A Palazzo Creberg le opere di Facchinetti «Trasparenze» tra meditazione e infinito

«Una forte intonazione esistenziale e soprattutto verticale tra terra e cielo tra dispiaceri e speranze». Con le parole di Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Credito Bergamasco, è stata presentata sabato scorso, nel salone principale, la mostra personale di Paolo Facchinetti «Trasparenze».

Dopo il grande successo a Romano di Lombardia, per tutto il periodo di apertura, con visitatori arrivati anche da fuori provincia, l’esposizione giunge a Palazzo Creberg per la sua seconda e ultima tappa con un nuovo allestimento e opere inedite dell’artista.

«Siamo davvero orgogliosi di presentare quest’evento per la qualità delle opere ma anche perché si è visto che le mostre itineranti, per quanto si dispieghino con le stesse opere, anche in date, in luoghi e modalità diverse, acquistano tutto un altro significato», ha introdotto il presidente Piazzoli.

«Questa mostra è stata tra le più riuscite nella mia attività di curatrice in Fondazione Credito Bergamasco perché Paolo è una persona estremamente collaborativa, un artista serio, un professionista che ha la capacità di trasformare i problemi in opportunità e di rendere semplici le cose che, a un primo sguardo, sembrano complesse e di difficile risoluzione», ha commentato la curatrice Paola Ubiali.

Da sinistra verso destra: l’artista Paolo Facchinetti, la curatrice Paola Ubiali e il Presidente di Fondazione Credito Bergamasco Angelo Piazzoli.

«Rispetto alla prima tappa di Romano, – ha proseguito la Ubiali –  dove la mostra era stata allestita tra la Basilica di San Defendente e il museo Macs, qui, in banca, è stata completamente rimodulata, ma abbiamo mantenuto gli stessi nuclei di opere che ci sembravano fin da subito più rappresentativi nella ricerca degli ultimi dieci anni dell’artista: i Cieli, i Lenzuoli, le Polaroid».

I Cieli selezionati sono stati dipinti dal 2016 ad oggi.  Nel gennaio 2023, l’artista ha deciso di aggiungere al titolo di ogni nuovo Cielo anche la parola Trasparenza, come a suggellare il profondo legame con quest’evento. «I Cieli di Paolo sono vuoti perché a lui interessano i fenomeni naturali: dalle tempeste più dense e intense alle aurore boreali più spettacolari», ha descritto la Ubiali.

Uno dei Cieli verticali di Paolo Facchinetti

Il secondo nucleo è Lenzuoli e sono quattordici lavori che sono stati esposti in coppia nella parte alta del Salone principale, tra i maestosi pilastri rivestiti in marmo, per richiamare la disposizione dei letti nelle camere degli ospedali. «I lenzuoli sono degli ingrandimenti, riportati poi su tela, di disegni tratti dalle fotografie che Paolo ha realizzato durante il periodo più cupo del lock-down al suo letto disfatto dopo il riposo notturno», ha spiegato la Ubiali.

Da un lato vogliono testimoniare quelle notti d’inquietudine, di dolore e di insonnia, dall’altro lato il visitatore, ammirando questi lenzuoli, è di fronte a degli inganni ottici: «Non si capisce quali sono i segni disegnati da Paolo e quelli prodotti dal tessuto; è difficile discernere dove comincia la finzione e dove finisce la realtà», ha motivato la Ubiali. Un secondo aspetto è la simbologia dietro al lenzuolo: «ci siamo avvolti quando nasciamo, si dorme, si prega, si ama, a volte quando ci si ammala, poi si guarisce e, dal corto lenzuolo, quando veniamo coperti nel momento in cui lasciamo questo mondo», ha sottolineato la Ubiali.

Una coppia di Lenzuoli posizionata nella parte alta del salone principale di Palazzo Creberg

Il terzo nucleo è Polaroid che racchiude delle istantanee di ridotte dimensioni, 8 per 10 centimetri circa e sono state scattate con una vecchia Land camera degli anni ’70. «Le polaroid sono delle stratificazioni di trasparenze dove l’artista arriva con l’immagine fissa in movimento, anche al doppio e al triplo scatto, su pellicola vergine e poi va a manipolare attraverso una tecnica fotografica che assomiglia alla pittura; sono delle piccole narrazioni che coinvolgono amici, architetture e oggetti familiari che l’artista riesce a trasformare in soggetti pieni di poesia e di vitalità», ha concluso la Ubiali.

Le Polaroid di Facchinetti allestite nel loggiato

Emozionato ed entusiasta lo stesso Paolo Facchinetti che ha ringraziato il Presidente Piazzoli, la curatrice Ubiali, don Tarcisio Tironi e i presenti all’inaugurazione.

Poi, il Presidente Piazzoli ha lanciato i prossimi eventi espositivi: «a marzo, sabato pomeriggio, inaugureremo la mostra di Maurizio Bonfanti che riprenderà la Passio del 2006 con nuove opere e l’11 maggio, insieme a Paola, nella promozione degli scultori locali, un altro momento molto importante con le opere di Defendi».

L’esposizione «Trasparenze» rimarrà aperta al pubblico fino al 15 marzo 2024, con accesso libero e gratuito negli orari di apertura della filiale: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13. Sarà inoltre distribuito a tutti i visitatori gratuitamente il catalogo.

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