Credere in tempi oscuri. Suor Chiara: nella Resurrezione ritroviamo luce e forza

Buongiorno suor Chiara,
nei mesi scorsi è morta una persona a me molto vicina, e della Pasqua vivo soprattutto l’aspetto della fine, della Croce, anche perché ci troviamo in un momento molto cupo della nostra storia e perfino le notizie che leggiamo sembrano indicarci un tempo di decadenza e di oscurità. Faccio fatica anche a pregare. Come faccio a ritrovare speranza, a ridare senso a questa parola?
Giovanni

Ci troviamo in un momento storico molto cupo ed è difficile continuare a credere nel bene, nella vita, nell’amore, caro Giovanni. Forse, mai come in questa nostra epoca, è molto faticoso ritrovare la fiducia. Anche la preghiera ne subisce i contraccolpi.

Eppure, in questo contesto oscuro, la Settimana santa con le sue celebrazioni, profonde e toccanti è un faro luminoso che fende l’oscurità del presente e ci aiuta a intravvedere un orizzonte possibile: del sangue versato, una croce e un sepolcro sigillato, poi un mattino pieno di luce e la pietra ribaltata, con il sepolcro vuoto! Questa è la sorgente della nostra speranza! Lì troviamo la luce, la forza e la convinzione per continuare a credere nel Dio della Vita, dell’Amore, del Bene, che non ha abbandonato l’umanità a se stessa, ma continua a farsi carico, portandola sulle spalle proprio come un pastore porta quella pecora ritrovata. 

Ne sono un esempio le tante persone che continuano a portare con fiducia situazioni di dolore, che ricominciano ogni giorno a costruire ponti. 

Una di esse è il Patriarca di Gerusalemme sua Beatitudine Pizzaballa che, la domenica delle Palme, intervistato da Daniele Rocchetti, ha rilasciato un messaggio molto bello e toccante, a partire da ciò che si si sta vivendo nella Terra Santa. Le sue parole ci rivelano il “segreto” per non perdere la speranza nell’odierno contesto segnato da assurdità mai immaginate:

«La speranza – dice il Patriarca in tono pacato – non dipende dalle circostanze esterne, ma è un’attitudine interiore e personale! Le circostanze esterne possono cambiare, ma la speranza non dipende dalle circostanze; essa, infatti, è un modo di stare nella vita, e dipende da come io mi pongo, con quale spirito sto dentro le situazioni. La speranza è figlia della fede: se tu hai una fiducia grande in Dio, fiducia nelle persone, fiducia in un progetto, fiducia in una idea e la vuoi anche realizzare e non c’è nulla che ti può fermare; gli ostacoli diventano superabili, perché c’è qualcosa di più grande che ti spinge e che ti fa vedere già in fieri quello che ami e in cui credi. Non dobbiamo permettere alle circostanze esterne, alla guerra, di definire e decidere e orientare le decisioni del nostro cuore, i nostri desideri».

Le Parole del pastore di Gerusalemme, che vive sulla propria pelle una situazione di violenza assurda, ci rincuorano e ci invitano a fare, nel modo giusto, la nostra parte, nella certezza che questa sarà feconda di bene per tutti.

Non ci resta, allora, che porci nella medesima prospettiva, provando ogni giorno a credere e a fidarsi di Dio, dei fratelli e delle ispirazioni che lo Spirito suscita nel nostro cuore, senza timore delle sconfitte…In tal caso, guardiamo a Colui che della sconfitta ne ha fatto un trono di gloria!

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