Migranti e diritto d’asilo: “Nel mondo 114 milioni di persone costrette a emigrare”

In occasione dell’ultima GMMR, papa Francesco ha lanciato un appello, chiedendo che ogni abitante della Terra sia veramente libero di scegliere se migrare o restare. Purtroppo attualmente non è così: sono infatti 114 milioni le persone, un abitante su 71, che non sono state libere di scegliere se migrare o restare, a causa dei conflitti sempre più numerosi – 57 le guerre attualmente in corso nel mondo, con la spesa militare degli Stati che aumenta invece di diminuire -, delle situazioni di crisi economica o sociale, della difficoltà di procurarsi cibo ed acqua, della crisi climatica. Una situazione che si scontra con la realtà della Fortezza Europa – Italia compresa – che attua sempre più politiche che limitano l’ingresso a chi è in cerca di protezione. Una tematica attuale, e di cui si parla nel Report 2023 di Fondazione MigrantesIl diritto di asilo – liberi di scegliere se migrare o restare?”, presentato recentemente a Bergamo alla Fondazione Serughetti La Porta, in un incontro organizzato, tra gli altri, dalla stessa fondazione, Fileo, Diocesi di Bergamo, Acli, Solco città aperta, Europasilo, Rete della pace e altre realtà del territorio. 

Cambiare la narrazione: nessuna invasione

Questa settima edizione, curata da un’équipe di studiosi e operatori impegnati da anni al fianco di rifugiati e richiedenti asilo, è stata presentata da Mariacristina Molfetta, antropologa culturale, tra le curatrici. “Spesso si racconta un piccolo pezzo di realtà – ha esordito -, mentre bisogna allargare lo sguardo, vedere la ricaduta sul continente europeo ed italiano”. Si sente spesso parlare di “emergenza”, “invasione”, ma quanti sono realmente i richiedenti asilo presenti in Italia? “A fine 2023 erano 350 mila, un numero che potrebbe essere contenuto nel Circo Massimo di Roma. Come può un fenomeno numericamente così piccolo preoccupare così tanto il nostro governo? Non è un numero che fa pensare a un’invasione, ma così viene raccontato”.

Eppure, la maggior parte di chi scappa, circa il 70%, rimane in Paesi confinanti, e solo una piccola parte inizia un lungo e pericoloso viaggio verso l’Europa, che continua ad avere un’assoluta carenza di canali di ingresso legali e sicuri: più di 500 mila gli ingressi irregolari in Europa tra il 2022 e il 2023, mentre sono state più di un milione le richieste d’asilo presentate nello stesso periodo. Su 114 milioni di persone sradicate forzatamente, 40 milioni si trovano in Africa, più di 30 milioni in Asia, 15 milioni in America Latina e poco più di 14 milioni in Europa.

Perché si fugge? Guerre e disuguaglianze

Cinque le grandi cause: le guerre, “non si investe nella pacificazione e nelle relazioni internazionali”, le persecuzioni (tra cui per motivi politici e religiosi), la diseguaglianza di reddito: “secondo il World Equality Lab il 10% più ricco del mondo usa l’80% delle risorse”; fame, sete e cambiamenti climatici, “L’obiettivo degli anni ’90 era che tutte le persone avessero accesso a cibo ed acqua: abbiamo fallito. Secondo la FAO sono circa 800 milioni di persone alle prese con la fame nel mondo, gli stessi numeri del 2015”. Infine, sarebbero circa 50 milioni le persone ridotte a vivere in schiavitù.Come si può dire che le persone devono rimanere a casa loro, quando non sono nelle condizioni di farlo?

Il 76% delle persone in fuga è accolto da Paesi a basso o medio reddito , il 70% si trova nei Paesi confinanti a quelli di origine e fuga, 20% in Paesi che sono in assoluto i più poveri al mondo.  Il 52% delle persone che hanno bisogno di protezione fuggono da tre Paesi principali: Siria, Afghanistan ed Ucraina, mentre i Paesi con più rifugiati in numeri assoluti sono Turchia (3,4 milioni), Iran (3,4 milioni), Germania (2,5 milioni), Colombia (2,5 milioni) e Pakistan (2,1 milioni). 

Quali canali di ingresso regolari?

Si parla di ingressi irregolari e di trafficanti di esseri umani a cui il nostro governo fa la guerra, ma la domanda da porsi è: quali sono i canali regolari di ingresso per chi scappa? Ci sono tre convenzioni, quella di Ginevra, dei diritti umani e dei diritti del fanciullo, che obbligano ad ospitare chi è in fuga, ma la realtà è diversa. Dal 2016, in Italia sono entrate poco più di 6 mila persone con i canali umanitari. E il famoso slogan “aiutiamoli a casa loro”, si scontra con i dati: almeno lo 0,7% del PIL dovrebbe essere destinato alla cooperazione internazionale, l’Italia si ferma allo 0,25%, una percentuale in cui vengono conteggiati anche i soldi per le politiche di contenimento delle frontiere, il rafforzamento dei confini e dell’esercito dei Paesi finanziati. Pensiamo ai fondi dati alla guardia costiera libica, o al governo tunisino, seguendo quella politica di esternalizzazione delle frontiere che ora riguarda anche l’Albania. Paghiamo qualunque cifra pur di non fare arrivare persone che ne avrebbero diritto: non è dunque un problema economico, ma politico”. 

Ucraina: quando l’Ue è stata pronta 

L’invasione russa dell’Ucraina, nel febbraio del 2022, ha prodotto la più grave crisi da sradicamento forzato dalla seconda guerra mondiale e una delle più estese: 5,9 milioni gli sfollati e  5,7 milioni i rifugiati a luglio 2023 per un totale di 11,6 milioni (dati Unhcr).  “In Europa sono stati accolti 10 milioni di ucraini e ciò non è stato un problema e attualmente in Italia ne sono presenti poco più di 160 mila. Purtroppo si sono avuti due standard e due misure, rispetto alle altre persone provenienti da altri Paesi e che avrebbero avuto lo stesso diritto a una protezione umanitaria. Il punto è che la situazione non è ingestibile, semplicemente non la si vuole gestire”. 

I minori non accompagnati in Italia 

Ci sono poi i minori stranieri non accompagnati (MSNA), che arrivano da soli, senza figure di riferimento. A fine agosto 2023 in Italia erano 22.599: in un anno l’incremento è stato del 28%. “L’85% sono ragazzi, il 15% ragazze. Sono sopratutto egiziani, poi ucraini, tunisini, guineani, gambiani, ivoriani, albanesi, pakistani, maliani, etrirei, afghani con altre cittadinanze. Hanno maturità e capacità diverse rispetto ai loro coetanei italiani, ma gli stessi desideri. E hanno soprattutto un senso di responsabilità elevato verso la loro famiglia, che spesso li ha mandati in Europa affinché possano mandar loro degli aiuti economici. Per aiutarli, è stata istituita la figura dei tutori, ma attualmente sono 3.783: un numero non adeguato”. 

Alcuni dati sull’Italia 

Nel 2022 le domande d’asilo nel nostro Paese sono state 84.300, a metà settembre del 2023 erano 82.800. Tra i primi dieci Paesi di provenienza, tre si trovano nelle ultime posizioni del Global Peace Index, ovvero gli Stati più insicuri del pianeta: Pakistan, Nigeria, Guinea. L’Africa si conferma il principale continente di chi fa domanda d’asilo in Italia (44%), seguito dall’Asia (41%). Per quanto riguarda gli esiti delle domande di asilo, il 48% nel 2023 ha ottenuto in prima istanza una risposta positiva (il 9% lo status di rifugiato, il 10% la protezione sussidiaria e il 19% la protezione speciale) e il 62% un esito negativo (in UE è il 50%).

Il Report contiene anche un approfondimento teologico, un itinerario di riflessione etico – teologica sul contesto del Mar Mediterraneo, dove si parla di migrazioni e di fraternità tra gli abitanti del Mediterraneo, proponendo alcuni approcci per superare gli scogli che minacciano i rapporti tra i popoli e le persone che si vedono fondamentalmente diverse. 

Per approfondimenti: https://www.migrantes.it/il-diritto-dasilo-report-2023-liberi-di-scegliere-se-migrare-o-restare/  

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