Don Andrea Mazzoleni, un prete tra i giovani dell’Alta Valle Brembana

Non è facile promuovere attività per i giovani nelle parrocchie dell’Alta Valle Brembana: “Le strutture per le attività sportive – spiega il parroco don Andrea Mazzoleni – sono più in basso, a una certa distanza. I ragazzi trascorrono quindi molto tempo sui mezzi di trasporto sia per andare a scuola sia per seguire i propri hobby, e questo lascia meno spazi liberi”.

Don Andrea, però, ha deciso di mettersi in gioco, mettendo a frutto anche la sua esperienza di diversi anni di missione in Bolivia, il suo carattere aperto, il suo entusiasmo: sono tutti ingredienti preziosi per un prete che opera in Alta Valle Brembana, anche per questo è così importante essere “Uniti nel dono” e sostenere l’opera di preti come don Andrea.

La parrocchia di San Martino Oltre la Goggia a Piazza Brembana ha avviato un nuovo gruppo per gli adolescenti, l’attività è partita da poco, sono in 34. “Il programma prevede un incontro ogni tre settimane di sabato pomeriggio. A coordinarlo sono gli animatori, un bel gruppo di studenti e lavoratori che offrono il loro tempo per gli altri. Anche noi preti però cerchiamo di cogliere l’occasione per unirci a loro la sera per la cena che conclude l’incontro. Sono piccoli tentativi per creare coesione e possibilità di ritrovarsi in un territorio ampio e dispersivo, in cui non esiste un oratorio centrale o un centro d’aggregazione”.

Un modo per “gettare semi senza aspettarsi subito un raccolto” come precisa don Alberto Bongiorno, moderatore della fraternità 1 della Cet 4 dell’Alta Valle Brembana di cui Piazza Brembana fa parte. Don Andrea Mazzoleni, che in passato è stato missionario per nove anni a Munaypata, alla periferia di La Paz, la scorsa estate è partito per un’esperienza di missione in Bolivia con otto giovani: “Un’esperienza che unisce, apre gli occhi su orizzonti diversi e aiuta a crescere e a creare comunità fra di loro. Durante l’anno i giovani si dividono per tante situazioni, ognuno ha i suoi impegni, un viaggio come questo contribuisce a creare coesione e a conoscere situazioni diverse”.

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