La Cop28 si sta chiudendo e nell’ultima bozza di accordo finale permangono molte divisioni: è scomparso, in particolare, il riferimento al “phaseout”, ovvero all’uscita graduale dall’uso dei combustibili fossili. Pare che la data in cui questa azione sarà realizzata a livello mondiale slitterà ancora.
Risulta quindi ancora più importante e urgente riprendere in mano i contenuti della “Laudate Deum”, la recente esortazione apostolica di Papa Francesco dedicata all’ambiente e al clima. Un’esortazione che, come sottolinea don Chicco Re nel video che incorporiamo nel post, si concentra sui grandi temi della cura della casa comune: “Vale la pena di soffermarsi su di essi per approfondire le riflessioni nate con la Cop28 mettendo l’accento su alcune urgenze e su alcune azioni trascurate in questi anni”.
Nonostante il susseguirsi dei vertici mondiali, osserva don Cristiano, i problemi non sono andati risolvendosi, anzi, paradossalmente si sono amplificati. È come se continuassimo a guidare una macchina ignorando le spie accese sul cruscotto che indicano un pericolo imminente.
Non esistono soluzioni facili, come dimostrano le profonde divisioni presenti tra i Paesi che hanno partecipato alla Cop28. “La tecnologia o la tecnocrazia – afferma don Cristiano – non può essere invocata come soluzione di ogni possibile male. Occorre un coinvolgimento della persona nella sua interezza, all’interno della comunità e nella comunità internazionale”.
C’è la questione della reponsabilità politica: Nei vertici internazionali ogni Stato si propone con il proprio interesse personale più che con uno sguardo globale
Negli ultimi paragrafi dell’esortazione al n. 70 il Papa ricorda che non ci sono cambiamenti duraturi senza cambiamenti culturali e personali. In questo consiste il passaggio dalla transizione ecologica alla conversione ecologica, il lavoro non è finito.
