A Natale si può “liberarsi del superfluo”? Suor Chiara: cercare un equilibrio perché sia una vera festa, senza eccessi

Buongiorno suor Chiara,
Papa Francesco ha detto all’Angelus che per vivere bene è necessario liberarsi del superfluo “per scavare in profondità dentro di sé, per cogliere ciò che è veramente importante davanti a Dio”. Come possiamo conciliare questo discorso con il traffico natalizio e la ricerca dei regali di Natale? Parlare di sobrietà in famiglia in questo periodo mi risulta difficile, non vorrei che venisse interpretata dai miei figli come mancanza d’amore. Come posso fare?
Giulia

Cara Giulia, non è facile, in questo tempo caratterizzato dal “traffico natalizio”, liberarsi dal superfluo e tentare di vivere, almeno un poco, nella sobrietà: la corsa ai regali, il ritmo frenetico, infatti, non ci aiuta a mantenere quella “distanza” necessaria per non lasciarci travolgere dal consumismo! Comprendo anche la tua difficoltà di parlarne in famiglia!

Conciliare questo “traffico natalizio e la ricerca dei regali di Natale con la sana sobrietà e la povertà è una sfida impegnativa, possibile nella misura in cui sappiamo focalizzarci sul senso vero del Natale che è l’abbassamento del Figlio di Dio nella nostra condizione umana, nell’umiltà e nella povertà, e sappiamo distogliere lo sguardo da tutto quel di più che non ha nulla a che fare con l’Incarnazione del Figlio di Dio. Il rischio di non sapere nemmeno perché celebriamo questa festa è reale! Storditi e frastornati da mille stimoli pubblicitari, confondiamo spesso il suo significato con il business e il benessere. Occorre chiedersi: “Perché celebriamo il Natale? Cosa c’è al cuore di questa grande festa?”.

I ricordi dell’infanzia, forse, ci riportano ad un evento aureo, lontano dalla vita concreta. Ma non è così! Scendendo nella nostra storia e nella nostra povera umanità, Dio riempie di senso la nostra vita e questa nostra storia così dolorosa e provata. Questa è la buona notizia del Natale, nient’altro che questo!

Se è chiara in noi questa consapevolezza, allora facciamo festa e facciamola bene! È giusto e – oserei dire – persino “santo” celebrare questo giorno con i tradizionali segni esteriori! Pensa che san Francesco, che aveva compreso molto bene il mistero del Natale, voleva che in quel giorno i poveri e i mendicanti fossero saziati dai ricchi, e anche gli animali dovevano ricevere doppia razione di cibo e di fieno.

Addirittura avrebbe voluto chiedere all’imperatore un editto per imporre ai ricchi di spargere, a Natale, frumento e granaglie per le vie, affinché, in un giorno di tanta solennità, gli uccellini e particolarmente le sorelle allodole ne avessero in abbondanza. Come vedi i santi sanno essere molto umani!

Se il significato del Natale è chiaro dentro di te, allora puoi provare a parlarne in famiglia, a motivare la tua posizione, per decidere insieme come viverlo. Forse ascoltando anche il parere dei figli potete giungere a scelte condivise che evitano il pericolo di cadere, da una parte, nel consumismo sregolato e dall’altra nella rigidità. Ricordiamoci che la solennità del Natale, come tutte le solennità, va celebrata bene, compatibilmente con le proprie possibilità economiche, nel rispetto e nella solidarietà con coloro che non possono permettersi nemmeno il necessario.

Non credo che i tuoi figli possano interpretare la tua posizione come mancanza d’amore! Forse vedendoti disponibile al confronto, al dialogo e desiderosa di giungere a decisioni condivise da tutta la famiglia, né rimarranno profondamente colpiti e ammirati. 

Non ti resta che provare, cara Giulia… noi ti accompagniamo con la preghiera. Buon Natale!

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