Da Clusone a Palermo, gli adolescenti dell’oratorio alla scoperta dell’impegno per la giustizia e la legalità

Un viaggio dall’oratorio di Clusone a Palermo per scoprire che cosa significa impegnarsi a sostegno della giustizia e della legalità. È l’avventura vissuta dal gruppo adolescenti nei giorni scorsi, che ha lasciato un segno profondo in tutti i partecipanti.

«È stato molto interessante, sia approfondire la tematica della legalità, sia vedere dal vivo i posti e conoscere le figure che han combattuto contro la mafia e di cui avevamo parlato durante l’anno nelle serate della catechesi.» Chiara Scandella è entusiasta. Il suo giudizio sul viaggio vissuto con il gruppo degli adolescenti di Clusone è più che positivo.

Dei quattro intensi giorni passati nel capoluogo siciliano un incontro è quello che l’ha toccata di più: la testimonianza di Antonio Vassallo, il primo fotografo che il 23 maggio 1992 giunse nei pressi dell’uscita autostradale di Capaci dopo l’esplosione che uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta.

«È stato il momento più coinvolgente – spiega la diciassettenne studentessa del liceo scientifico Andrea Fantoni di Clusone -. Vassallo ci ha spiegato le dinamiche dell’attentato e poi ci ha raccontato quello che è successo dopo, con dei retroscena che nei media non trovano molto spazio, come il possibile coinvolgimento dello Stato nell’omicidio di Falcone.» 

Anche Federico Legrenzi ha partecipato al “Viaggio della legalità”. 17 anni e liceale pure lui, condivide con Chiara il ricordo intenso dei giorni vissuti a Palermo. «La testimonianza che più mi ha colpito è stata quella di Giovanni Paparcuri, uno degli uomini della scorta del giudice Rocco Chinnici e unico sopravvissuto alla strage del 29 luglio 1983, in cui fu assassinato il giudice che aveva ideato il Pool antimafia. Lui ha vissuto cosa è la mafia e quanto sa fare male in prima persona.»

A guidare i 151 giovani clusonesi tra i vicoli e i quartieri palermitani è il curato dell’oratorio don Alex Carlessi. È lui che da qualche anno a questa parte, ogni inverno, organizza per i suoi adolescenti un viaggio significativo.

Nel gennaio 2023 le mete del “Viaggio della memoria” furono il campo di concentramento di Auschwitz e la Polonia. «Quest’anno invece abbiamo scelto Palermo perché siamo partiti dal tema della legalità, che è uno di quelli che più tocca i ragazzi». Chiarisce il curato dell’oratorio di Clusone: «Poi quello della mafia, secondo me, è uno degli argomenti che non è mai passato di moda. Infatti negli incontri di preparazione che abbiamo fatto è venuto a parlarci Gianmario Vitali, il presidente di Libera Bergamo, proprio per fare capire ai ragazzi che quando comprano la droga o altri prodotti illegali, tutto il giro riconduce alla mafia, che ormai non fa più i grandi attentati ma si è convertita in altro modo».

A favorire una partecipazione così numerosa ha collaborato anche la Caritas clusonese che ha sostenuto parte della quota di iscrizione attraverso il ricavato del negozio “Di mano in mano”. 

«Grazie perché ha intuito l’importanza del progetto e ha reso possibile un’esperienza unica», puntualizza don Alex. Nella città siciliana, lui e i suoi ragazzi hanno seguito le orme dei grandi personaggi che hanno combattuto “Cosa nostra”, ripercorrendone la vita, il pensiero e i luoghi che li hanno visti vivere, soffrire, amare e morire.

Oltre a Chinnici e Falcone, i giovani clusonesi sono stati in via Carini dove fu ucciso il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, in via D’Amelio dove il giudice Paolo Borsellino fu ammazzato con una bomba e in via Libertà, dove la mafia stroncò la vita di Piersanti Mattarella, l’allora presidente della regione Sicilia e fratello dell’attuale Presidente della Repubblica.

Il primo giorno invece è stato dedicato al ricordo di don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio che fu ucciso il giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno, il 15 settembre 1993. Proprio nel quartiere dove il “Prete antimafia” è nato, cresciuto e si è battuto, i 151 adolescenti di Clusone hanno vissuto momenti significativi.

Dopo aver ascoltato Valentina, una giovane donna che non ha conosciuto personalmente il Beato palermitano, ma è restata affascinata dalla sua figura e oggi prova a proseguire il suo lavoro di aiuto e sostegno ai ragazzi di Brancaccio, gli adolescenti baradelli hanno percepito cosa significhi vivere in quelle vie: «Mentre visitavamo il quartiere abbiamo visto in giro un po’ di ragazzini e qualcuno ci ha un po’ provocato. Ad un certo punto ci hanno scoppiato un mega petardo».

Aggiunge don Alex: «Perciò a Brancaccio è stata un’esperienza abbastanza forte perché abbiamo incontrato la realtà del quartiere e cosa vuol dire vivere e crescere lì.»

Insomma, anche il curato dell’oratorio clusonese è soddisfatto del risultato di questo “Viaggio della legalità”, che «non è una visita turistica, ma è un’esperienza». Non solo per la cospicua partecipazione dei suoi giovani. Ma soprattutto per il notevole interesse e coinvolgimento che hanno dimostrato nell’ascoltare le storie di chi si è sacrificato per provare a lasciare a loro e a tutti un mondo più giusto. 

Federico, Chiara e gli altri 149 giovani hanno capito e colto a pieno il significato profondo di questi quattro giorni a Palermo. «Questa esperienza è stata molto importante sia per il tema della mafia sia perché a partecipare siamo un bel gruppo di amici». Un sorriso si apre sul viso fresco della liceale diciassettenne: «È un modo un po’ diverso per passare insieme del tempo e condividere momenti che ricorderemo per tanto tempo.»

Adesso che il progetto palermitano è archiviato nel migliore dei modi, già qualche adolescente inizia a chiedere a don Alex quale sarà la meta del viaggio del prossimo inverno.

Luca Mariani

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