Monastero di Matris Domini verso la chiusura dopo 750 anni di vita religiosa

Lo scorso anno aveva festeggiato il 750° di vita. Quest’anno, purtroppo, questa lunga storia si interromperà a settembre con la sua chiusura e il trasferimento delle cinque monache attualmente presenti in Toscana. È il monastero domenicano Matris Domini in via Locatelli in città, sempre molto frequentato per le Messe domenicali e per proposte spirituali.

Il monastero Matris Domini ebbe ufficialmente inizio il 25 marzo 1273 quando il vescovo Guiscardo Suardi consacrò la chiesa e avviò la vita claustrale delle monache domenicane. Chiesa e monastero vennero più volte ingranditi e abbelliti nel corso dei secoli. La vita regolare delle monache venne interrotta varie volte. La prima a fine 1700 quando, in seguito alle leggi napoleoniche, il monastero venne soppresso e i suoi beni incamerati dalla Repubblica Cisalpina. Le monache poterono restare, anche se furono costrette a vestire abiti borghesi e a celebrare le funzioni liturgiche in forma privata. Altro colpo sotto il dominio austriaco agli inizi del 1800, quando il monastero venne adibito a caserma e le monache costrette ad abitare presso alcune famiglie del vicinato. Dopo molti tentativi, nel 1835 le monache superstiti ottennero dall’imperatore austriaco la proprietà del monastero e la sua riapertura, alla condizione di ospitare una scuola per ragazze, che restò aperta una quarantina d’anni. Altro momento drammatico durante l’ultima guerra mondiale, quando il monastero fu requisito dai tedeschi e adibito a carcere politico, mentre le monache furono relegate nel noviziato. Con la Liberazione ripresero possesso del monastero.

Negli ultimi decenni il monastero ha svolto una missione particolare nella Chiesa. Oltre alla normale vita contemplativa è stata offerta la possibilità di essere luogo di preghiera e di incontri spirituali e culturali. Il monastero è poi sbarcato su Facebook e su internet, consentendo un più ampio legame con il territorio.

La notizia della chiusura era nell’aria da tempo. Poi la comunità, scrivendo gli auguri pasquali agli amici del monastero, l’ha ufficializzata, lasciando nell’amarezza tanti, venendo meno un luogo di spiritualità con un carisma specifico.

«È una decisione presa a malincuore, ma era ormai ineludibile — racconta la priora madre Angelita Roncalli, di Ponte San Pietro —. Con la carenza di nuove vocazioni, la comunità è ridotta a cinque monache, fra cui varie anziane, e non è possibile procedere all’elezione della priora e fatichiamo a svolgere la normale vita contemplativa e gli impegni quotidiani. Abbiamo chiesto ad altre comunità di unirci a noi, ma non abbiamo avuto riscontri».

Le monache si trasferiranno in Toscana. «Entro settembre — prosegue la priora — entreremo nel monastero domenicano dei Santi Maria della Neve e Domenico a Pratovecchio Stia, in provincia di Arezzo e in diocesi di Fiesole». Entro maggio è atteso il nulla osta del maestro generale dell’Ordine domenicano.

Poi i documenti verranno inviati alla Congregazione vaticana della vita consacrata per il decreto di chiusura e di fusione per incorporazione. La chiesa barocca del monastero passerà alla parrocchia di Sant’Alessandro della Croce. Il museo interno resterà aperto al pubblico su richiesta. Ancora da definire il destino del complesso monastico, vincolato dalle Belle arti, composto da foresteria e dagli spazi per le religiose: celle, refettorio, sale per attività, chiostro e giardino. «La nostra speranza — conclude madre Roncelli — è che non venga smantellato, ma che subentri un’altra comunità religiosa».

Lo scorso anno il monastero aveva accolto anche 18 donne ucraine con i loro bambini fuggiti dalla guerra in corso.

Con la chiusura dapprima del monastero della Visitazione di Alzano Maggiore nel febbraio del 2015 e di Matris Domini il prossimo settembre, nella nostra diocesi restano attivi otto monasteri femminili: le Benedettine di Santa Grata e quelle di San Benedetto in città. Il monastero domenicano del Santo Rosario ad Azzano San Paolo. Poi i quattro monasteri francescani: Clarisse a Boccaleone in città, Terz’Ordine Regolare di San Francesco da Zogno, Terziarie Francescane a Montello e Clarisse Cappuccine a Capriate. Infine, il più giovane della diocesi, aperto ufficialmente l’11 giugno 2012, il monastero delle Carmelitane Scalze a Cividino.

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