“Camminando verso la Pasqua”. Guida alla meditazione di padre Enzo Fortunato

Padre Enzo Fortunato ha scritto una piccola guida personale scandita lungo quattro settimane, che ha uno spazio per scrivere le proprie riflessioni, per condurre il lettore a curare la propria vita spirituale in vista delle giornate quaresimali e delle feste pasquali, ed è l’ideale per tutti quelli che vogliono vivere la preparazione al Triduo Santo in maniera originale.

È “Camminando verso la Pasqua” (Edizioni San Paolo 2024, 176 pp., 12 euro), che contiene “Meditazioni e piccoli esercizi sulle pagine dei Vangeli della Passione, Morte e Resurrezione”, come recita il sottotitolo del testo. 

Il lettore sarà accompagnato da alcuni brani biblici, da pagine delle “Fonti Francescane” e da altre di approfondimento, che vengono dalla penna dell’autore e le sue parole faranno da commento alla Parola e ci inviteranno ad approfondire il mistero.

Ne parliamo con Padre Enzo Fortunato, giornalista e saggista, frate minore conventuale, che dal 1997 al 2021 ha diretto la Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi. Collabora con diverse testate giornalistiche, tra cui “Avvenire”, “Corriere della Sera”, “La Stampa”, “Il Sole 24 Ore”, “Huffington Post”. Ogni sabato mattina tiene su Rai1 la rubrica “Tg1 Dialogo” e su Rairadio1 “In viaggio con Francesco”. Sempre per la Rai ha ideato e conduce la trasmissione “In cammino”. 

Ricordiamo che Padre Enzo Fortunato è coordinatore della prima Giornata Mondiale dei Bambini (Gmb), voluta da Papa Francesco, che si svolgerà a Roma il 25 e 26 maggio prossimi.  

Ciascuno di noi come può recuperare il valore più profondo della Pasqua?

«Questo libro contiene una serie di meditazioni da fare ogni giorno fino alla Settimana Santa. Un momento utile per fermarsi e pensare a quello che ci attende nella vita e dopo. Un cammino da vivere per prepararsi alla Pasqua secondo lo spirito di San Francesco. Ciascuno di noi può recuperare il valore più profondo della Passione e della Resurrezione, la consapevolezza di quale sia il dono prezioso che Dio ha fatto all’umanità, il proprio Figlio. Il percorso è scandito per coprire idealmente quattro settimane, ma ciascuno può adattarlo ai propri bisogni, seguendo le necessità del proprio cuore e del cammino spirituale che sta compiendo».

Come andare alla scoperta di Cristo in un mondo che lo ha dimenticato? 

«Avvicinarsi oggi alla Pasqua, è tutt’altro che un’esperienza scontata. La nostra cultura ha messo tra parentesi il senso di Dio per noi. Ma la vicenda della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù è il momento preciso dell’anno in cui è davvero possibile risvegliare il desiderio di un incontro rinnovato». 

Nel testo accosta la Passione a una delle principali questioni umanitarie che caratterizzano la nostra epoca: le grandi migrazioni. Ce ne vuole parlare? 

«Un fenomeno in atto, che vede intere fette di popolazione in diverse Regioni fuggire dalle aree più povere del pianeta, spesso zone di guerra, sofferenza, carestia, per cercare un altro posto nel mondo. Così migliaia, a volte milioni di persone lasciano nottetempo le proprie abitazioni, i propri affetti, la propria cultura, costrette dalle malattie, dalla violenza, dall’indigenza, dalla fame. L’obiettivo altro non è che la ricerca di un luogo che le accolga, dia loro un sollievo, un’esistenza dignitosa».

Il dialogo è fondamentale in tutte le esperienze spirituali? 

«Proprio perché non parliamo la stessa lingua e apparteniamo a culture, tradizioni religiose e sociali differenti, abbiamo sempre più bisogno di formarci al dialogo, all’accoglienza, al confronto sereno, nel rispetto delle nostre e altrui identità e diversità. La sfida è la comunione, la fraternità universale, la capacità di vincere pregiudizi e paure, egoismi e chiusure, come pure di convincersi, ancora una volta, che la diversità è sempre una risorsa, un’opportunità, e mai semplicemente un problema da risolvere. Quindi dialogare, integrare e accogliere sono la grande possibilità, che la vita ci offre e che ci attende. Verbi che lasciano pensare a una comunicazione interpersonale, che può produrre sempre frutti di comunione, eventi di fraternità e d’incontro: a incontrarsi non sono le parole o le dichiarazioni d’intenti, ma volti e mani, cuori e voci, sorrisi, sentimenti di persone e comunità che credono in una fraternità universale».

Andrea Riccardi, nel suo libro “La Chiesa brucia. Crisi e futuro del Cristianesimo (Laterza 2021)”, si interroga sulla crisi del cristianesimo e ne vede la consumazione come in una specie di rogo terribile. Che cosa ne pensa?

«Mi domando se non può essere possibile immaginare per la Chiesa un fuoco differente. Qualcosa che ricordi più il rogo sinitico, un fuoco inestinguibile, la Chiesa dovrebbe tornare ad ardere, ad accendere i cuori e le speranze, ad attrarre come se fosse un sole verso cui tutta l’umanità può tendere. Un Dio che ci invita ad andare verso le periferie per riaccendere il fuoco sopito. La Chiesa dovrebbe incoraggiare e non rimproverare. Forse, come dice Papa Francesco, bisogna uscire dalle Chiese, andare nelle periferie per incontrare chi ha bisogno». 

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