Spazi rinnovati nell’oratorio di Telgate. Un investimento sul futuro

Domenica 28 gennaio sono stati inaugurati i nuovi spazi nell’oratorio di Telgate, dopo i lavori iniziati lo scorso mese di aprile e conclusi, con la posa della pavimentazione del grande piazzale esterno, qualche settimana fa.

Per impegni parrocchiali non ho potuto partecipare al momento dell’inaugurazione, ma quel giorno ho ripetutamente pensato alla comunità di Telgate, mia prima parrocchia di ministero sacerdotale, che ho salutato lo scorso settembre dopo 13 anni da curato all’oratorio.

È stato bello, seppur a distanza, vedere il compimento di un progetto che tanto aveva impegnato gli arcipreti don Tarcisio e don Mario, noi dell’oratorio e l’intera comunità. Ho pensato alle decine di riunioni, fin dall’ormai lontano 2011, con i consigli pastorali, di oratorio, poi con l’equipe educativa, le assemblee parrocchiali, i confronti con gli uffici di curia, i sopralluoghi di tecnici ecc.

Quanto lavoro e quanto tempo di riflessione, progettazione, sogni per il futuro dei nostri ragazzi. Ecco, i ragazzi: tutto ciò che con i nostri volontari pensavamo e valutavamo aveva loro come criterio principale.

L’oratorio, luogo di educazione alla fede e all’umanità

L’oratorio è luogo di educazione per i ragazzi, un’educazione alla fede e all’umanità, dove tutti, anche i tantissimi ragazzi di diversa cultura e religione che abitano a Telgate, possano crescere nel reciproco rispetto e nella valorizzazione delle differenze, riconosciute come possibilità e non come limite. Non è stato un lavoro facile.

Nei tanti anni di progettazione e di confronti serrati, decisivi perché l’opera fosse frutto del pensiero di una comunità, ci sono stati, come è normale, periodi di stallo, di fatica nel pensiero e nella comunicazione.

Non sempre siamo stati capaci di confronti corretti e aperti a idee diverse e, in qualche fase, la fatica ha condotto a valutare la scelta di abbandonare il progetto, limitandosi alla conservazione dell’esistente. È stata la passione dei miei volontari (mi perdoneranno i telgatesi se li definisco “miei”: anche ora che sono in altra parrocchia sento affetto per loro e li ricordo quotidianamente nella preghiera.

Questo “miei” non indica certamente un’idea di possesso: chi ha condiviso l’impegno con me sa con che stile abbiamo lavorato e come si procedeva per giungere, insieme, alle decisioni) a far sì che, pur tra le difficoltà, si continuasse a lavorare per dare alla comunità di Telgate un oratorio non solo al passo coi tempi, ma capace di guardare al futuro con fiducia.

Luogo di aggregazione, formazione e condivisione

Sento il bisogno profondo di ringraziare di cuore i volontari, tutti, perché se questi spazi (aule, auditorium, cucina, piazzale) sono stati inaugurati, è grazie a loro: Telgate non dimentichi questo! Sono sicuro, alla luce di quanto ho visto (ho lasciato Telgate quando mancava soltanto la pavimentazione del piazzale e qualche serramento), che l’oratorio così strutturato possa diventare luogo di aggregazione e di formazione importante per il territorio, oltre che spazio di condivisione e approfondimento della fede cristiana; so che anche chi non era propenso alla realizzazione di quest’opera avrà l’intelligenza e la lungimiranza per riconoscere in quanto fatto un bene prezioso per l’oggi e per domani.

Non vorrei dimenticare nessuno nel grazie che dico, da ex curato direttamente coinvolto negli anni di preparazione e nei mesi dei lavori, ma mi sia concesso di ringraziare in particolare la ditta Metalscatola e il Comune di Telgate: senza la loro generosità e attenzione alle giovani generazioni il nostro sogno di un oratorio rinnovato sarebbe rimasto nel cassetto.

Ora, al lavoro! Sono certo, conoscendola bene, che la comunità di Telgate, con il suo impegno e la sua passione, saprà camminare, guidata dal suo arciprete, coadiuvato dai consigli parrocchiali e dall’equipe educativa, verso un futuro splendido che vedrà come protagonisti coloro che saranno chiamati ad esserne i principali attori: i nostri ragazzi. Posso assicurare che la preghiera dell’ex curato non manca e non mancherà, perché il bene ricevuto a Telgate è per me un debito che non posso colmare, se non affidando la comunità quotidianamente al Signore, sorgente di ogni dono.   

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