Andrea Ingribello, frate francescano di Costa Serina: “Grazie alla fede ho dato senso e direzione alla mia vita”

«Racconto l’esperienza della mia vita, non tanto perché sia speciale ma piuttosto per testimoniare un’esperienza di fede che mi ha cambiato l’esistenza». È con questa premessa che Andrea Ingribello, 39 anni, frate francescano nato e cresciuto a Costa Serina, in Valle Brembana, racconta la sua vocazione. Attualmente presta il suo servizio come frate economo nella casa di postulato di Montafalco, in provincia di Perugia.

«Sono nato all’ospedale di San Giovanni Bianco il 5 agosto del 1984 e ho sempre vissuto a Costa Serina con la mia famiglia: papà Aldo, mamma Gabriella, e i miei fratelli Roberta e Lorenzo. Da piccolo mi piaceva fare il chierichetto, ma allora era normale per tutti i miei coetanei. Ho giocato a calcio dalla quinta elementare fino ai primi anni delle superiori, prima a Rigosa (frazione del comune di Algua, ndr) e poi nella squadra del paese».

Come la gran parte degli adolescenti della zona, da giovane frequenta l’istituto Turoldo di Zogno, indirizzo tecnico per geometri. «Tra gli anni 1998 e 2004. Erano anni spensierati e come è giusto che sia a quell’età caratterizzati da molta gioia di vivere, tanti sogni, molta immaturità e con la curiosità di scoprire il proprio posto nella vita. Non mi è mai piaciuto conformarmi ad un pensiero per così dire “comune” e cercavo il modo di differenziarmi, di essere autentico, ma molto spesso non si capisce che l’essere veramente autentici significa essere sé stessi, senza aver paura di difendere gli ideali veri e grandi che magari la famiglia ti ha già trasmesso».

Andrea, quindi, alle superiori si presenta così: orecchino e piercing, vestiti sempre curati e con uno stile personalizzato, senza seguire troppo le mode. «Mi piaceva molto uscire con gli amici, divertirmi e spesso anche cercando quegli eccessi che accompagnano la fase adolescenziale. Dalle sigarette e dall’alcol ci sono passato anch’io: sono cose che al momento ti fanno sperimentare una sorta di euforia quasi fosse la soluzione di tutti i problemi, ma che in verità sono un modo per evadere dalla realtà e dalle difficoltà che si incontrano in qualsiasi fase della vita. Ma, quello che ricordo con sicurezza è sempre stata quella ricerca di senso della vita che mi ha accompagnato, senza riuscire a trovarla mai in modo pieno».

Poi inizia la fase del lavoro e, avendo a disposizione qualche soldo in più, si soddisfa anche qualche capriccio in più: la prima macchina, dei vestiti più belli e certamente anche una certa autonomia, non sempre gestita al meglio, confida lui. Anni che il frate ricorda come spensierati, circondato da tanti amici e amiche e con la voglia di scoprire il mondo.  «Ad un certo punto, quando avevo circa ventidue, ventitré anni ho iniziato a farmi alcune domande sul senso della vita, senza riuscire a trovare delle risposte convincenti. Sentivo, pur non sapendo esattamente come, che dovevo cambiare la rotta della mia vita e, improvvisamente, decisi di non uscire di casa per circa due mesi. I miei amici mi cercavano chiedendomi cosa mi stesse succedendo, ma io non sapevo dare una risposta chiara, sentivo solo dentro di me che avevo bisogno di fare un cambiamento, di fare un altro passo». 

Dopo quel periodo il giovane Andrea frequenta diversi gruppi come il Mato Grosso, il gruppo AEPER e il Movimento dei Focolari. Quest’ultima esperienza il frate la definisce «un’àncora molto importante alla quale fissarsi per poter ricostruire il proprio rapporto ormai in sospeso con la fede cattolica», che ha abbandonato nella fase adolescenziale. «A questo punto, una volta ricucito lo strappo, avevo potuto capire la bellezza e il fascino di una vita autenticamente cristiana, nonostante le incoerenze che continuavano ad accompagnarmi. Ancora una volta però, mi trovavo a fare i conti con la mia coscienza che sembrava farmi notare un certo vuoto che non riuscivo a colmare e che mi interpellava un’altra volta ad abbracciare una vita più radicale, che poteva rispondere alla sete di senso pieno che avvertivo dentro la mia anima».

Non molto tempo dopo il giovane di Costa Serina entra in contatto con la realtà dei Frati Minori della Custodia di Terra Santa, grazie ad un amico del Movimento dei Focolari. «Mi recai in Umbria dove c’è una casa di formazione dei frati e trovai giovani da diverse parti del mondo che stavano facendo un’esperienza di discernimento proprio per capire se intraprendere quel cammino. Ci andai in estate, prendendo le ferie dal lavoro e ci ritornai altre due volte dopo pochi mesi. Alla terza mia visita mi proposero di fare un’esperienza in Israele, terra centrale di tale missione, ed io, dopo poco tempo accettai di “buttarmi” letteralmente in questa avventura, per certi versi nuova e sconosciuta, ma nella quale sentivo una certa assonanza con la mia vita».

In quel periodo Andrea era anche consigliere comunale a Costa Serina e mancava soltanto un anno per concludere il mandato: «Dedicarmi ad amministrare il mio territorio con un gruppo di persone ben motivato è stata un’altra bella esperienza che ho avuto l’occasione di sperimentare, ma ho dovuto lasciare per un bene superiore anche se non era ancora chiaro e definito». 

Così alla fine di novembre del 2012 parte per Israele e torna alla fine di gennaio del 2013: un’esperienza intensa, che lo ha segnato in maniera particolare. Torna a casa e lavora ancora per altri tre mesi prima di decidere di andare a La Verna nel giorno di Pasquetta del 2013 e lì sente che deve fare questo passo. «Con la mia famiglia avevo evidentemente accennato qualcosa, ma ancora non avevo comunicato la mia decisione di iniziare un cammino di discernimento con i Frati Minori della Terra Santa. Quando comunicai la mia scelta, furono sorpresi ma comunque mi incoraggiarono senza nessun tipo di ostacolo». 

Andrea quindi ritorna in Umbria per iniziare la tappa di discernimento iniziale, e l’anno successivo, dopo aver indossato l’abito francescano, è a La Verna per l’anno di noviziato, alla fine del quale emette i primi voti temporanei di povertà, castità e obbedienza. Poi è la volta di tornare in Israele, dove lo aspettano gli anni di studio e formazione filosofico-teologica. I primi due anni vive ad Ain Karem, nel convento in cui si fa memoria della nascita di San Giovanni Battista, e lo studio di Filosofia lo fa Gerusalemme presso lo Studium Theologicum Jerosolymitanum. Nel frattempo ha l’opportunità di studiare arabo per un anno vivendo nel convento francescano presso il Monte Nebo in Giordania. Infine, completa il corso di studi teologici a Gerusalemme nel convento di San Salvatore, dove il 9 maggio 2021 viene ordinato diacono dal patriarca di Gerusalemme monsignor Pierbattista Pizzaballa. 

«Durante questi anni le difficoltà non sono mancate, ma ho maturato un nuovo senso della vita, più pieno e ricco di tante nuove esperienze, ma soprattutto ho conosciuto persone che mi hanno aiutato a crescere come uomo e come cristiano. Ancora davanti a me ci sono tante incognite e perché no, anche paure, ma ora sento che sto trovando il senso pieno della mia vita che ho potuto trovare principalmente nella persona di Gesù, prima conosciuto in maniera superficiale e adesso in un modo più reale».

  1. Bravo , stai dando un grande esempio a tutti quei ragazzi che (tutti), nell’adolescenza devono passare , ma tu , a differenza di tanti ti sei messo in gioco x cercare la tua strada . Ti auguro che nostro Signore e la nostra madonna della forcella ti accompagnino sempre e ti diano sempre il coraggio e la forza nelle prove della vita . Agnese

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