I cambiamenti climatici e l’economia, le connessioni sono forti. Elisa Palazzi ai giovani: continuate a impegnarvi per un futuro migliore

I trattori che manifestano nelle capitali europee intasando centri storici e avvicinandosi ai palazzi delle istituzioni sono in opposizione ai giovani manifestanti per il clima che a volte si sdraiano sull’asfalto delle tangenziali bloccando auto e camion o che in altre occasioni si danno a gesti clamorosi come il lancio di vernici su opere d’arte e facciate di edifici simbolo? 

Le loro richieste sembrano divergenti: da un lato chi dice alle istituzioni dell’UE di non condividere le misure individuate nell’ambito del Green Deal, l’ambizioso piano di trasformazione di economia e stili di vita che vorrebbe rendere il Vecchio Continente faro per il mondo nella sfida all’adattamento al cambiamento del clima e alla riduzione dell’impatto dell’uomo sull’ambiente.

Dall’altro la nuova generazione che non ritiene più tollerabile il primato del profitto a discapito della salute, della salvaguardia dell’ambiente, del clima. 

Gli agricoltori e i giovani attivisti chiedono di vivere bene

Per Elisa Palazzi, climatologa esperta nello studio dei ghiacci e divulgatrice scientifica, sia gli agricoltori che i giovani attivisti per il clima stanno chiedendo di poter vivere bene. Le strategie individuate per ottenere questo risultato non sono le stesse, ma entrambe le categorie hanno realizzato che nelle condizioni attuali non c’è prosperità possibile per nessuno.

Palazzi è stata invitata dalle ACLI di Bergamo a illustrare il significato del termine “Ambiente” all’intero del ciclo Grammatica per una buona politica. Termini come “riscaldamento globale”, “cambiamento climatico”, “adattamento”, “inquinamento” sono entrati nel vocabolario di ogni candidato alla guida delle politiche europee. Spesso però queste parole vengono utilizzate in maniera impropria e altrettanto di frequente i progetti politici che impattano sull’ambiente sono confusi.

La presenza della scienziata all’interno di un percorso di formazione politica è quindi l’occasione per fare chiarezza. Dati alla mano, e grafici proiettati sul muro, Elisa Palazzi illustra con precisione le misurazioni della temperatura su scala globale, la chiara correlazione con le attività antropiche, le tendenze a lungo termine e i diversi possibili scenari circa la crescita della temperatura media entro la fine del secolo. 

L’impatto dell’azione dell’uomo sui sistemi naturali

La scienza non ha la risposta per spiegare ogni singolo fenomeno che interessa la meteorologia, ma è in grado di cogliere il disegno complessivo: l’azione dell’uomo ha causato un impatto sui sistemi naturali importate dell’avvento dell’industria ad oggi. A proposito del clima, si possono fare misurazioni, modelli matematici e perfino previsioni a lungo termine. La politica ora deve fare il resto: se è l’uomo la causa del problema, può essere lui la soluzione. 

I passi da compiere sono chiari: chiudere il rubinetto delle emissioni, imparare a nuotare in questa condizione, insegnare a nuotare. La prima questione riguarda la necessità di abbandonare l’energia prodotta da fonti fossili e modificare i metodi di produzione e gli stili di vita e di consumo; la seconda riguarda l’adattamento alle nuove condizioni climatiche e la programmazione di azioni per consentire la vita in uno scenario che inevitabilmente subirà della mutazioni, la terza è la questione della giustizia climatica ovvero l’impegno che i paesi ricchi del mondo – quelli che maggiormente hanno contribuito all’alterazione del clima – si devono prendere con le nazioni emergenti che stanno già oggi subendo le conseguenze del riscaldamento globale.

Ai giovani Elisa Palazzi riconosce un grande merito: senza di loro questi temi non avrebbero l’importanza che stanno assumendo nel dibattito pubblico attuale. L’invito per loro è quindi uno solo: “Non bisogna demordere”. 

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