Caramelle. Papà è un albero, un albo sui rapporti tra genitori e figli, per giocare e immaginare

Che cosa è disposto a fare un padre per i propri figli? Di tutto, anche restare fermo per un’intera giornata in giardino con le braccia aperte, esposto al vento, alla pioggia e ai piccoli animali per giocare “a fare gli alberi”.

Lo racconta in modo delicato e divertente “Papà è un albero” di Jon Agee, Edizioni il Castoro. L’autore e illustratore americano ha un tratto giocoso e semplice, adatto anche ai bambini della scuola dell’infanzia.

Mette in scena una storia allegra di gioco e immaginazione, che si concentra sui legami familiari e in particolare sul rapporto d’amore e complicità tra padri e figli. Maddi è una bambina che ama inventare giochi di simulazione, e decidere di coinvolgere il papà nell’impegno di “diventare albero”.

Le braccia sono i rami, il corpo è il tronco e le gambe radici, basta non muoversi. Un uccello fa il nido sulla sua testa, uno scoiattolo gli nasconde una ghianda in tasca. Gli alberi – insiste Maddi – non fanno caso a queste cose, perciò il papà deve resistere anche al solletico quando una coccinella gli si posa sul polso e una farfalla sul naso. Arrivata la sera, il papà riesce a convincere la sua bimba a rientrare in casa, ma lei è già pronta: “che cosa diventiamo domani”?

Jon Agee, scrittore, illustratore, autore di strisce per il New Yorker, ha firmato altri albi molto belli come “Il muro in mezzo al libro” in cui smonta stereotipi e pregiudizi spingendo a scoprire il mondo “al di là del muro” o delle barriere ideologiche, per scoprire e conoscere davvero gli altri, creare amicizie, superare le paure.

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