Il Presepe di Greccio e la tradizione che si rinnova. Una rete di iniziative

La rappresentazione artistica, le statuine, la capanna, la stella cometa sono ciò che cattura il nostro sguardo. Ma il significato è profondo e parla al cuore. Il ricordo della Natività, l’umiltà e la semplicità, il messaggio di pace, il dono di sé per il bene degli altri, l’intensa spiritualità.

Il presepe è molto più di ciò che vediamo. Non a caso è una tradizione che s’intreccia strettamente con il territorio e le persone, capace di narrare la ricerca di senso, la fede, le nostre vite in cammino.

Una tradizione che si tramanda da ottocento anni. Sì, perché fu San Francesco a volerlo, il primo presepe. A Greccio. Una sua grande intuizione, il desiderio, dopo un intenso viaggio in Palestina, di rendere tangibile e comprensibile il mistero della nascita di Gesù, creando un’esperienza che potesse far rivivere il miracolo della nascita di Cristo per tutti coloro che vi avessero preso parte.

Il borgo di Greccio, incastonato tra le rocce a 700 metri di altezza, si trova in Sabina, nell’Alto Lazio, ai confini con l’Umbria. Un luogo suggestivo. San Francesco amava visitarlo per la bellezza del paesaggio, che gli ricordava tanto quello della Palestina, e per la semplicità degli abitanti del paese. 

Così, il 24 dicembre 1223, a mezzanotte, con l’aiuto delle persone del posto, trasformò una grotta naturale in un presepe vivente, popolato da animali e contadini che, con grande spontaneità, divennero protagonisti di quel momento straordinario. Era come se Betlemme, quell’anno, si fosse spostata sulla cima della montagna di Greccio.

“Non volevamo che questo ottavo centenario passasse inosservato”, spiega don Davide Rota Conti, direttore dell’Ufficio per la pastorale della cultura, dell’ufficio beni culturali e dell’ufficio per la pastorale delle comunicazioni sociali della Diocesi di Bergamo. “San Francesco cercò di andare al cuore del mistero del Natale. Il suo è un presepe che invita a riscoprire l’essenza della fede, della condivisione e della semplicità. Nel contesto d’oggi, nella dispersione che lo connota, il presepe di Greccio è un richiamo alla riscoperta del senso vero del Natale, un aiuto alla meditazione, un invito all’umiltà”. 

“Insieme con la Fondazione Adriano Bernareggi abbiamo quindi deciso di valorizzare ciò che sul territorio bergamasco viene ideato e realizzato per quanto riguarda i presepi – continua don Rota Conti, che è anche direttore del Museo Bernareggi -. Sono sorprendenti il fermento, la ricchezza di proposte, il patrimonio artistico e culturale che questa tradizione porta con se’. Donne e uomini, volontari, associazioni, gente che si spende per proporre mostre, spettacoli teatrali, conferenze dedicate al presepe. Le iniziative sono tantissime. Abbiamo lanciato un invito, e lo rilanciamo ora, alle tante realtà che si danno da dare: fateci sapere cosa avete in programma, vorremmo valorizzare il vostro impegno, farlo conoscere, condividerlo. I cammini intrapresi sono un patrimonio comune preziosissimo da scoprire, un esperimento di sinodalità da diffondere”.

È stato così convocato repentinamente un tavolo di coordinamento, la partecipazione è stata sorprendente e apre sguardi nuovi sulla tradizione del presepe. 

Dal territorio della Diocesi di Bergamo sono giunte ad oggi una trentina di iniziative pronte a far parte di questo unico grande progetto di valorizzazione del presepe. Presepi viventi, mostre e musei, conferenze e incontri, presepi artistici, spettacoli teatrali. 

I presepi viventi popoleranno le strade di Cirano di Gandino, di Cologno al Serio e di Clusone, a Casnigo arriveranno i Re Magi.

Tante le iniziative proposte dal Museo del Presepio di Dalmine, dal Gruppo Amici del Museo di Gandino, dal Museo d’arte e cultura sacra (M.A.C.S.) di Romano di Lombardia, dall’Ordine Francescano Secolare di Bergamo

Nel borgo medievale di Gromo la Parrocchia di San Giacomo proporrà presepi artigianali da tutto il mondo, mentre il Gruppo Artistico Culturale di Cologno al Serio ha in programma una mostra interamente dedicata a Gesù Bambino.

Nel Museo della Basilica di Clusone sarà allestito un percorso accompagnato da opere di pittori raffiguranti la Natività. Ci saranno mostre di presepi a Bariano e Martinengo, a Ponte San Pietro con l’Associazione Italiana Amici del Presepio.

Nella chiesa di San Pancrazio a Bergamo sarà aperta al pubblico “Come luce nelle tenebre. Il Natale secondo Carlo Ceresa e Maria Lai”, esposizione nella quale un inedito presepe dell’artista Maria Lai e la Natività con San Felice da Cantalice e pastori adoranti di Carlo Ceresa si specchiano in un dialogo infinito con il pubblico.

Non mancheranno conferenze e incontri, presepi artistici a Leffe, Vall’Alta, Lallio, Almenno  San Bartolomeo e Cerete Basso, il presepe dei Lavandai a Paladina.

E ancora, spettacoli teatrali, tra letteratura e musica. Troverete il dettaglio di tutti gli appuntamenti, suddivisi per categoria, cliccando sull’apposita sezione del sito della diocesi (https://diocesibg.it/).

“Il presepe, nato come vivente, nel corso della storia rivive attraverso le statuine che vedremo in tanti presepi della nostra Diocesi e delle nostre case, nelle mostre, nelle rappresentazioni e negli eventi, che anche quest’anno ci aiuteranno a riscoprire la gioia e la verità del Natale”, conclude don Davide Rota Conti.

  1. lEGGERE QUESTE BELLE NOTIZIE MI FANNO PIACERE… io sono di Bergamo (Peia) e abito a Milano ma queste notizie mi rallegrano davvero e mi fanno piacere; così, a modo mio, parteciperò a queste sacre rappresentanze e gioirò perchè Bergamo continua a conservare queste belle tradizioni

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