La Via Crucis del Papa: “Unisco la mia croce alla tua, ti porto le mie stanchezze”

Lisbona 04-08-2023 Giornata Mondiale della Gioventù. “GMG Lisbona 2023” Papa Francesco incontra i giovani nel Parque Eduardo VII per la Via Crucis Ph: Cristian Gennari/Siciliani

“Gesù, il tuo silenzio mi scuote: m’insegna che la preghiera non nasce dalle labbra che si muovono, ma da un cuore che sa stare in ascolto: perché pregare è farsi docili alla tua Parola, è adorare la tua presenza”. È il commento del Papa alla prima stazione della Via Crucis che stasera presiederà al Colosseo.

“Gesù, mi accorgo che ti conosco poco – il “mea culpa” di Francesco – perché non conosco abbastanza il tuo silenzio; perché nella frenesia di correre e fare, assorbito dalle cose, preso dalla paura di non stare a galla o dalla smania di mettermi al centro, non trovo il tempo per fermarmi e rimanere con te: per lasciare agire te, Parola del Padre che operi nel silenzio”.

“Più il male è forte, più la tua risposta è radicale”, il commento del Papa: “E la tua risposta è il silenzio. Ma il tuo silenzio è fecondo: è preghiera, è mitezza, è perdono, è la via per redimere il male, per convertire ciò che soffri in un dono che offri. “Parla al mio cuore, Gesù Tu che rispondi al male col bene Parla al mio cuore, Gesù Tu che spegni il clamore con la mitezza Parla al mio cuore, Gesù Tu che detesti le chiacchiere e le lamentele”, la preghiera di Francesco: “Parla al mio cuore, Gesù Tu che mi conosci nell’intimo Parla al mio cuore, Gesù Tu che mi ami più di quanto io mi ami Parla al mio cuore, Gesù”.

“Gesù, portiamo anche noi delle croci, a volte molto pesanti: una malattia, un incidente, la morte di una persona cara, una delusione affettiva, un figlio che si è perso, il lavoro che manca, una ferita interiore che non guarisce, il fallimento di un progetto, l’ennesima attesa andata a vuoto…”.

È la meditazione del Papa sulla seconda stazione della Via Crucis, che presiederà stasera al Colosseo. “Gesù, come si fa a pregare lì?”, la domanda di Francesco: “Come fare quando mi sento schiacciato dalla vita, quando un peso mi grava sul cuore, quando sono sotto pressione e non ho più la forza di reagire?”.

“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”, la risposta e la proposta di Gesù: “Venire a te; io, invece, mi chiudo in me: rimugino, rivango, mi piango addosso, sprofondo nel vittimismo, campione di negatività. Venite a me: dircelo non è bastato e allora ecco che ci vieni incontro e ti carichi sulle spalle la nostra croce, per togliercene il peso. Tu questo desideri: che gettiamo in te fatiche e affanni, perché vuoi che ci sentiamo liberi e amati in te”.

“Grazie, Gesù”, l’omaggio del Papa: “Unisco la mia croce alla tua, ti porto la mia stanchezza e le mie miserie, getto in te ogni peso del cuore”. Infine la preghiera: “Io vengo a te, Signore. Con la mia storia Io vengo a te, Signore. Con le mie fatiche Io vengo a te, Signore. Con i miei limiti e le mie fragilità io vengo a te, Signore. Con le mie paure Io vengo a te, Signore. Riponendo ogni fiducia nel tuo amore Io vengo a te, Signore”.

“L’amore del Padre per te e il tuo per noi: l’amore, ecco la molla che ti fa rialzare e andare avanti”. Così il Papa, meditando sulla terza stazione della Via Crucis che presiederà questa sera al Colosseo, interpreta la prima caduta di Gesù sotto il peso della Croce. “Perché chi ama non resta a terra, riparte; chi ama non si stanca, corre; chi ama vola”, spiega Francesco.

“Gesù, ti chiedo sempre tante cose, ma una sola mi serve: saper amare”, scrive il Papa: “Cadrò nella vita, ma con l’amore potrò rialzarmi e andare avanti, come hai fatto tu, che sei esperto di cadute. La tua vita, infatti, è stata un continuo cadere verso di noi: da Dio a uomo, da uomo a servo, da servo a crocifisso, fino al sepolcro; sei caduto in terra come seme che muore, sei caduto per rialzarci da terra e portarci in cielo. Tu che risollevi dalla polvere e fai rinascere la speranza, dammi la forza di amare e ricominciare”.

“Gesù, dammi la forza di amare e ricominciare”, la preghiera del Papa: “Quando prevale la delusione Gesù, dammi la forza di amare e ricominciare. Quando i giudizi degli altri si abbattono su di me Gesù, dammi la forza di amare e ricominciare. Quando le cose non vanno e divento insofferente Gesù, dammi la forza di amare e ricominciare. Quando mi sembra di non farcela più Gesù, dammi la forza di amare e ricominciare. Quando mi opprime il pensiero che nulla cambierà Gesù, dammi la forza di amare e ricominciare”.

“Gesù, i tuoi ti hanno abbandonato, Giuda ti ha tradito, Pietro rinnegato: sei rimasto solo con la croce. Ma ecco tua madre. Non servono parole, bastano i suoi occhi, che sanno guardare in faccia la sofferenza e farsene carico”. E’ la descrizione dell’incontro tra Gesù e sua madre, al centro della quarta stazione della Via Crucis che il Papa presiederà stasera al Colosseo.

“Gesù, nello sguardo pieno di lacrime e di luce di Maria ritrovi la memoria della tenerezza, delle carezze, delle braccia amorevoli che ti hanno sempre accolto e sostenuto”, scrive il Papa nella meditazione: “Lo sguardo materno è lo sguardo della memoria, che ci fonda nel bene”.

“Non si può fare a meno di una madre che ci mette al mondo, ma neppure di una madre che ci rimette a posto nel mondo”, sintetizza Francesco: “Tu lo sai e dalla croce ci dai la tua stessa madre. Ecco tua madre, dici al discepolo, a ognuno di noi: dopo l’Eucaristia, ci dai Maria, dono estremo prima di morire”.

“Gesù, il tuo cammino è stato confortato dal ricordo del suo amore; anche il mio cammino ha bisogno di fondarsi nella memoria del bene”, osserva Francesco: “Mi accorgo, però, che la mia preghiera è povera di memoria: veloce, sbrigativa, una lista di bisogni per oggi e domani”.

“Maria, ferma la mia corsa, aiutami a fare memoria: a custodire la grazia, a ricordare il perdono e i prodigi di Dio, a ravvivare il primo amore, a riassaporare le meraviglie della provvidenza, a piangere di gratitudine”, l’’invocazione alla Padre. E poi la preghiera: “Signore, ravviva in me il ricordo del tuo amore. Quando riemergono le ferite del passato Signore, ravviva in me il ricordo del tuo amore. Quando smarrisco il senso e il filo delle cose Signore, ravviva in me il ricordo del tuo amore. Quando perdo di vista i doni che ho ricevuto Signore, ravviva in me il ricordo del tuo amore. Quando perdo di vista il dono che sono Signore, ravviva in me il ricordo del tuo amore. Quando mi dimentico di ringraziarti Signore, ravviva in me il ricordo del tuo amore”.

“Gesù, quante volte, davanti alle sfide della vita, presumiamo di farcela da soli!”. Lo scrive il Papa, nella meditazione sulla quinta stazione della Via Crucis che presiederà questa sera al Colosseo. “Com’è difficile chiedere una mano, per paura di dare l’impressione di non essere all’altezza, noi sempre attenti ad apparire bene e a metterci in bella mostra!”, esclama Francesco: “Non è facile fidarsi, ancor meno affidarsi. Ma chi prega sa di essere bisognoso e tu, Gesù, sei abituato ad affidarti nella preghiera. Così non disdegni l’aiuto del Cireneo. Esponi le tue fragilità a lui, un uomo semplice, un contadino al ritorno dai campi”.

“Grazie perché, facendoti sostenere nel bisogno, cancelli l’immagine di un dio invulnerabile e distante”, l’omaggio del Papa: “Non sei inarrestabile nel potere, ma invincibile nell’amore, e ci insegni che voler bene significa soccorrere gli altri proprio lì, nelle debolezze di cui si vergognano. Allora le fragilità si trasformano in opportunità. È accaduto al Cireneo: la tua debolezza gli ha cambiato la vita e lui si accorgerà un giorno di aver soccorso il suo Salvatore, di essere stato redento mediante quella croce che ha portato”.

“Perché anche la mia vita cambi, ti prego, Gesù”, l’invocazione di Francesco: “aiutami ad abbassare le difese e a lasciarmi amare da te: lì, dove più mi vergogno di me”. Poi la preghiera: “Guariscimi, Gesù! Da ogni presunzione di autosufficienza Guariscimi, Gesù! Dal pensare di farcela senza te e senza gli altri Guariscimi, Gesù! Dalle smanie del perfezionismo Guariscimi, Gesù! Dalla ritrosia nell’affidarti le mie miserie Guariscimi, Gesù! Dalla fretta di fronte ai bisognosi che incontro nel cammino Guariscimi, Gesù!”.

“Gesù, tanti seguono il barbaro spettacolo della tua esecuzione e, senza conoscerti e senza conoscere la verità, emettono giudizi e condanne, gettando su di te infamia e disprezzo. Accade anche oggi, Signore, e non serve nemmeno un macabro corteo: basta una tastiera per insultare e pubblicare sentenze”. E’ l’immagine scelta dal Papa per commentare la sesta stazione, dedicata alla Veronica. “Mentre tanti urlano e giudicano, una donna si fa strada in mezzo alla folla”, la meditazione di Francesco su una delle tappe della Via Crucis che stasera presiederà al Colosseo: “Non parla: agisce. Non inveisce: s’impietosisce. Va controcorrente: sola, con il coraggio della compassione, rischia per amore, trova il modo di passare tra i soldati solo per darti sul volto il conforto di una carezza. Il suo gesto passerà alla storia ed è un gesto di consolazione”. “Gesù, accendi in me il desiderio di stare con te, di adorarti e consolarti”, l’invocazione del Papa: “E fa’ che, nel tuo nome, io sia consolazione per gli altri”. Poi la peghiera: “Rendimi testimone della tua consolazione Dio di misericordia, vicino a chi ha il cuore ferito. Rendimi testimone della tua consolazione Dio di tenerezza, che ti commuovi per noi. Rendimi testimone della tua consolazione Dio di compassione, che detesti il disinteresse. Rendimi testimone della tua consolazione Tu, che ti rattristi quando punto il dito contro gli altri. Rendimi testimone della tua consolazione Tu, che non sei venuto a condannare ma a salvare. Rendimi testimone della tua consolazione”.

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