La Maria Brasca di Giovanni Testori al Teatro Donizetti per la Stagione di Prosa

Terzo appuntamento per la Stagione di Prosa 2023/2024 della Fondazione Teatro Donizetti: dopo Iliade. Il gioco degli dèi con Alessio Boni e Boomers di Marco Paolini, il Teatro Donizetti ospita La Maria Brasca di Giovanni Testori con la nuova regia di André Ruth Shammah, in cartellone da martedì 13 a domenica 18 febbraio, con replica straordinaria sabato 17 alle ore 17 (spettacoli serali inizio ore 20.30, domenica 18 ore 15.30).

In palcoscenico quattro attori: Marina Rocconel ruolo che fu di Franca Valeri e poi di Adriana Asti, Mariella ValentiniLuca SandriFilippo Lai. Scene di Gianmaurizio Fercioni. Costumi di Daniela Verdenelli. Luci di Oscar Frosio. Musiche di Fiorenzo Carpi. Riallestimento a cura di Albertino Accalai per la scena e Simona Dondoni per i costumi. Produzione Teatro Franco Parenti e Fondazione Teatro della Toscana. Durata: 2 ore compreso intervallo

La Maria Brasca è una storia al femminile disegnata negli anni Sessanta con efficace realismo sociale dal grande drammaturgo Giovanni Testori. Un ritratto in­delebile e senza tempo di una donna capace di lottare e di non cedere mai davanti a “sta bestiata che è il mondo”. 

La Maria Brasca fa la calzettaia in una fab­brica di Niguarda, periferia milanese, e – con qualche scandalo per la gente – fa l’amore come gli uomini: senza problemi. Ma un giorno le capita di innamorarsi di Romeo, un ragazzotto più giovane di lei, nullafacente, un po’ mascalzone che la fa impazzire di passione.

Alla Brasca non importa se Ro­meo la tradisce. Lei sa che quello per Ro­meo è un amore definitivo e lo difende come una tigre perché vuole da lui cose definitive. Maria Brasca è «personaggio femminile indimenticabile, una donna vincente che grida al mondo la potenza della passione e l’amore per la vita vissuta fuori da ogni convenzione: uno sti­molo a inseguire i propri sogni e vivere con grande fiducia nel futuro», come osserva nelle sue note di regia Andrée Ruth Shammah. 

«La prima Maria Brasca di Giovanni Testori è stata Franca Valeri nel marzo del 1960», racconta sempre la regista, «Trent’anni dopo Adriana Asti ha debuttato come Maria Brasca, con la mia regia, proprio dinanzi a lei. Alla prima di Milano, infatti, erano presenti entrambe: Adriana sul palco e Franca in prima fila. Adriana è scesa dal palco e nel parlare all’amica Giuseppa – un personaggio presente nella prima messa in scena del ‘60 – si è rivolta a Franca. Era un modo per creare un passaggio di testimone tra le due attrici e le due messe in scena. Oggi, a distanza di altri trent’anni, questa importante eredità passa a Marina Rocco. Per questo ad aprire lo spettacolo è oggi la voce di Adriana Asti che canta la meravigliosa canzone Quella cosa in Lombardia di Fiorenzo Carpi, con testo di Franco Fortini. Marina, riccioli biondi, labbra che si sposano con il timbro di una voce ferma ma tanto tanto attraente, la ascolta, sorride e manda un bacio, segno tangibile di un legame intangibile, proprio come quello di tanti anni prima tra Adriana e Franca. Quando si ha il privilegio di partire da qualcosa che è già stato fatto e poterci dedicare un po’ di tempo, è possibile dare un senso a quello che per me vuol dire far vivere uno spettacolo».

«In occasione dei cento anni dalla nascita di Testori e nella stagione del Cinquantesimo del Teatro Parenti, ho sentito la necessità di far rinascere “quello” spettacolo, quello e non un altro, perché affascinata da quella volontà di Maria di non cedere, di difendere tutto ciò che rappresenta la sua vita e non aver paura di parlare di felicità, uno stato d’animo così prezioso ma assente nel tea­tro di Testori e così raro nella drammaturgia contemporanea», conclude Andrée Ruth Shammah.

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