Agri e Slow travel: alla Fiera del turismo lento e sostenibile c’è spazio anche per l’anima

Girare a piedi, in bicicletta, scoprire angoli nascosti, assaporare la natura e il paesaggio, esplorare sì, ma con lentezza, prendendosi del tempo anche per pensare: è questa la filosofia che anima la Fiera dei territori “Agritravel e slow, Outdoor, Active Travel Expo”, a Bergamo dal 16 al 18 febbraio, organizzata da Promoberg, con ingresso gratuito. L’anno scorso hanno partecipato oltre 20 mila persone, gli espositori erano complessivamente 130, gli stand erano distribuiti su 16 mila metri quadri.

Una manifestazione internazionale che promuove i territori da molti punti di vista: natura, arte, tradizioni, esperienze, buon cibo. Visitandola non si trova il turismo “mordi e fuggi”, a favore di proposte più “attive” e articolate come cammini, trekking, cicloturismo, itinerari in montagna e collina, vie d’acqua, esperienze enogastronomiche ma anche percorsi spirituali.

In questo contesto anche la diocesi di Bergamo è presente da qualche anno con uno stand, un prezioso punto d’incontro che nei tre giorni della fiera contribuirà a far emergere il patrimonio ricchissimo di diverse realtà che hanno dato la loro adesione: come per esempio le suore di Carità di Lovere, che presenteranno il santuario delle sante Capitanio e Gerosa, il cammino dell’Alta via delle Grazie, che interessa la Val Seriana e l’Alto Sebino, la parrocchia di Vall’Alta e Fiobbio, con il Santuario di Altino e i luoghi di Pierina Morosini, l’itinerario del Romanico del Basso Sebino, la Fondazione Adriano Bernareggi, il santuario della Cornabusa, il santuario di Stezzano, la parrocchia di Sotto il Monte con i luoghi giovannei, la Fondazione Lemine.  

“Ci sono posti poco conosciuti o dimenticati – sottolinea don Luca Della Giovanna, direttore dell’ufficio diocesano pellegrinaggi – che negli ultimi anni si trovano sempre più spesso sulla strada di persone che attraversano il territorio a piedi e in bicicletta, questa fiera è un’occasione preziosa per farli conoscere e per farne emergere la storia e il significato”.

Contestualmente alla preparazione della Fiera dei territori è nato da alcuni anni un “tavolo del turismo religioso” a cui partecipano alcune realtà locali: “È una buona opportunità – sottolinea don Luca – per incontrarsi, confrontarsi, mettere in comune idee, prospettive e buone prassi”.

Il filo conduttore di quest’anno ruota intorno all’acqua: “Per alcuni il collegamento è più esplicito, per altri meno”. 

“Anche la sostenibilità – sottolinea Stefania Pendezza, project manager dell’evento – per noi è molto importante, esprime un’attenzione particolare all’ambiente, all’uso delle risorse, alla situazione sociale delle comunità e a una dimensione economica. L’indotto turistico può aiutare piccoli centri a trovare nuove possibilità di sviluppo”. 

Promuovere il turismo slow, aggiunge Pendezza, contribuisce a valorizzare il “patrimonio immateriale” delle diverse località e le eccellenze che non riguardano il “turismo di massa”. Nel corso della fiera ogni realtà presenta il territorio attraverso esperienze per tutti: laboratori per bambini e famiglie, assaggi gastronomici, narrazioni, esposizioni di oggetti e immagini.

La Fiera dei territori può contare su diversi partner internazionali, ha come riferimenti le reti europee per il turismo accessibile, che si realizza anche nelle possibilità di accesso a questo evento di presentazione. Ci sarà uno spazio di approfondimento culturale ed educativo: “Un’occasione per riflettere su aspetti meno frequentati del mondo turistico e scoprire lati inediti del territorio, facendo affiorare nuove opportunità per tutti”.