Santuario della Cornabusa, “basilica rupestre” e luogo prediletto da San Giovanni XXIII

C’è una frase celebre di San Giovanni XXIII che viene spesso citata per descrivere il santuario della Cornabusa, uno dei più suggestivi della bergamasca: “È il Santuario più bello che esiste, perché non l’ha fatto la mano dell’uomo, ma Dio stesso”.

Lo racconterà certamente ai visitatori della Fiera dei Territori – Agritravel Expo dal 16 al 18 febbraio alla Fiera di Bergamo Renzo Frosio con gli altri volontari appassionati che si occupano del Santuario, che sorge a Sant’Omobono Terme, nella frazione di Cepino.

Il Santuario della Madonna della Cornabusa è incastonato in una zona impervia, nel verde del valico prealpino del Pertüs, sul versante destro della Valle Imagna, precisamente lungo il dorsale del monte Albenza, a 658 metri sul livello del mare: un territorio di grande spiritualità e fede religiosa. È il luogo che viene scelto ogni anno come meta del pellegrinaggio notturno da Sotto il Monte in occasione della Giornata Mondiale di preghiera per la cura del Creato.

È una specie di “basilica rupestre”. La cavità, lunga 96 m e larga 20 m è un vero e proprio luogo di culto naturale, reso speciale dall’unione armonica degli elementi dell’acqua, della luce e della roccia.

Le origini del luogo risalgono ai tempi delle tumultuose lotte tra Guelfi e Ghibellini, tra il 1350 e il 1440, quando alcuni abitanti della zona, per sfuggire alle violenze, si nascosero in una ‘corna busa’, che nel dialetto locale significa cavità naturale. Una donna anziana molto religiosa avrebbe portato con sé nella grotta la statua della Madonna Addolorata, alla quale il gruppo di rifugiati avrebbe rivolto le proprie invocazioni.

La devozione accresce in seguito al primo miracolo, in cui una pastorella sordo-muta, rifugiatasi nella grotta con il suo gregge da un temporale, ritrova la sua voce.

Proprio in questo luogo, nel corso dei secoli a partire dal ‘500, fu edificato il santuario dedicato al culto della Madonna della Grotta, che in seguito divenne Madonna della Cornabusa.

Attorno alla grotta sacra del Santuario si è sviluppato inoltre un sistema di accoglienza (la Casa del Pellegrino) e di attrazione per i visitatori: il Museo del Santuario ospita le antiche tavolette ex voto dei devoti, che nei secoli hanno frequentato questo luogo, assieme ad altri oggetti liturgici di grande importanza storico-artistica. Alcuni ex voto potranno essere ammirati anche nelle giornate della Fiera.

Accanto al museo si possono inoltre visitare le stanze dove ha risieduto Angelo Giuseppe Roncalli durante le sue visite al Santuario, fino a poco prima dall’elezione al soglio pontificio: per tale motivo il Santuario rientra tra i Luoghi Giovannei e quindi meta importante per i devoti a San Giovanni XXIII.

È dunque ancora oggi un punto di riferimento per fedeli, visitatori e abitanti della valle, che lo vivono come luogo di fede e di devozione collettiva, ma anche di aggregazione e di identità, di sicurezza e di speranza.

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