Magatti a Bergamo: una serata sul futuro del volontariato con la premiazione di cinque associazioni locali

Il volontariato rappresenta una preziosa forma di attenzione umana che, nel corso del tempo, è stata mantenuta grazie al contributo di coloro che hanno dedicato il proprio tempo al sociale. Tuttavia, i primi risultati del censimento permanente delle istituzioni no-profit, condotto dall’Istat, indicano una diminuzione della presenza dei volontari all’interno delle organizzazioni. Attualmente, i volontari attivi in Italia sono 4,661 milioni, il 15% in meno rispetto al 2015.

Il 5 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale del Volontariato, si è tenuto l’incontro «Cosa succede al volontariato? La sfida per un futuro tra cambiamento e tradizione» presso lo Spazio Polaresco a Bergamo, con la partecipazione di Mauro Magatti, Professore di Sociologia all’Università Cattolica di Milano, e l’introduzione di Oscar Bianchi, Presidente di CSV Bergamo.

«Le motivazioni di questo calo – ha attribuito il Presidente Bianchi – sono dovute in parte alla pandemia e alla burocrazia che allontana, dalle associazioni di volontariato, le persone che vogliono spendersi per la comunità».

«Per contro, – ha proseguito il Presidente Bianchi –  devo dire che c’è una crescita del “volontariato liquido o informale” negli ultimi dieci anni: 2 milioni di persone si sono dichiarate disponibili a operare dentro le nostre comunità senza però volersi prendere l’impegno di essere dentro il mondo delle associazioni e delle organizzazioni».  

«Essere qua oggi è necessario perché dobbiamo saper interpretare l’evoluzione del modo di partecipazione delle persone perché non è vero che non ci sono i giovani, non è che i giovani non hanno valori, per le nostre comunità; dobbiamo solo essere capaci di intercettarli e renderli parte attiva. Tutto ciò viene sempre fatto con gentilezza e nel rispetto della persona», ha concluso il Presidente Bianchi.

Dal punto di vista storico e lessicale, il professor Magatti ha evidenziato: «Il termine “volontariato” nasce intorno agli anni Ottanta grazie ad alcune figure come Tavazza, fondatore del MoVI (Movimento Volontariato Italiano), che hanno dato un nome per identificare quell’azione di sostegno, cura e attenzione che già esisteva nel tessuto delle società».

«In questi quarant’anni, grazie a questa parola – ha precisato il professor Magatti – sono nate tante realtà associative, si è sviluppato il “no-profit” e tutto l’ambito della cooperazione sociale con nuove professioni e competenze; tutto questo ha fatto sì che oggi, il terzo settore costituisca in termini di valore economico, anche occupazionale, un ambito molto rilevante nella nostra società, cambiando alcuni aspetti della nostra vita».

Il pubblico presente nella sala dello Spazio Polaresco

«Da una parte questa storia è importante e di successo e merita di essere valorizzata e considerata; dall’altra parte, il mondo sta cambiando, come la società, le sensibilità e il tema di salvare ciò che anima il volontariato ovvero questa disponibilità, questa capacità o facoltà dell’umano, di dedicarsi, di prendersi cura di qualche cosa o di qualcuno a titolo gratuito senza un vantaggio economico o carriera professionale», ha sottolineato il professor Magatti.

Per cui, ha indicato il professor Magatti, «un primo punto è che la nostra società è così complessa, veloce e digitale che ci fa sentire sempre più sopraffatti e questo non è amico della capacità di prendersi cura perché ci rende faticoso sostenere le relazioni e persino l’azione collettiva, che significa agire insieme per un obiettivo comune, diventa un’operazione difficilissima a livello politico, religioso, sociale e familiare».  «Il secondo punto è il tema del distacco che – ha proseguito il professor Magatti –  costruiamo nei confronti della realtà: più si scende nell’età, più si vive dentro il mondo digitale e tanto più questo effetto si rafforza; tanti studi hanno fatto vedere che il digitale, sebbene ci permetta di conoscere, vedere, interagire, parlare e comunicare tra noi e la realtà, ti coinvolge fino a un certo punto perché avviene dietro a un schermo e fa perdere delle competenze relazionali e indebolisce la possibilità dell’esperienza empatica con l’altro».

«Oggi, quindi, il volontariato va ripensato, rigenerato e rimmaginato per contrastare da una parte questa frammentazione e dall’altra contrastare la distanza che sempre più si installa tra l’uomo e la realtà; questi due processi generano indifferenza e incuria che sono due “malattie” molto forti del nostro tempo», ha specificato il professor Magatti.

Per far arrivare il volontariato alle nuove generazioni, bisogna parlare di sostenibilità che non è solo quella ambientale, ma, ha affermato il professor Magatti, «è il riconoscere che tutto sta in rapporto con tutto e dentro le relazioni, l’unica cosa che possiamo fare è decidere quali altri legami noi facciamo esistere».

Per quanto riguarda la cura, il professor Magatti l’ha definita come «espressione della nostra intelligenza perché la cura passa dal nostro corpo oltre che dalla nostra mente, dal cuore e dalla nostra capacità di raccogliere dati e di educare; bisogna quindi avere il coraggio di sperimentare modi e ricollocarsi nelle questioni di questo tempo e così si riuscirà a parlare ai giovani e del loro futuro».

Nella seconda parte della serata, si è svolta la quinta edizione del «Premio Bergamo Terra del Volontariato», promosso da CVS Bergamo ETS, L’Eco di Bergamo, Fondazione della Comunità Bergamasca e Provincia di Bergamo come  riconoscimento alle realtà di volontariato e ai volontari del territorio bergamasco che, nel corso dell’anno, si sono distinti per la propria attività e che hanno contribuito a diffondere la cultura della solidarietà. Anche quest’anno, cinque sono le categorie in cui è suddiviso il Premio.
Ad annunciare i vincitori è stata Sara Leidi, Coordinatrice CSV Bergamo Area Cittadini.

Il «Premio all’Associazione Socia di CSV» è stato conferito a «Fondazione Centro Studi Serughetti La Porta ETS» che, come ha detto la coordinatrice Leidi, « nel 2023 che ha realizzato, con la sola forza dei loro volontari, il progetto “Non darci la (tua) voce, ascoltaci”, dedicato ai giovani bergamaschi con background migratorio, rendendogli protagonisti di poter esprimere il proprio pensiero».

Brunella Conca, Vicepresidente di CSV Bergamo consegna il «Premio all’Associazione Socia di CSV» a Fondazione Centro Studi Serughetti La Porta ETS

Il «Premio al volontariato bergamasco» è stato consegnato all’«Aido-Sezione Provinciale di Bergamo» «nell’anno in cui festeggia 50 anni di fondazione, per lo straordinario impegno di promuovere la cultura della donazione con numerose iniziative su tutto il territorio bergamasco, con particolare attenzione all’educazione dei più giovani, attraverso il progetto “Aido nelle Scuole”: 5mila cittadini tra studenti e insegnanti sono stati sensibilizzati al tema della donazione», ha raccontato la coordinatrice Leidi. In quell’occasione a dare il Premio è stato Oscar Bianchi, Presidente di CSV Bergamo che ha ricordato il primo presidente dell’Aido di Bergamo Leonida Pozzi.

Aido Sezione di Bergamo riceve il «Premio al volontariato bergamasco» e Oscar Bianchi, Presidente di CSV Bergamo in fondo a destra.

Il «Premio al volontariato giovanile» è stato vinto da «Sermig Bergamo» per essersi impegnata nel promuovere la cultura della pace, attraverso azioni concrete quali la raccolta dell’invio di beni di prima necessità in Ucraina, mantenendo uno sguardo sul conflitto anche quando l’attenzione mediatica sembrava calare.

I membri di Sermig Bergamo con la targa «Premio al volontariato giovanile» con Romina Russo, Consigliera Provincia di Bergamo

Il «Premio Cuore Bergamasco» è stato consegnato alla piccola associazione «SUPPORT and SUSTAIN CHILDREN» per la loro attività di impegno a portare aiuto agli sfollati siriani in Turchia che è stata anche raccontata su L’Eco di Bergamo, nella rubrica “Volontariato Buone Notizie”, il 16 marzo 2023. Andrea Valesini, Redattore de L’Eco di Bergamo, consegnando la targa, ha detto: «Ci ha colpito questa storia, anche personalmente perché ho visitato queste zone e il tema degli sfollati è attuale, soprattutto in questo contesto così complesso».

Andrea Valesini, Redattore de L’Eco di Bergamo consegna la targa «Premio Cuore Bergamasco» all’associazione Support and Sustain Children

Infine, il «Premio Carlo Vimercati» è stato conferito dall’associazione «Immaginare Orlando» per aver realizzato e promosso il progetto «DanceWell – Ricerca e Movimento per Parkinson» finanziato per l’anno 2023 dalla Fondazione della Comunità Bergamasca in quanto esempio di welfare culturale a forte impatto sociale. In realtà, «è uno dei tanti progetti che l’associazione porta avanti sul territorio bergamasco, lavorando con delicatezza ed efficacia nell’affrontare la complessità tramite la cultura, mostrando come le differenze possano contribuire alla costruzione di una società più ricca e accogliente sotto il profilo umano e sociale trattando delle tematiche attuali con sensibilità e valorizzando l’apporto delle giovani generazioni», ha concluso la dottoressa Leidi.

Federica Bruletti, Segretaria Generale di Fondazione della Comunità Bergamasca con i membri di associazione Immaginare Orlando per il «Premio Carlo Vimercati»

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