quelle legate all’educazione. In Italia, le famiglie con un figlio minore, spendo in media per la casa l’11,5% del loro reddito medio mensile.

La spesa aumenta con l’aumentare del numero dei figli.  Inoltre una spesa eccessiva per la casa può portare ad incorrere in morosità incolpevole e quindi ad essere soggetti ad alto rischio di sfratto per morosità. Nel periodo tra gennaio e dicembre 2020, in piena ondata pandemica da Covid-19, quando tutti eravamo un po’ “fermi”, gli sfratti non si sono fermati: 38.163 sono stati i provvedimenti e di questi ne sono stati eseguiti 9.537. 

Lo spazio della scuola: i dati dell’offerta educativa

La maggior parte del tempo dove i bambini e gli adolescenti non sono a casa, sono a scuola. I dati raccolti da Save The Children relativi all’offerta educativa nelle scuole italiane, evidenziano notevoli carenze nella presenza di strutture di spazi adeguati all’apprendimento e alla crescita sociale, fisica ed emotiva dei minori. 

Alcuni esempi di questi spazi: nelle scuole primarie, il 22,9% è fornito di aule tecniche, mentre il 36,1% offre aule informatiche che possono permettere ai minori di seguire specifici programmi per apprendere le competenze digitali sempre più fondamentali in questa società.

La percentuale aumenta leggermente nelle scuole secondarie di primo grado, dove il 33,8% dispone di aule tecniche e il 40% di aule informatiche. Sono circa la metà le scuole secondarie di secondo grado provviste di aule tecniche (il 48,3%) e informatiche (il 50,8%).

La mancanza di spazi collettivi, sale studio e auditorium

Un’altra mancanza a cui non si pensa spesso quando si pensa alle scuole è quello di uno spazio collettivo, dalla sala studio agli auditorium. Rispetto alle sale studio o sale lettura non è presente nel 38,8% delle scuole primarie, nel 35,2% delle scuole secondarie di primo grado e nel 41,3% delle scuole secondarie di secondo grado. Rispetto agli auditorium (che significherebbe un accesso facilitato ad attività culturali ed artistiche) il 32,2% delle scuole secondarie di secondo grado ne sono fornite, il 22,9% le scuole secondarie di primo grado e l’11,8% delle primarie. Medesimo discorso anche per le palestre (fornite il 39,6% delle primarie, il 50,8% delle secondarie di primo grado e il 48,1% di quelle di secondo grado).

Altro luogo significativo per la crescita dei minori nella scuola sono gli spazi mensa: esse infatti permettono di promuovere il benessere nutrizionale e la salute fisica degli alunni e delle alunne. Lo spazio mensa è presente nel 42% delle scuole primarie e nel 26,8% delle scuole secondarie di primo grado. È altresì ovvio che lo spazio mensa permetterebbe di fruire del tempo prolungato, che ad oggi è scarsamente offerto in Italia. Il tempo prolungato però aumenta la possibilità per gli studenti e studentesse di svolgere attività di studio in ambienti tranquilli e pensati per l’apprendimento oltre che poter partecipare ad attività extra-curricolari, ricreative, sportive, culturali, artistiche. Nel nostro paese solo il 28% delle classi della scuola primaria garantisce il tempo pieno, contro il1 3,3% delle classi della scuola secondaria di primo grado.

Arrivando alla chiusura dell’analisi di questa sezione del rapporto, gli studenti della scuola primaria e secondaria con disabilità in Italia sono circa il 4,2% del totale (attorno alle 285mila persone).

Il 53% delle scuole di ogni ordine e grado non è fornita di accessi con rampe, il 42% di ascensore per il trasporto di persone con disabilità, mentre il 33% non presenta servizi igienici a norma. 

Gli spazi pubblici e il trasporto: luoghi di incontro e di gioco

Gli spazi pubblici ci circondano e circondano bambini, bambine ed adolescenti. Gli spazi pubblici devono essere luoghi di incontro e di gioco, dove poter fare attività di movimento all’aria aperta e di interazione sia con i coetanei che con il tessuto sociale della comunità, oltre che essere lo spazio per poter esplorare la natura.

Nel nostro paese i bambini e le bambine che vivono in area urbana, hanno a disposizione una superficie di verde urbano fruibile pari a 19,5 metri quadrati per persona. Una cifra che, letta così, è comunque di poco superiore ai 18 metri quadrati che rappresentano il livello minimo che dovrebbe essere accessibile a ciascun individuo (secondo il DM 1444/68).

Risulta comunque una cifra critica perché sappiamo bene che il dato non sarà mai di 19,5 metri quadrati per persona, perché anche quegli spazi definiti fruibili troppo spesso sono luoghi inaccessibili o inadatti. 

Specificando, il rapporto di Save the Children, rimanda che la superficie dei parchi urbani disponibile è limitata e si ferma a 1,4 metri quadrati a persona. Inoltre, ogni bambino che abita in città dispone di 0,4 metri quadrati di giardino o di orto botanico all’interno dell’ambiente scolastico.

Aree attrezzate fruibili: 1,05 metri quadrati per bambino

L’arredo urbano incide sulle possibilità di socializzazione, perché può limitare i luoghi di incontro per minori durante il loro tempo libero. La presenza di aree attrezzate fruibili, quali piazze e are ricreative è di 1,05 metri quadrati per bambino. Anche lo spazio adibito ad aree sportive per svolgere attività fisica all’aperto, accessibile, resta insufficiente.

Parliamo infine di come i diversi luoghi possono essere raggiunti perché la mancanza di mezzi di trasporto accessibili può limitare la mobilità di quei minori che vivono in condizione di particolare svantaggio economico e sociale, ostacolando la loro partecipazione quelle attività sociali ed extrascolastiche che si svolgono in altri quartieri o luoghi della città.

Il 30,7% delle famiglie in Italia dichiara di riscontrare evidenti difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici nella zona di residenza e circa tre studenti su quattro (quasi il 75%) che risiedono nelle aree urbane non raggiungono il luogo di studio con i soli mezzi pubblici.

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